Print Friendly and PDF

Bipart of… this gallery: Arte in Salotto, un nuovo modo di fare mostre

Camilla Prini, fondatrice di Arte in Salotto
Sulla falsa riga del Questionario di Proust, una serie di domande predisposte da BIPART Studio legale volte a conoscere meglio le più prestigiose gallerie d’arte italiane: incontro con Camilla Prini, ideatrice di Arte in Salotto.

ARTE IN SALOTTO

Come ha scelto il nome della sua galleria (e cosa vuole esprimere con tale denominazione)?
Il nome deriva dall’idea di organizzare mostre della durata di una sera nelle dimore private dei collezionisti, in modo da immaginare i quadri, le fotografie e le sculture in un ambiente domestico e vederle armonizzate con i suoi arredi.
Tutto ciò si è tradotto nella galleria aperta in Brera nel 2020: un vero e proprio salotto in cui si allestiscono mostre caratterizzate da uno stile figurativo. Lo spazio permanente è nato per offrire sempre, e non solo in occasione delle mostre nelle dimore private, la possibilità di interagire con gli artisti e avere una consulenza diretta.

Qual è il motto della sua galleria?
Un nuovo modo di fare mostra, sia in dimore private, sia in uno suo spazio permanente nel cuore di Milano.

Si sceglie prima l’artista o il tema? Qual è il filo rosso che lega le vostre scelte?
Dipende. A volte una mostra nasce da un tema a cui poi si ispirano i vari artisti, altre volte invece tutto parte dalla scelta di valorizzare il lavoro di un singolo artista. Il filo rosso che lega tutte le mostra è l’appartenenza all’arte figurativa, e una grande ricerca di qualità. Un altro aspetto importante della nostra programmazione è l’offerta di opere con prezzi non speculativi.

Qual è la qualità che apprezza di più in un artista?
Al di là delle qualità tecniche, che chiaramente sono importanti, ciò che apprezzo maggiormente negli artisti con cui lavoriamo è che riescono a mantenere intatta la passione per ciò che fanno, aspetto che permette loro di creare opere che arrivano realmente al cuore dei collezionisti.

Qual è la qualità che apprezza di più in un’opera?
Un quadro, una scultura o una fotografia mi devono emozionare. Le opere d’arte, quando entrano in una casa, diventano a tutti gli effetti una presenza nella nostra vita. Devono perciò trasmettere emozioni positive, che persistono nel tempo.

Ha una istituzione/galleria di riferimento (e se sì quale)?
Avendo lavorato per diversi anni nel mondo delle aste, le seguo sempre con attenzione. Per quanto riguarda le gallerie, invece, il mio punto di riferimento è tuttora Giulio Tega, presso la cui galleria (che è stata per molto tempo il punto di riferimento in Italia per il Novecento) ho lavorato appena uscita dall’università. Giulio mi ha insegnato come si guarda davvero un quadro.

In quale ambito la sua galleria può migliorare?
Ambiamo a partecipare a fiere sempre più importanti, e a farci conoscere anche all’estero.

Qual è l’aspetto che le piace maggiormente della sua professione e che le dà maggior soddisfazione?
Sicuramente vedere che Arte in Salotto sta diventando un punto di riferimento per tanti collezionisti, e che le persone che vengono in galleria non se ne vorrebbero più andare, è una grande soddisfazione. Quando abbiamo aperto in pieno covid, con un concept molto particolare, alcuni amici galleristi pensavano fossi matta a fare una galleria con questi colori e questo sapore. Ora a tante fiere vedo pareti scure come fondo per le opere. Anche valorizzare il lavoro degli artisti, e farli crescere nel tempo, è una sensazione felice.

Ha, o vorrebbe avere, una galleria anche all’estero (e se sì perché)?
Per ora non ci penso, sono concentrata sul percorso italiano.

Come pensa che si evolverà il mondo dell’arte e la sua fruizione (anche in relazione alle nuove tecnologie, alla blockchain e al metaverso)?
Per ora rimango un po’ scettica soprattutto per il tipo di arte che trattiamo noi, nonostante il grande entusiasmo che una novità come questa porta con sé. È un fenomeno iniziato con grande slancio, ma è sul lungo termine che si vedranno i veri punti di forza e le criticità.

Arte e diritto: tutela o vincolo (anche alla luce dell’applicazione del diritto di seguito e del diritto di produzione dell’opera riservati agli artisti)?
Sicuramente è un tema delicato, che più volte si è presentato durante gli anni di galleria e di aste. Mi astengo da essere l’ennesima voce del coro perché credo che per avvicinarsi ad esso in maniera adeguata servano molta esperienza e un grande studio specifico.

Le risposte di Camilla Prini di “Arte in salotto” state raccolte da Rachele Borghi Guglielmi di BIPART Studio Legale.

Commenta con Facebook