“Ultramoderne” è il titolo della Straperetana 2023, che riunisce le opere di diciotto donne con diverse provenienze, stili e generazioni. Teatro della mostra diffusa è Pereto (l’Aquila), una delle sedi, insieme a Roma e Lisbona, dell’innovativa e coraggiosa galleria Monitor.
“Il corpo, il pensiero intimo, i luoghi domestici, la cura, la lettura di sé, attraversano tutti i lavori in mostra, restituendoci una sensibilità comune, che si sovrappone”, così i fondatori e organizzatori di Straperetana, Paola Capata e Delfo Durante, raccontano i temi al femminile della settima edizione. Il borgo montano di Pereto e i suoi abitanti sono parte integrante delle opere esposte fino al 10 settembre 2023.
Ecco i nomi delle artiste in mostra: Sonia Andresano, Ruth Beraha, Tomaso Binga, Beatrice Celli, Anouk Chambaz, Francesca Chiola, Maria Adele del Vecchio, Sara Dias, Rä di Martino, Satya Forte, Maria Lai, Veronica Leffe, Giulia Mangoni, Eva Marisaldi, Elisa Montessori, Lulù Nuti, Cloti Ricciardi e Maddalena Tesser. Come si intuisce anche solo dopo una veloce lettura, si tratta di un incontro fra generazioni e stili diversi. Accomunati dalla forte sperimentazione e, in questo caso, dal filo comunicativo con il genius loci del borgo abruzzese.
Il percorso della mostra
Il percorso espositivo inizia da Palazzo Maccafani, l’edificio settecentesco che si affaccia sulla piazza omonima e che ospita la sede abruzzese di Monitor. Nell’ingresso centrale, Tomaso Binga (all’anagrafe Bianca Pucciarelli Menna, Salerno 1931) apre la mostra con “Mater”. In una serie di fotografie, il nudo dell’artista mima le lettere dell’alfabeto; l’esplorazione del corpo come strumento e nuova forma di linguaggio è alla base della poetica di Tomaso Binga. Mentre molto più in basso, nell’oscurità della cisterna, Sonia Andresano (Salerno, 1983) ha allestito l’installazione site-specific “Boite à outils”. Nelle altre sale di Palazzo Maccafani si trovano tracce artistiche di Beatrice Celli, Maria Lai, Maria Adele del Vecchio, Ruth Beraha, Cloti Ricciardi.
Si prosegue per le strade del paese, fra stradine in discesa e scale. In questo contesto, sono disseminate alcune opere; ad esempio, i disegni di Veronica Leffe, donne mitiche, una delle quali, Ipazia, è l’immagine-simbolo della mostra. O ancora il grande quadro di Giulia Mangoni, “Arrivano le pecore”, collocato nel luogo dove per secoli sono passate e hanno sostato le greggi provenienti dalle altre località montane.
La Casa del Prete
Si arriva alla ritrovata sede di Palazzo Iannucci, detto anche Casa del Prete. Qui il tempo si è fermato: la casa del prete è rimasta com’era, con tanto di quadri, foto e suppellettili del proprietario. In questo contesto congelato nel tempo, prendono vita le opere in mostra. In quella che era la “camera di sicurezza per gli uomini” (così è scritto ancora oggi all’ingresso di questa sorta di cella, poiché il palazzo negli anni Trenta ospitava la caserma del Carabinieri), Anouk Chambaz ha ideato la videoinstallazione “Etudes (á Pereto)”; protagonisti, alcuni abitanti peretani.
Nella cucina del primo piano, sono esposte quattro opere che Elisa Montessori (Genova, 1931) ha realizzato appositamente per “Ultramoderne”. Fra queste, sul tavolo trova posto un affascinante libro d’artista dal titolo “Tutti i giorni”. E, nell’ex magazzino, Lulù Nuti ha preso ispirazione dallo stendardo della vicina chiesa di San Giorgio per realizzare il suo “Egli danza”: il santo a cavallo, nell’atto di colpire il drago con la spada, diviene un unico gesto materico, fatto di ferro forgiato e ritorto.
“Ultramoderne” è aperta a Pereto in luglio e agosto e terminerà il 10 settembre, in concomitanza con Panorama. La mostra-evento (7-10 settembre) organizzata da ITALICS, dopo le edizioni nell’isola di Procida (Napoli) e a Monopoli (Bari), quest’anno approda nella vicina L’Aquila.