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La Tate di Londra cede in prestito nove color fields di Mark Rothko alla Fondation Louis Vuitton di Parigi

Rothko Room Tate Modern. Courtesy Tate Rothko Room Tate Modern. Courtesy Tate
Rothko Room Tate Modern. Courtesy Tate
Rothko Room Tate Modern. Courtesy Tate
La Tate Modern di Londra cede in prestito i nove Seagram Murals di Mark Rothko, che un tempo componevano la sala del museo interamente dedicata all’artista, alla Fondation Louis Vuitton di Parigi per una grande retrospettiva in programma dal 18 ottobre al 2 aprile 2024.

Le celebri opere furono commissionate nel 1958 per il ristorante Four Seasons, situato nel Seagram Building di New York. All’ultimo però Rothko si tirò indietro dal progetto, giudicando il ristorante “un posto dove i bastardi più ricchi di New York verranno a nutrirsi e mettersi in mostra“.

E non possiamo che tirare un sospiro di sollievo, visto che così facendo la serie di dipinti ha poi trovato una collocazione museale di prestigio. La Tate Modern di Londra la ospitava, fino a qualche anno fa, in una stanza pienamente dedicata. Nel contesto della rotazione della collezione permanente, le nove opere sono però state momentaneamente ritirate. E sostituite da tre grandi tele di Cy Twombly. Ora, addirittura, lasceranno il museo in direzione Fondation Louis Vuitton, Parigi. A sostituire Rothko (numericamente) e Twombly (a livello espositivo) saranno alcuni dipinti di Joan Mitchell.

A Parigi è infatti in programma un’ampia retrospettiva, co-curata da Christopher Rothko, figlio dell’artista, da più di 115 opere, provenienti da importanti istituzioni come la National Gallery of Art di Washington DC, la Menil Collection di Houston, in Texas, e la Fondation Beyeler di Basilea. La mostra occuperà tutti gli spazi della Fondazione e ripercorrerà l’intera carriera dell’artista.

Ad aprire il percorso espositivo l’unico autoritratto dell’artista, risalente al 1936, proveniente dalla collezione di Christopher Rothko. Seguono i dipinti realizzati negli anni ’30, raffiguranti paesaggi urbani come la metropolitana di New York. E poi le opere degli anni ’40, che testimoniano il passaggio di Rothko all’astrazione, a cui approda definitivamente sulla fine del decennio, quando definisce il suo stile composto da profondi oceani di colore. Dovrebbero essere circa settanta i color fields esposti.

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