CAMERA a Torino fino all’8 ottobre espone DOROTHEA LANGE Racconti di vita e lavoro e nella Project Room invita all’osservazione degli sguardi dei giovani talenti di FUTURES PHOTOGRAPHY nuove narrative
Della produzione fotografica di Dorothea Lange, uno dei pilastri della fotografia del Novecento, l’immagine che è rimasta negli occhi e nel cuore di diverse generazioni è Migrant Mother del 1936, quintessenza di orgogliosa disperazione materna, realizzata durante la Grande Depressione quando Lange lavorava per il programma Farm Security Administration (FSA) del governo degli Stati Uniti, formato durante quel periodo di crisi per sensibilizzare e fornire aiuto agli agricoltori poveri. È l’immagine di una madre, Florence Owens Thompson e i suoi figli incontrata a Nipomo in California in un campo pieno di lavoratori distrutti per il fallimento della raccolta dei piselli. Leggere le parole di Dorothea Lange che descrive la situazione di quel momento mette ancora i brividi. “Ho visto e mi sono avvicinata alla madre affamata e disperata, come attratta da una calamita. Non ricordo come le spiegai la mia presenza o la mia macchina fotografica, ma ricordo che non mi fece domande. Ho fatto cinque esposizioni, lavorando sempre più vicino dalla stessa direzione. Lei e i suoi figli vivevano di verdure surgelate dal campo e uccelli selvatici catturati dai bambini. Il raccolto di piselli si era congelato; non c’era lavoro. Eppure non potevano andare avanti, perché lei aveva appena venduto le gomme dell’auto per comprare del cibo”.
È questa è una delle tante straordinarie immagini che si incontrano nell’esposizione di CAMERA a Torino a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi dal titolo Racconti di vita e di lavoro dell’autrice americana nata a Hoboken, New Jersey, 1895 definita da John Szarkowski, per scelta un’osservatrice sociale e per istinto un’artista.
Sono 200 fotografie distribuite in diverse sale, icone storiche che illustrano la carriera di una delle più importanti autrici mondiali nel campo dell’immagine. Storie di fame, di povertà, di indigenza, soprattutto in California, nelle campagne come nelle città, frutto di un lavoro di tre anni che Lange compie assieme ad altri fotografi all’interno di un programma governativo di documentazione, specchio fedele degli anni Trenta in America dove la crisi economica ha generato scioperi e manifestazioni in tutto il Paese. Volti scavati di madri, di padri e di bambini.
Nella Sala 6 Dorothea Lange e Paul S. Taylor viaggiano nel Sud degli Stati Uniti per mettere in luce le condizioni di vita dei braccianti che lavorano al soldo dei grandi proprietari terrieri nelle piantagioni di cotone, tabacco e mais. La mostra prende in esame anche un capitolo ancora poco conosciuto della storia mondiale. È un ciclo di immagini toccante, concentrato sulla popolazione americana di origine giapponese, confinata in campi di prigionia, dopo il bombardamento giapponese di Pearl Harbour.
Le nuove narrative a cura di Giangavino Pazzola nella Project Room di CAMERA, mettono in scena sei progetti di talenti emergenti e gli autori delle fotografie esposte sono Andrea Camiolo (Leonforte, 1998), Nicola Di Giorgio (Palermo,1994), Zoe Natale Mannella (Londra, 1997), Eleonora Roaro (Varese, 1989), Sara Scanderebech (Nardò, 1985), Alex Zoboli (Guastalla, 1990).
Si esplora il tema della rappresentazione visiva, usi e costumi della contemporaneità in oltre 50 scatti con diversi strumenti e stili. Dal riutilizzo di immagini e materiali di archivio fino all’impiego di software e nuove tecnologie. Per un inedito panorama della fotografia contemporanea.
Dorothea Lange. Racconti di vita e lavoro
19 luglio – 8 ottobre 2023
CAMERA – Centro Italiano
per la Fotografia
via delle Rosine 18,
10123 Torino