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Il colore blu per Giulia Napoleone, l’astrazione di molteplici pensieri

Giulia Napoleone
Misura della memoria XIII, 2012

Roma. La Richard Saltoun Gallery ospita dal 12 settembre la mostra dedicata all’artista italiana Giulia Napoleone

L’esposizione segue la grande retrospettiva “Realtà in equilibrio” che si è svolta nel 2018 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAM). Focus: il colore blu. Come ha detto l’artista stessa, «L’azzurro è denso di storia […], è il colore dell’intelligenza, del pensiero, della poesia francese». In mostra opere su carta e dipinti, dagli anni Sessanta ai più recenti, caratterizzati per l’appunto dall’ampio uso del colore blu. Per l’artista, l’uso di tale colore non è semplicemente legato a elementi naturalistici come il mare o il cielo, ma costituisce, con le sue innumerevoli sfumature, l’astrazione di molteplici pensieri.

Il lavoro di Giulia Napoleone è strettamente legato al suo vissuto, alle cose da lei amate e percepite. L’intento del suo processo artistico è quello di restituire l’immediatezza della percezione, la quale non viene intesa unicamente come atto sensoriale, bensì comporta l’interpretazione che consolida il rapporto che noi stessi instauriamo con l’esterno. L’oeuvre di Napoleone è stata coinvolta nel fenomeno della percezione sin dagli anni ’60, seconda decade della sua carriera artistica, reduce dallo studio condotto, al riguardo, dall’artista futurista Giacomo Balla.

La sua pratica comprende tecniche e medium differenti, che spaziano da incisioni a tempere, da acquarelli a disegni, ed è sempre stata guidata dall’interesse di creare un’esperienza estetica elevata, attraverso un approccio sobrio e metodico. Il suo studio varia dall’esplorazione della composizione con opere monocromatiche degli anni ’50 e ’60, all’uso del colore, emerso a metà degli anni ’70; in particolare il colore blu, che descrive come “versatile” per tutte le sue diverse tonalità. Nonostante sia caratterizzato da una grande varietà, il suo corpus di opere è accomunato da una natura mutevole, in continua metamorfosi, in grado di svelare significati sempre nuovi che variano in base alla connessione creata fra l’opera e i suoi “lettori”.

Nata a Pescara nel 1936, romana d’adozione e ora con casa studio nelle terre etrusche del Viterbese, Giulia Napoleone si distingue per le sue opere astratte su carta sulle quali interviene con inchiostro, acquerello o matita. Creando i suoi paesaggi interiori o, come li chiama lei, “paesaggi di punti”, si riferisce al suo lavoro come a “un viaggio che può fermarsi a volte, ma non ha destinazioni né punti di arrivo.

È un cammino verso”. Analogamente al lavoro di Agnes Martin, Napoleone si è allontanata sia dal vocabolario gestuale dell’Espressionismo astratto sia dalle ripetizioni sistematiche del Minimalismo. Le sue opere su carta, intime e infinitamente sottili, richiedono un attento esame dei loro sfumati effetti percettivi.

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