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Dal 9 settembre a Cremona la mostra Antonio Campi a Torre Pallavicina

Da sinistra: Cristo nell’orto e Cristo davanti a Caifa, Galleria Canesso Milano; Andata al Calvario (inv. 889) e Resurrezione (inv. 990), Torino, Musei Reali - Galleria Sabauda.
Da sinistra: Cristo nell’orto e Cristo davanti a Caifa, Galleria Canesso Milano; Andata al Calvario (inv. 889) e Resurrezione (inv. 990), Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda.

Nel nuovo Museo Diocesano di Cremona apre il 9 settembre l’esposizione Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia che esporrà per la prima riunite le tavole superstiti di un ampio ciclo dipinto dal grande manierista cremonese negli anni Settanta del Cinquecento per il marchese Adalberto Pallavicino

I due notturni di Antonio Campi (Cremona, 1522/1523-1587) “Cristo nell’orto” e “Cristo davanti a Caifa” erano stati pubblicati cinquanta anni fa dalla storica dell’arte Maria Luisa Ferrari. Il recente ritrovamento delle due opere, esposte nel 2021 alla galleria Canesso, ha portato nuovamente la questione di Torre Pallavicina all’attenzione degli studiosi: grazie ad approfondite ricerche d’archivio, Monica Visioli ha ritrovato un inedito documento che ha permesso al Professor Marco Tanzi di aggiornare una sua precedente scoperta.

Una trentina di anni fa lo storico dell’arte cremonese attribuiva ad Antonio Campi due tavole dei Musei Reali di Torino fino a quel momento considerate opera di un pittore nordico. Erano entrate nelle collezioni sabaude negli anni Cinquanta quando, nonostante l’autore fosse anonimo, lo Stato aveva deciso di acquisirle per la loro altissima qualità. Soltanto quest’anno, grazie alle ultime scoperte documentarie si è potuto stabilire con certezza che le due coppie di dipinti – quelle torinesi e quelle di Galleria Canesso – condividono una comune provenienza: l’Oratorio di Santa Lucia di palazzo Pallavicino Barbò.

Oggi sappiamo che la cappella privata voluta da Adalberto Pallavicino era arricchita da almeno 15 tavole con episodi della Passione di Cristo dipinte negli anni Settanta del Cinquecento, un caso privo di paragoni nella Lombardia manierista dell’epoca. Delle quattro opere oggi note, quelle torinesi, con colori smaglianti e affollate di personaggi, ci mostrano la maturità del manierista cremonese mentre le tavole Canesso sono tra i più alti esempi di quello sperimentalismo luministico che portò Antonio Campi a dipingere alcuni dei più emozionanti notturni della Lombardia prima di Caravaggio.

Della sorte di tutte le altre tavole di Torre, alcune certamente danneggiate e forse distrutte, ancora non sappiamo nulla. Le novità documentarie e le recenti scoperte presentate nella mostra cremonese saranno pubblicate in un volume corredato da nuove campagne fotografiche.

La mostra Antonio Campi a Torre Pallavicina. L’Oratorio di Santa Lucia sarà visitabile presso il Museo Diocesano di Cremona, Piazza S.A.M. Zaccaria 4, dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 18:00.

 

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