L’edizione primaverile di Mercanteinfiera, che si è tenuta lo scorso marzo a Parma, ha visto ben 60 mila visitatori. Ora è alle porte quella autunnale, che aprirà il 30 settembre (fino all’8 ottobre) sempre alle fiere di Parma
Manca poco all’inaugurazione della fiera del collezionismo vintage, che ogni anno allestisce con due appuntamenti (uno primaverile e uno autunnale) un lungo viaggio nell’arte. L’anima di Mercanteinfiera, un vero e proprio salone per cacciatori di memorie, è fatta di antiquariato, design storico e modernariato.
Passeggiando tra gli stand collezionisti e amatori troveranno oggetti di modernariato, che sembrano essere stati abbandonati dal flusso della vita, come vecchie bambole di inizio ‘900 o suggestivi album di fotografie a carillon. Oppure ci si potrà imbattere nel design d’autore, ovvero mobili e complementi per la casa che vanno dal secondo Dopoguerra fino agli anni Ottanta firmati da designer universalmente riconosciuti come “maestri”: Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, Joe Colombo e Vico Magistretti solo per citarne alcuni. Poi la storia dell’arte, cinque secoli di stile e del gusto (barocco, neoclassico, ’Art Decò solo per citarne alcuni) cui si affianca da sempre l’archeologia, trasformando il salone di Fiere di Parma nella patria del cross collecting: un collezionismo eclettico, che ignora le classificazioni a favore di un accostamento inedito e audace tra opere ed oggetti.
A sfilare nei quattro padiglioni del polo fieristico, infine, gioielli anche antichi, le grandi firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e tutto l’arsenale seduttivo della moda d’antan: elegante e sostenibile che nessuna donna considererebbe mai superflua.
Le mostre collaterali
Mercanteinfiera propone sempre anche mostre collaterali. “In vino veritas: le infinite forme del cavatappi”, realizzata insieme ai Musei del Cibo di Parma, è dedicata ai cavatappi, oggetti multiuso, tascabili, a leva, a meccanismo semplice… Nel ‘700 non stappavano solo le bottiglie, ma venivano utilizzati – nella loro versione gioiello – anche dalle donne dell’aristocrazia per aprire le boccette dei profumi, sigillati con tappi di sughero.
Un oggetto d’uso quotidiano disegnato per la prima volta da Leonardo Da Vinci, che nel Codice Atlantico, ci ha lasciato una serie di schizzi (1482 -1499). Del resto le origini del cavatappi risalgono proprio al XV secolo: secondo una prima ipotesi deriverebbe dall’attrezzo a spirale usato dai soldati per rimuovere le palle di piombo incastrate nelle canne dei fucili ad avancarica. Secondo un’altra ipotesi il precursore dei cavatappi sarebbe stato il punteruolo per botti. Il primo brevetto della storia risale invece alla fine del Settecento. Da allora fu un susseguirsi di innovazioni e brevetti: agli inizi del XIX secolo nacque il cavatappi detto “a farfalla”; nel 1828, in Francia, quello “a rubinetto”, dieci anni dopo quello “a doppia vite”. Per avere il primo brevetto italiano sarà necessario attendere il 1864. Nacquero poi i cavatappi “a cremagliera” o “a pignone” e quelli “a manovella”, che ricordavano dei mini macinini da caffè; il cavatappi che noi più conosciamo, “a leve laterali”, risale alla fine dell’Ottocento.
A volte i collezionisti sviluppano un vera e propria forma di ossessione per i loro oggetti del desiderio. Quella di Paolo Brillo è per Bob Dylan. Armato “solo” di costanza e di una macchina fotografica, Brillo ha letteralmente immortalato ogni istante dei concerti del grande cantautore americano. Il risultato è un libro affascinante e magnifico, “No Such Thing As Forever“, 250 scatti che documentano 30 anni di concerti, una selezione dei quali si potrà ammirare all’altra mostra collaterale di Mercanteinfiera “Paolo Brillo. Stolen Moments. Bob Dylan and Other Music Icons” realizzata in collaborazione con la Galleria di Milano Antonio Colombo Arte Contemporanea.
La terza collaterale di Mercanteinfiera sarà “Comunicare la moda: immaginari di genere, 1960-1980. Un percorso negli archivi CSAC”. La mostra propone una lettura dei molteplici intrecci tra makeover culture, media e gender studies partendo dallo studio dei materiali originali conservati negli Archivi della Moda del Centro Studi e Archivio della Comunicazione Visiva di Parma. Il percorso espositivo affronta la trasformazione del sistema moda tra fine Sessanta e Ottanta indagandone anche la comunicazione in una fase in cui femminile e maschile si fusero stilisticamente con uno stesso linguaggio. Un decennio, quest’ultimo, che è stato rilevante per affermare il valore della multidisciplinarietà nelle ricerche sulla moda, sia per un’analisi del presente, sia per la sua storicizzazione.
Mercanteinfiera
30 settembre – 8 ottobre 2023
Fiere di Parma, Viale delle Esposizioni 393/A
Orari: dalle 10:00 alle 19:00
Prezzo: 15 Euro (alle casse); 12 Euro (on line); gratuito per ragazzi fino a 14 anni
il 30 settembre e 1, 7 e 8 ottobre (sabato e domenica) i visitatori che esibiranno il biglietto di Mercanteinfiera, potranno ottenere l’ingresso gratuito ai Musei del Cibo di Parma.