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A tu per tu con Solomostry

SANTERIA SOCIAL CLUB ROOFTOP, 2018.
ENAMEL ON CANVAS
100CM X 100CM
2022

Il giovane Urban Artist Solomostry ci racconta in questa bella chiacchierata chi è, il suo lavoro, da dove trae ispirazione e i suoi ultimi progetti

Incontriamo Solomostry in più incontri differiti negli anni ed in differenti luoghi. Il primo incontro è avvenuto nel 2019 alla mostra TUTT COUS! della crew berlinese 1UP presentata alla Avantgarden Gallery quando ho chiesto ad un tipo strano, che indossava una felpa con l’immagine di un mostro, se riusciva a darmi i riferimenti di Solomostry, autore del disegno sulla sua maglia. Il signore stravagante era nientepopodimeno del gentilissimo Giacomo Spazio che mi ha indicato, e successivamente presentato, Edoardo, anche lui presente all’indimenticabile mostra.

Scambiatici i contatti ci siamo incontrati nel suo studio, zona Piazza Udine, per una prima intervista e conoscenza reciproca. A quei tempi non voleva farsi ritrarre per mantenere il necessario anonimato. Avevo già visto su diversi muri della città i suoi riconoscibili mostri che trovavo di una forza magnetica e di una cattiveria incoraggiante. Senza alcuna tecnica pittorica tradizionale e con il solo uso veloce di uno spray monocolore, l’efficacia dei sui disegni stilizzati era encomiabile e da approfondire. Volevo conoscere nel dettaglio il processo creativo dell’autore di quei faccioni così disturbanti.

Da quel giorno ci siamo rivisti numerose volte, sia negli Studio Visit che Edo frequentemente organizza, presentando anche i lavori di più giovani artisti (ultimo @lostkidnoreward), sia in incontri per una birra e una sigaretta insieme. Il tempo è passato e negli ultimi appuntamenti ha accettato di farsi fotografare.

 

Solomostry, chi sei, perché questo nome?
Solomostry é un progetto che nasce intorno al 2007/2008, prima facevo i graffiti poi in quegli anni ho scoperto la musica techno e i club e ho iniziato a fare allestimenti per un locale a Milano dove suonavano amici. Il nome Solomostry nasce dal fatto che quando ho iniziato a fare gli allestimenti, i graffiti non si sposavano affatto con la musica techno e quindi decisi di creare questi grossi volti (io li chiamavo mostri) che guardavo dall’alto le persone che ballavano, accompagnandoli fino all’alba.

Sei giovanissimo, come hai cominciato?
Sono classe 1988, ho iniziato con i graffiti intorno ai primi 2000, con Solomostry circa nel 2007/2008 e con le gallerie circa nel 2014.

Che adolescenza hai avuto?
Una bella adolescenza, non mi è mai mancato nulla. Anzi ho viaggiato molto grazie alla mia famiglia, ma anche quando ho viaggiato da solo, ho avuto la possibilità di dipingere in molte città e di visitare molti club e festival di musica per tutta Europa.

Fai ancora i muri in giro per le città?
Al momento quasi nulla, e un po’ mi manca, ma ho spostato la mia produzione su media differenti, ma non è un addio ai muri.

SANTERIA SOCIAL CLUB ROOFTOP, 2018.

La Street Art è una cugina lontana dell’arte contemporanea?
Sì direi che sono due cose completamente differenti, che ultimamente qualcuno sta avvicinando, ma credo si veda quando una persona abbia iniziato per strada a produrre.

Chi sono i tuoi riferimenti?
Primo tra tutti Keith Haring a livello internazionale, Retna, Revok, Cleon Peterson, L’atlas, Trush Holmes, Okuda, Pantone, 2501, Sobekcis, Moneyless, Luca Zamoc, Blu, Erica il cane, canemorto per rimanere nella scena. Ma anche Sollewitt, Joyce Pensato, Peter Saul, David Tremlett, Alberto Burri, Lucio Fontana e Picasso!!!
E molti altri che sicuro mi sono dimenticato.
Anche perché ho anche persone che non sono artisti ma che comunque sono dei grandi ferimenti per me…

A livello musicale invece?
A livello musicale sono sempre stato fan di musica techno e hardcore, spaziando dalla elettronica o alla trance, tra i miei artisti preferiti ci sono Lauren Garnier, Jeff Mills, Anthony Rother, 3 steps, Ahead, Paul Elstak, Neophyte, Octave one e tanti altri.

C’è qualcosa che vuoi dire con i tuoi ‘mostry’?
I mostri sono lo spirito che mi porta avanti, sono volti impattanti duri e crudi che non si fermano davanti a nulla, senza paura vanno avanti implacabili.
Sono il mio esercito, la mia forza d’animo, il mio scudo, la mia famiglia, la mia tribù.
Quello che spero è che le persone che si appropriano di un mio mostro che sia tela, una ceramica o una mia maglia, si sentano parte di una tribù, un movimento, e che credano anche loro che se vuoi fare una cosa basta andare giù a muso duro che si fa tutto.

Ce la fai a vivere facendo l’artista?
Certo! (ride, nda). Dai, sul serio, ci campo ormai da anni, bisogna capire dove si può grattare e grattare!
Ma allo stesso tempo bisogna crederci e sbatterci 24/7.

Via Padova Piola Lambrate, periferia nord…
Via Padova è casa mia, spesso quando mi chiedono di dove sono io rispondo via Padova, perché via Padova era state of mind ancora prima di Nolo e di tutti i forestieri.

Chi è la tua Crew? Ti confronti ancora con loro?
Faccio parte di due crew TMACD e SATA
Sono tutti amici mi ci confronto di più al bar rispetto che davanti ad un muro ormai.

Il muro serve ancora?
Te l’ho detto non mi nego nulla.
Al momento sono più devoto allo studio ma mai dire mai.

35CM X 20CM
2021

Parlaci del nuovo lavoro con la ceramica
La ceramica è un amore tornato dopo quasi 15 anni, ora sono un paio di anni che ci ho rimesso mano e mi sta piacendo sempre di più.
Sono ancora alle prime armi, ma penso che chi mi segue ha già notato una bella evoluzione in poco tempo. E questa evoluzione è appena iniziata!

Nel 2012 ti sei laureato con una tesi su te stesso, che senso ha avuto per te?
Si ho fatto la tesi su Solomostry per mettere le basi su come lavorarci veramente, come dovevo uscire online, contenuti, comunicazione etc., d’altronde mi sono laureato in graphic design e art direction a differenza di molti artisti che fanno arti visive.
Quindi per me è stato un altro inizio.

Qualcuno ritiene che fai un lavoro un po’ ‘paraculo’?
Ah boh può essere, io stesso alle volte credo di aver fatto delle scelte un po’ paracule, però fanc****, l’importante è spingere!

Urban e Hip Hop vanno di pari passo?
Boh io ho sempre ascoltato più techno e hardcore che hip hop….
ormai credo che tutto vada di pari passo ai social e che sia tutto scollegato.
Vuoi fare una roba, la fai, la pubblichi, poi se segui dei trend, segui dei trend, se no fai nuovi trend.

Droghe?
Le droghe spesso sono associate alla creatività, come quasi un obbligo, ma alla fine ti fotti il cervello se pensi che sia quella il tuo pozzo creativo segreto.
Io credo siano più ricreative che creative, anche se la ricreazione ti rilassa e ti dà modo di pensare con meno stress.
Ma non esageriamo con il rilassamento, che chi dorme non piglia pesci.

Chi sono i tuoi collezionisti?
Non ho un target unico, da giovani a meno giovani, da appassionati di Urban e robe di strada a persone che hanno pezzi di artisti classici, non ho ancora capito, ma non credo ci sia neanche bisogno di racchiuderli in una categoria.

SPECIAL NEON CANVAS FOR BOTANICAL CLUB MILANO.
CHEERS!
2022

Potrebbe esistere un mercato dell’arte senza internet?
Beh è sempre esistito, e credo che tu lo sappia meglio di me, quindi vai stacca internet!

Che futuro ti immagini?
Mi immagino un futuro pieno di novità con la speranza di consolidare e strutturare quello che sto facendo sempre di più.

Riesci a dirmi quante opere fai in un anno?
Quest’anno ho fatto una cosa tipo 10 mostre più o meno tra fiere e gallerie, 5/6 drop online sul mio sito di limited edition, 2/3 collaborazioni con brand e sicuramente qualche commissione privata e sto già lavorando ad alcune mostre dell’anno prossimo.
Non tutto era nuovo, ma quest’anno ho raggiunto dei numeri di produzione che non ci credo neanch’io a pensarci.
Non so veramente dirti nello specifico quanti pezzi ho fatto.

SOLOMOSTRY.COM

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