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Chi vincerà alla Mostra del Cinema di Venezia? Ecco i pronostici di ArtsLife

Mostra del Cinema di Venezia

Mostra del Cinema di VeneziaEdizione particolarmente riuscita della Mostra del Cinema nonostante l’assenza degli attori hollywoodiani da Venezia. Stasera la premiazione

Termina con molta soddisfazione l’80ª edizione della Mostra di Venezia, iniziata con grande preoccupazione dei media a causa dell’ingombrante assenza delle star hollywoodiane, le preferite dei red carpet. Invece il direttore Alberto Barbera, con la classe composta a cui ci ha abituato in questi anni, ha saputo difendersi e sorprendere tutti con una selezione di altissimo livello. Forse una delle più interessanti da molti anni a questa parte. Importante il suo successo ancora di più, perchè se il Presidente Roberto Cicutto termina il mandato quest’anno e pare che non sarà riconfermato – mentre scrivo i rumors danno Pietrangelo Buttafuoco come potenziale successore – a Barbera rimane un anno per convincere che ancora è il migliore candidato per il ruolo.

Gli addetti ai lavori non hanno dubbi, la politica dovrà prendere una enorme responsabilità al riguardo. Soprattutto l’equilibrio delle relazioni con gli altri paesi dello scacchiere produttivo dell’industria, in special modo con gli Stati Uniti, che rappresentano il massimo del lustro, potrebbe subire pesanti ripercussioni in un momento già estremamente delicato. Tornando ai film del concorso principale, molti e importanti i temi affrontati, dall’immigrazione, alle crisi umanitarie, dal razzismo all’identità di genere. Tanti anche i film di finzione degni di nota.

3 in lizza per il Leone?

Su tutti svetta per innovazione di linguaggio Poor Things di Yorgos Lanthimos che, per motivi diversi come Everything Everywhere all at Once, è un film rivoluzionario e di transizione verso una narrazione più immersiva. Questo titolo mette sicuramente tutti d’accordo, e se alcuni critici pensano che rappresenti una fantasia maschile – senza spoiler la storia “frankensteinesca” si dipana intorno alla conquista della libertà della protagonista, una superlativa Emma Stone, attraverso l’esplorazione sessuale degli altri – ciò che resta inconfutabile è che Poor Things è già una pietra miliare e si candida ai più alti riconoscimenti durante la stagione delle premiazione alle porte. Altro film molto discusso è La bête di Bertrand Bonello, una storia distopica sulla ricerca dell’amore nello spazio e nel tempo, che ha conquistato soprattutto la falange dei critici più intellettuali quindi secondo noi non ce la farà.

Dogman di Luc Besson è il terzo film più nominato, una storia tutto sommato già navigata, che ha rapito il pubblico grazie all’interpretazione di Caleb L. Jones, principale indiziato per la Coppa Volpi maschile. Tuttavia secondo noi a sorpresa sarà Jaime Vadell nei panni di Augusto Pinochet in El Conde di Pablo Larrain a svettare sugli altri. La contesa per il premio alla Miglior attrice protagonista per tutti dovrebbe essere tra Emma Stone in Poor Things e Jessica Chastain in Memory di Michel Franco (per cui pure si sospetta un premio), tuttavia in queste ore al Lido circola la voce che sarà Cailee Spaeny, la Priscilla (Presley) di Sofia Coppola, a salire sul palco stasera. Il film snobbato dalla critica integralista è piaciuto molto a pubblico generico e studenti.

Attese e vaticini

Il premio per il miglior attore esordiente dovrebbe essere destinato a Seydou Sarr protagonista di Io Capitano di Matteo Garrone. Noi facciamo il tifo anche per Lubo di Giorgio Diritti, che attualmente sembra restare fuori dal Palmares. Ad Enea di Pietro Castellitto, stroncato dalla maggior parte della critica e nominato tra i peggiori film dell’anno sul muro del pianto di Gianni Ippoliti, pare che sarà comunque destinato un premio, ed è davvero difficile immaginare per cosa. Finalmente l’alba di Saverio Costanzo è l’altro titolo disapprovato della competizione: pieno di clichè ed esotismi sembra essere stato confezionato per piacere agli americani. Colonna sonora televisiva e attori fuori parte. La Teoria del tutto di Timm Kroger, che sappiamo fosse uno dei preferiti dei selezionatori – e anche nostro -, sembra a questo punto della competizione non essere contemplato. Mai dire mai.

E se Maestro di Bradley Cooper sarà una presenza invasiva durante l’award season, noi diamo invece per certa la vittoria di Green Border di Agnieska Holland per il messaggio politico che diffonde. Per quanto riguarda la sezione Venice Immersive che quest’anno ha riscosso un successo senza precedenti con il sold out arrivato ancor prima dell’inizio, noi diamo per vincitori:

Sen di Keisuke Ito, ex studente di Biennale College, che ha avuto un’opera sull’isola ogni anno, con questa esperienza arriva all’eccellenza. Torneremo su questa esperienza con un approfondimento nei prossimi giorni.

Emperor di Marion Burger e Ilan Cohen, una perla che abbiamo scoperto veramente all’ultimo, il racconto struggente di una figlia che aiuta il padre ad affrontare un importante disturbo del linguaggio che gli impedisce di comunicare col resto del mondo. Un’opera emotivamente molto coinvolgente.

Flow di Adrian Lokman è una esperienza immersiva dove bisogna lasciarsi andare al flusso del vento e che comunica un senso di libertà e leggerezza di un incredibile potere curativo.

Degni di nota per applicazione commerciale a breve termine Tulpamancer di Marc da Costa e Matthew Niederhouser, su cui a breve uscirà uno speciale e Jim Henson’s The Storyteller: The Seven Raven, che rappresenta una rivoluzione per l’editoria. Ma anche di questo ne parleremo nei prossimi giorni. Intanto qui sotto abbiamo raccolto le opinioni dei tanti spettatori del festival, tra giornalisti, studenti e operatori dell’industria. Comunque vada il festival è stato un grande successo.

 

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