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Il nuovo film sul Guercino: Uno su Cento, intervista alla regista Giulia Giapponesi e al critico d’arte Marco Riccòmini

Mentre si spengono i riflettori sulla mostra del cinema di Venezia si accendo per due giorni a Cento, alla Multisala CINEPARK, dove questa sera in anteprima nazionale verrà presentato il film GUERCINO. Uno su Cento. La prima di due serate, promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento che del film ne è produttrice assieme alla FILM Commission Emilia Romagna. Sarà presente in sala l’Assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna Mauro Felicori, la regista Giulia Giapponesi e il Critico d’arte e protagonista del film Marco Riccòmini. Tutto esaurito anche per la seconda serata in cui verrà proiettato il film, martedì 19 alle ore 20.30 ad ingresso gratuito offerto dalla Fondazione.

Mi piace pensare che “un film è per sempre”. Il cinema è un potentissimo strumento di comunicazione e nell’epoca contemporanea è usato come strumento di marketing territoriale. Era l’estate del 2020, ero appena diventata Presidente della Fondazione e la scorsa amministrazione mi presentò il progetto. Malgrado il covid che ha reso tutto estremamente difficile, oggi siamo arrivati alla presentazione del Film. Mi piacque da subito, perché ne percepivo la potenzialità come ritorno per la Città.” Sono le parole di Raffaella Cavicchi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cento ente che, assieme alla Emilia-Romagna Filma Commission, ha finanziato la produzione del film.

Il film racconta arte e vita del pittore dei sentimenti, il maestro del ‘600 che conquistò la gloria con il suo talento. Una storia che si intreccia a quella del suo paese, Cento, a cui rimase sempre fedele, nonostante il successo. Un legame ricambiato che è emerso forte durante il sisma del 2012, quando i cittadini di Cento sono accorsi a salvare le opere del pittore e, per non lasciarle chiuse in un magazzino, hanno deciso di spedirle lontano per il bene dell’arte. Un incredibile viaggio che ha portato Guercino fino in Giappone, in nome dell’amore per la cultura e della solidarietà fra i popoli.

Abbiamo chiesto alla regista Giapponesi – bolognese, già vincitrice di premi internazionali tra i quali il film sulla vita dei Carracci – ed al critico e produttore esecutivo Marco Riccòmini alcune curiosità sul film.

Come è nata l’idea di girare un film su Guercino? 

Giulia Giapponesi: <<Dopo il successo del documentario sui Carracci, premiato in diversi festival internazionali, abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto continuare a raccontare i grandi maestri della Scuola Emiliana del Seicento, su cui ancora mancano approfondimenti in campo cinematografico. La scelta allora era fra Guido Reni e Guercino. La storia di Guercino ci è sembrata però più urgente perché racconta non solo il genio del grande artista, ma anche le peripezie delle sue opere, che sono attuali, perché dopo il terremoto del 2012 moltissimi quadri di Guercino non avevano più una casa. E così abbiamo pensato che ci fosse una storia anche contemporanea da raccontare insieme alla biografia dell’artista.>>

Potremmo definire il film un “documentario” su Guercino? 

Giulia Giapponesi: <<Certamente sì, anche se va detto che non è il classico documentario culturale. Si tratta un’opera originale che non racconta solo un artista ma anche come la memoria di un artista può attraversare i secoli solo se il pubblico continua ad amarlo. E Guercino è amatissimo, soprattutto nella sua terra natale in cui una comunità di appassionati si impegna per fare conoscere la sua arte.>>

Qual è il significato che ha voluto dare al titolo? 

Giulia Giapponesi: <<Volevamo sottolineare il legame con la città natale di Guercino e il fatto che il pittore non abbia mai dimenticato le sue origini, neanche nei periodi di maggiore gloria. La città di Cento è la co-protagonista del docufilm. Poi, ovviamente, “Uno su Cento” è un modo di dire usato per sottolineare l’eccellenza, anche se nel caso dell’abilità pittorica di Guercino sarebbe forse più giusto dire “uno su milione”…>>

Quale percorso scientifico ha dato vita al film?

Marco Riccomini: << Come nel caso dei Carracci, ho coinvolto alcuni colleghi storici dell’arte nella narrazione del genio guercinesco, proprio per dare voce a chi Guercino lo conosce benissimo. E, comunque, a differenza dei Carracci, questo su Guercino è un film che si sofferma e indugia soprattutto sull’aspetto per così dire “umano” dell’artista.>>

Guercino è stato un pittore molto longevo e prolifico nella sua opera. Come si può rappresentare in un film di 1 ora?

Marco Riccomini: <<Non si può. Questo è solo uno dei tanti punti di vista da cui si può raccontare un genio come Guercino. Sono contento però del fatto che siamo riusciti a trovare spazio anche per parlare degli affreschi e dei disegni, che non sempre sono ricordati, mentre Guercino era soprattutto un incredibile disegnatore. Abbiamo dovuto fare delle scelte, sicuramente sacrificando molte opere importanti, fra cui quelle del periodo romano, appena accennato nel film. Non era possibile parlare di tutto, ma io credo che al pittore centese sarebbe piaciuto molto un racconto che lo collocasse nella città che amava tanto, fra i suoi concittadini.>>

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