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La grande mostra di Guercino ai Musei Reali di Torino

Guercino, San Matteo e l’angelo, 1622, olio su tela, 120 x 180 cm, Roma, Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina Guercino, San Matteo e l’angelo, 1622, olio su tela, 120 x 180 cm, Roma, Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina
Guercino, San Matteo e l’angelo, 1622, olio su tela, 120 x 180 cm, Roma, Musei Capitolini - Pinacoteca Capitolina
Guercino, San Matteo e l’angelo, 1622, olio su tela, 120 x 180 cm, Roma, Musei Capitolini – Pinacoteca Capitolina

Presentata al Ministero della Cultura la grande mostra “Guercino. Il mestiere del pittore” che inaugurerà il 23 marzo nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino

È nel Palazzo di affaccio sulla piazzetta Reale di Torino e, in particolare, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali che, dal 23 marzo al 28 luglio 2024, sarà possibile ammirare la mostra di spessore internazionale “Guercino. Il mestiere del pittore”, a cura Anna Maria Bava (Musei Reali di Torino) e Gelsomina Spione (Università di Torino-Dipartimento Studi Storici). Per la prima volta dopo quattrocento anni si riuniscono assieme la pala che l’artista realizzò per il cardinale Alessandro Ludovisi e tre dipinti per la stessa committenza, separatisi nel corso dei secoli tra diverse collezioni internazionali.

Le oltre cento opere del Maestro emiliano e di altri artisti coevi – come i Carracci, Guido Reni e Domenichino – metteranno in dialogo il significativo nucleo di dipinti e disegni della Collezione Sabauda e della Biblioteca Reale, con più di trenta prestiti da chiese del periodo emiliano e piemontese, collezioni private e importanti musei. Inclusi il Museo del Prado di Madrid, il Monastero di San Lorenzo a El Escorial, la Galleria Borghese e i Musei Capitolini.

 

Guercino, Liberazione di san Pietro, circa 1622, olio su tela, 105 x 136 cm, Madrid, Museo del Prado
Guercino, Liberazione di san Pietro, circa 1622, olio su tela, 105 x 136 cm, Madrid, Museo del Prado

Barocco emiliano

Era già nell’aria un rinnovato interesse per l’opera e la figura di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666). Colui che fin da bambino mostrò quella genialità nel disegno che lo condusse a diventare tra i più celebri esponenti del Barocco emiliano. Grazie alla maestria del chiaro scuro, alla resa dettagliata dei soggetti e all’attenzione per la loro drammaticità emotiva, che egli trasmise ai suoi allievi. Trovandosi a Cento, esattamente a metà strada tra Bologna e Ferrara, nel periodo della sua formazione Guercino si ispirò ai maestri bolognesi, quali erano i Carracci, così come a quelli ferraresi, quali Dosso Dossi e Scarsellino, fra gli altri.

La mostra si inserisce in un programma più ampio, seguendo all’inaugurazione della Biblioteca Civica di Cento, riaperta alla fine del 2023 e alla mostra bolognese “Guercino e i suoi allievi. Dalle teste di carattere ai ritratti”, fruibile fino al 25 febbraio 2024. Seguirà in autunno un’esposizione sul Maestro nel periodo del papato di Gregorio XV Ludovisi, alle Scuderie del Quirinale di Roma.

 

Guercino, Autoritratto, 1630 – 1632, olio su tela, 70,5 x 65 cm, Londra, Schoeppler Collection
Guercino, Autoritratto, 1630 – 1632, olio su tela, 70,5 x 65 cm, Londra, Schoeppler Collection

La volontà curatoriale

L’esposizione torinese consentirà di ripercorrere la produzione di Guercino “mostro di natura e miracolo da far stupir”, come lo definì Ludovico Carracci. Percorrendo le sale sarà possibile comprendere appieno il mestiere del pittore e le dinamiche della bottega e capire l’intero sistema dell’arte del tempo. Anche grazie alla volontà curatoriale di trattare aspetti meno nobili come quello economico. Dal quale si deduce che il Maestro ebbe come committenti i protagonisti delle maggiori corti dell’epoca come gli esponenti della borghesia di Cento, tra una folta produzione di affreschi e dipinti di matrice religiosa, ai quali si alternano meravigliose opere a tema mitologico.

Il nostro taglio – spiega la curatrice Anna Maria Bava – guarda alla società del pittore e al suo rapporto con essa. A come il mercato giocasse un ruolo fondamentale. Una vastissima documentazione al riguardo ci ha permesso di approfondire questi scenari. Abbiamo cercato di rispondere, attraverso gli studi su Guercino e sul suo tempo, alle stesse domande che si pongono i musei oggi: come viene realizzato un listino dei prezzi? quanto costa un quadro? in base a cosa si sceglie il suo prezzo?”.

La mostra nasce con l’idea di valorizzare il patrimonio dei Musei Reali, dalla quale esalta la grande pittura emiliana del Seicento alla quale da subito i Savoia si interessarono. Un interesse che si protrasse nel tempo, fino alla fondazione della Galleria nel 1832 da parte di Carlo Alberto di Savoia. In essa confluirono dipinti del Guercino come La Madonna della Benedizione, La Santa Francesca Romana, Il figliol Prodigo e poi la grande pala dedicata alle Sante Gertrude e Lucrezia. Una collezione che si tradusse in quelli che sono oggi i Musei Reali. La mostra comprende opere rappresentative dell’intera produzione del Maestro e dodici disegni provenienti dalla Biblioteca del Museo Reale, al confronto con quattordici dipinti dei Musei Sabaudi.

 

Guercino, Il ritorno del figliol prodigo, 1627 – 1628, olio su tela, 125 x 163 cm, Roma, Galleria Borghese
Guercino, Il ritorno del figliol prodigo, 1627 – 1628, olio su tela, 125 x 163 cm, Roma, Galleria Borghese

Il percorso della mostra

La grande rassegna vede una divisione in dieci sezioni tematiche. Accoglie il fruitore la sezione dedicata alla formazione e allo sguardo di Guercino ai lavori di Ludovico Carracci, di cui sarà esposto in mostra il prezioso olio su rame con l’Annunciazione, insieme ad altri pittori di riferimento del Maestro e alle sue opere giovanili. Segue il confronto di Guercino con la natura. Una scelta di opere pittoriche tipicamente emiliane, dalle quali emerge la sua vena sentimentale. La terza sezione vede invece i primi passaggi del pittore da allievo a Maestro. Il momento in cui non potendo da subito gestire una bottega Guercino fonda una piccola Accademia.

L’incontro fortuito con il cardinale Alessandro Ludovisi, poi papa con il nome di Gregorio XV, che lo chiama a Roma, riguarda la quinta fase del percorso, alla quale fa seguito un’indagine sul processo creativo dell’artista. Dai lavori su carta e su tela all’affresco. Dall’ideazione di un modello alla sua replica. Alla settima sezione, dedicata al mercato dell’arte, segue quella che vede Guercino in dialogo tra due mondi: scienza e magia. Chiudono la mostra sezioni che guardano all’attenzione che il Maestro rivolge al pubblico. Il gusto per la rappresentazione teatrale degli affetti, dei drammi e delle passioni umane e per le grandi eroine del mito e della storia. Con opere che ritraggono figure come le Sibille, Diana, Lucrezia, Cleopatra. Le più celebri “famme fortes”, rese in un clima di moderna sensualità. Accompagnano la mostra diverse proposte didattiche, visite guidate, laboratori e workshop.

Le previsioni

La mostra torinese promette di essere “uno degli eventi clu del 2024” nelle parole di Massimo Osanna, Direttore Generale Musei. Che ha sottolineato come il numero dei visitatori stia salendo vertiginosamente. Parole cui si affiancano quelle del Segretario Generale del Mic, nonché direttore avocante del complesso museale di Torino, Mario Turetta. Il quale ha affermato: “Credo che questo sia uno dei più ambiziosi progetti portati avanti dai Musei Reali”. Ricordando come il Palazzo Reale, centro di comando della famiglia Savoia, fu la prima reggia d’Italia, con il complesso straordinario dell’Armeria e della Biblioteca Reale, della Cappella della Sindone, della Galleria Sabauda, di quella Archeologica cui fanno da cornice i Giardini Reali.

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