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Quando Edvard Munch stregò Berlino: due grandi mostre raccontano un capitolo rimasto in ombra

Edvard Munch, Red and White, 1899–1900 © Photo: MUNCH, Oslo / Halvor Bjørngård
Edvard Munch, Red and White, 1899–1900 © Photo: MUNCH, Oslo / Halvor Bjørngård

Era il 1892 e «la conservatrice associazione artistica Verein Berliner Künstler invitò il giovane pittore Edvard Munch, ancora sconosciuto, a tenere una mostra personale. Molti membri e il pubblico, rimasero scioccati dai dipinti colorati, percepiti come rozzi e abbozzati, le opere dell’artista norvegese suscitarono polimeriche e la mostra dovette essere chiusa poco dopo l’inaugurazione. Allo stesso tempo l’artista si compiacque dell’inaspettata attenzione del pubblico e si trasferì immediatamente sulla Sprea, il fiume che bagna la città, dove visse e lavorò per lunghi periodi dal 1892 al 1907, prima di stabilirsi definitivamente in Norvegia dal 1909. Con circa 60 mostre tra il 1892 e il 1933, Berlino si rivelò uno dei punti cruciali, in Europa, nella carriera di Munch”. L'”affaire Munch”, come la stampa ironizzò sull’accaduto, è considerato l’inizio del modernismo a Berlino», hanno ricordato la Berlinische Galerie e il Museum Barberini di Potsdam per tratteggiare l’inizio del rapporto tra la scena artistica berlinese e la ricerca pittorica di Munch, a cui sono dedicate due mostre, la prima delle quale ha appena aperto al pubblico: “Edvard Munch. Magic of the North” (fino al 22 gennaio 2024) e “Munch: Trembling Earth” (dal 18 novembre 2023 al primo aprile 2024).

La prima indaga, in centro a Berlino, «la grande influenza esercitata dal simbolista norvegese sulla scena artistica della capitale dell’epoca», attraverso circa 80 opere di Edvard Munch, tra dipinti, disegni e stampe. «A queste si aggiungono le opere di altri artisti, come Walter Leistikow e Akseli Gallen-Kallela, che alla fine del XIX secolo hanno dato la loro impronta al modo in cui Berlino immaginava il Nord e al mondo dell’arte modernista della città», ha spiegato il museo.
La seconda, a Potsdam, a pochi chilometri dal centro di Berlino e raggiungibile con i trasporti pubblici urbani, viene presentata come «la prima mostra che si concentra sulla fascinazione di Munch per la natura».

Edvard Munch, Self-Portrait on a Valise in the Studio, 1902, Photo: © MUNCH, Oslo

“Magic of the North”, Berlinische Galerie

«Edvard Munch (1863-1944) sfidò i suoi contemporanei con la radicale modernità della sua pittura, tanto più a Berlino all’inizio del secolo scorso. Il simbolista norvegese ebbe un enorme impatto sulla comunità artistica della città. L’incontro con l’opera di Munch fu una scintilla che accese l’arte moderna, ma non solo. Alla Berlinische Galerie sono esposte circa 80 opere di Munch insieme a quelle di altri artisti che hanno dato la loro impronta al modo di pensare il Nord e al progresso dell’arte moderna nella capitale tedesca alla fine del XIX secolo. La mostra è il risultato di una stretta collaborazione con il MUNCH di Oslo e ha goduto del sostanziale sostegno di due musei statali di Berna: il Kupferstichkabinett (gabinetto delle incisioni, ndr) e la Neue Nationalgalerie».

«Edvard Munch – ha sottolineato Thomas Köhler, direttore della Berlinische Galerie – è stato fondamentale per aprire la strada al modernismo. Troppo pochi lo sanno, ma l’artista norvegese l’artista norvegese ha avuto una grande influenza sulla scena artistica berlinese tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Una mostra scandalo fece il suo nome nel 1892, dieci anni dopo era famoso in tutta la Germania e nel 1927 la Nationalgalerie di Berlino dedicò finalmente all’artista norvegese la più grande retrospettiva mai realizzata. Siamo entusiasti delle mostre a Potsdam e a Berlino. È un’occasione unica per ammirare le opere di Munch in così grande quantità».

Edvard Munch, The Hearse on Potsdamer Platz, 1902, Photo: © MUNCH, Oslo / Sidsel de Jong

“Munch: Trembling Earth”, Museum Barberini, Potsdam

«Raramente l’opera di Munch – ha proseguito Ortrud Westheider, direttrice del Museum Barberini: è stata vista in Germania in una forma così concentrata e sfaccettata come lo sarà durante l’autunno e l’inverno del 2023/24 a Berlino e Potsdam. Il Museo Barberini presenta l’esplorazione della natura di Munch in numerosi capolavori, tra cui magnifici prestiti da tutto il mondo, in particolare dal Munchmuseet di Oslo, dove la sua arte può essere esplorata e vissuta in modi che nessun altro luogo può offrire. È un enorme colpo di fortuna per il nostro museo poter esporre opere di così alto livello provenienti dal patrimonio di Oslo. Le mostre parallele, con i paesaggi di Munch al Museo Barberini e le sue interazioni con il mondo dell’arte berlinese intorno alla fine del secolo scorso alla Berlinische Galerie, rappresentano un’opportunità unica per scoprire molteplici aspetti di questa affascinante opera del più noto pittore norvegese».

In mostra a Potsdam circa 90 opere prestate da musei di tutto il mondo, tra i quali Munchmuseet di Oslo, Museum of Modern Art di New York, Dallas Museum of Art, Staatsgalerie di Stoccarda, Museum Folkwang di Essen e Von der Heydt Museum di Wuppertal. La mostra è stata realizzata grazie a una collaborazione tra dal Museum Barberini di Potsdam, dal Clark Art Institute di Williamstown e dal MUNCH di Oslo.

 

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