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Mont-Saint-Michel fra brume e maree: i segreti dell’abbazia che compie mille anni

Charles Bentley, Mont St Michel. Manchester Art Gallery Charles Bentley, Mont St Michel. Manchester Art Gallery
Mont-Saint-Michel. Photo Pascal Biomez
L’Abbazia di Mont-Saint-Michel è un luogo mitico dalla storia millenaria, letteralmente: fondata nel 1023, l’abbazia quest’anno compie mille anni e si racconta con al mostra Arte, architettura e devozione all’Abbazia di Mont Saint Michel (1023-2023), visitabile fino al 5 novembre 2023.

Mont-Saint-Michel, sito Unesco dal 1979, è la seconda destinazione turistica della Francia dopo Parigi. Nel 2022 ha accolto quasi tre milioni di visitatori, ritrovando livelli di frequentazione paragonabili a quelli precedenti la crisi sanitaria. La medievale cittadella fortificata ha una circonferenza di 960 metri e una superficie di 7 ettari, il suo punto più alto è la statua di San Michele collocata in cima a 170 metri di altezza, visibile dal mare a chilometri di distanza. Quest’anno, il 2023, ricorrono i mille anni della posa della prima pietra dell’Abbazia avvenuta nel 1023.

Al confine fra i ducati storici di Normandia e di Bretagna, il Couesnon, fiume stravagante dal corso capriccioso, ha stabilito (almeno per ora) che Mont-Saint-Michel si trova in Normandia, terra di grandi orizzonti, dove la massa fluida, inaccessibile e mitologica dell’oceano offre allo sguardo del visitatore un’aspra, fangosa superficie marina. In questo paesaggio desolato, nell’immensa baia sper­duta fra le brume, s’innalza magico e imponente lo sperone roccioso del Monte, già noto alle tribù dei Celti e dei Galli. Una silhouette fra le più conosciute al mondo, paradigma ideale della conce­zione architettonica e filosofica medievale.

Dopo aver oltrepas­sato la diga sopraelevata e l’Hotel de la Mere Poulard, si entra attraverso la Port du roi nella grande rue, fitta fino in cima di negozi di souvenirs, case, ristoranti, alberghi. Un allegro, colorato bazar, che rende il luogo simile a qualsiasi paese molto turistico, così che il turista-pellegrino deve attendere il crepuscolo per poter gustare appieno l’atmosfera particolare del Mon­te quando riacquista come per incanto tutto il suo fascino di roccaforte religiosa e militare.

Charles Bentley, Mont St Michel. Manchester Art Gallery
Charles Bentley, Mont St Michel. Manchester Art Gallery

Nasce l’Abba­zia, secondo la leggenda, nel luogo indicato dall’Arcan­gelo Michele apparso in sogno ad Uberto, vescovo di Avranches. Siamo nel VII secolo, periodo in cui un maremoto inghiot­tì la foresta di Sissy e separò il Monte dal continente. Ma è al 1023, mille anni fa, che la tradizione fa risalire la posa della prima pietra dell’Abbazia gotica quando divenne importante luogo di pellegrinaggio sotto il nome di Mont-Saint-Michel-au-peril-de-la-mer.

Al centro delle celebrazioni del millenario, la mostra Arte, architettura e devozione all’Abbazia di Mont Saint Michel (1023-2023), allestita fino al 5 novembre lungo il percorso di visita della chiesa, ripercorre cronologicamente le diverse tappe della costruzione dell’Abbazia e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Sono esposti oggetti sacri, come le reliquie di Sant’Uberto e il tesoro dell’abbazia, i collier, la corona, la spada e lo scudo decorati con l’emblema del santo, in argento dorato, perle e pietre preziose, realizzati dall’orafo parigino Mellerio, storico fornitore delle case reali e affermato maestro di oreficeria religiosa.

La mostra, curata dalle conservatrici Mathilde Labatut e Brigitte Galbrun, propone una sezione tematica in cui si racconta del lungo e tormentato cantiere medievale, della costruzione della prima abbazia sulle basi della chiesa primitiva e del complesso gotico detto La Meraviglia dell’Occidente. Un’impresa quasi impossibile data la configurazione geografica dell’isolotto all’interno dell’immensa baia esposta alle maree più imponenti d’Europa. Lunga e travagliata la storia del Monte, segnata da incendi e distruzioni: da imprendibile roccaforte militare durante la guerra dei Cento anni, quando venne costruita la cinta difensiva contro l’assalto degli inglesi e re Luigi XI fece allestire una prigione all’interno dell’abbazia, a sede di dodici monaci benedettini della congregazione di San Mauro, insediatisi nel 1622 e poi cacciati dalla Rivoluzione. La rinascita iniziò nel 1862, quando la prigione venne chiusa e l’abbazia iscritta nella lista dei monumenti storici protetti. Dieci anni dopo iniziò un lungo cantiere di restauro affidato all’architetto Édouard Corroyer. Victor Petitgrand vi costruì la guglia neogotica su cui svetta la statua dorata del Santo.

Istockphoto

 

Una passeggiata sui bastioni al crepuscolo con la marea che avanza veloce è un’esperienza che difficilmente si dimentica. L’immenso, desolato mare di sabbia ed acqua sotto e sopra la massa grigio-dorata della cattedrale, in alto la sala di guardia là dove l’angelo ven­dicatore brandisce minaccioso la spada. D’estate l’Abbazia viene illuminata per uno spettacolo “son et lumieres”, che poco o nulla ha però a che spartire con i soliti spettacoli allestiti per i turisti. “Le Millénaire, Élévation” è il nome della versione 2023 dei Notturni di Mont-Saint-Michel per celebrare il millenario della chiesa abbaziale. La visita immersiva permette di scoprire la grande e magnifica storia di questa mirabile roccia attraverso la messa in scena dall’ideatore e regista Martin Arnaud.

Il Monte sembra richiamare il regno dell’oltretomba descritto da Dante e diviso in sette gironi: dal primo, l’immensità di un mare piatto e grigio, dove gli uomini al di là dello stretto passaggio sopraelevato appaiono simili a minuscoli fantasmi, al secondo girone, una cintura di pietra dove spicca la cappellina dedicata a Saint-Aubert, il fianco della monta­gna con il dedalo delle sue strette vie, le piccole case in legno e muratura, fino al terzo giro­ne costituito dal giardino dell’Abbazia. Ed eccoci ai piedi del Monastero (quarto cerchio), le Grand Degré, il salto di Gautier, da dove un prigioniero si buttò per la disperazione (fu detta la Bastiglia dei mari quando ebbe la funzione di prigione), la piatta­forma dell’Ouest (quinto cerchio), per passare nei labirinti dell’Abbazia da cui si ascende, attraverso corridoi e scalinate, al sesto cerchio, la Chiesa abbaziale che accoglie pellegrini e visitatori venuti da ogni parte del mondo. Infine il VII cerchio costituito dalle guglie fiammeggianti attorno alla statua dell’Arcan­gelo.

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