Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, presenta il progetto fotografico dedicato al borgo di San Fruttuoso, in mostra proprio nell’omonima Abbazia, dal 6 luglio 2023 al 7 gennaio 2024.
Dopo il lavoro realizzato nel 2008 sulla città di Camogli, di cui è cittadino onorario, all’età di novant’anni Gianni Berengo Gardin ha realizzato un nuovo capitolo sulla città ligure, forse ancora più intimo e sentito del precedente. Un reportage che ha avuto origine alcuni anni fa, prima ancora del periodo pandemico, il quale ha però permesso di portare a termine il progetto in maniera ancora più efficace: documentare un luogo di meditazione come San Fruttuoso in una situazione di completo isolamento.
Le 28 fotografie in bianco e nero (2020) che ne sono derivate sono ora in mostra in due distinti ambienti dell’Abbazia di San Fruttuoso. Guido Risicato, curatore della mostra e amico storico di Gianni, tanto da averlo accompagnato nella spedizione a San Fruttuoso, ha ordinato e selezionato con l’aiuto di Susanna Berengo Gardin gli scatti da esporre, identificando le tematiche principali che hanno guidato il reportage: il viaggio per arrivare a destinazione, il paesaggio naturale, le architetture monumentali dell’Abbazia e della Torre Doria nella prima sala; il borgo costruito, la presenza dello storico mulino, le persone che ancora oggi vivono a San Fruttuoso nelle sale del piano inferiore, in cui si trovano anche cinque scatti stampati in grande dimensione, un’eccezione voluta da Gianni rispetto al suo lavoro, solo per l’occasione della mostra, per permettere ai visitatori di percepire al meglio la forza delle immagini.
Cenni biografici
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si stabilisce a Milano, dove inizia la carriera professionista dedicandosi alla fotografia di reportage, d’indagine sociale, di architettura e di descrizione ambientale.
Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere, ma si è dedicato soprattutto alla realizzazione di libri, con oltre 260 volumi fotografici pubblicati. Le sue prime foto appaiono nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui collabora fino al 1965.
Dal 1966 al 1983 ha lavorato per il Touring Club Italiano, realizzando un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei, e per l‘Istituto Geografico De Agostini. Ha collaborato assiduamente con l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, ecc.) realizzando reportage e monografie aziendali.
Ha tenuto circa 360 mostre personali in Italia e all’estero. Ha inoltre partecipato a Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal nel 1967 e di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra “The Italian Metamorphosis, 1943-1968” al Guggenheim Museum di New York nel 1994.
Tra i numerosi riconoscimenti, il Leica Oskar Barnack Award nel 1995, nel 2008 a New York il Lucie Award alla carriera; nel 2014 il Premio Kapuściński per il reportage, nel 2017 il Leica Hall of Fame Award.
Le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cui l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, il MOMA di New York, la Bibliothèque Nationale la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid.