Alla Galleria Fumagalli di Milano, la mostra collettiva Non perdere il sentiero per via degli alberi, visitabile fino al 13 ottobre 2023 ragiona sul concetto di giardino
Si tratta del primo appuntamento del progetto LOFT – Light On Future Topics, una linea di intervento della galleria pensata per approfondire l’universo contemporaneo in tutti i suoi aspetti creativi: nuova progettualità dell’arte, tendenze internazionali e creatività multidisciplinare.
Curata da Maria Vittoria Baravelli e nata da un’idea di Annamaria Maggi e Massimo Zanello, la mostra accoglie cinque artisti con poetiche e produzioni artistiche differenti, riuscendo ad orchestrare la diversità in un’unica esposizione eclettica ma che parla in modo corale: Hisayuki Amae (Kanagawa, Giappone, 1974), Luca Boffi (Milano, 1991), Clara Cebrián (Madrid, 1991), Luigi Pensa (Torino, 2001) e Costanza Starrabba (Ancona, 1995) sono i protagonisti di Non perdere il sentiero per via degli alberi.
il fil-rouge delle opere presenti in mostra è l’idea di giardino, argomento di ampio respiro che vede snodarsi attorno a sé molteplici possibilità di interpretazione. La galleria, luminosa e minimale, ospita una selezione di opere diverse che proprio come un bouquet di biodiversità, vanno ad arricchire lo spazio. Come lo stesso titolo della mostra suggerisce, lo spettatore cammina tra le opere di Hisayuki Amae, installazioni di design dall’aspetto al contempo primitivo e post-moderno, tra i paesaggi sublimi e rurali catturati a parete da Luca Boffi, tra le opere pittoriche e ceramiche di Clara Cebrián in grado di offrire una fotografia sull’apparente semplicità del quotidiano, dalla fusione tra design e artigianato nelle opere di Luigi Pensa fino alle figure a parete di Costanza Starrabba, coloratissime e sinuose icone contemporanee.
Spiega Maria Vittoria Baravelli, curatrice della mostra: “Le opere sono storie che si intrecciano come radici nutrite dal terreno fertile del talento e si snodano verso l’alto come rami di un albero che tende sempre più in alto. Perché in un mondo fluido, iperconnesso e surriscaldato, non liquefarsi per poter essere tutto, è il primo passo per poter essere ancora qualcosa.”
È l’estrema diversità filosofico-estetica delle opere che arricchisce la mostra, in grado di fotografare a pieno una realtà solida più che mai viva tra i giovani artisti nazionali ed internazionali. Qui, il concetto di giardino è in grado di svincolarsi dalla mostra, andandosi ad inserire in un contesto più ampio, quello della non-galleria. Non perdere il sentiero per via degli alberi ha la forza sintetica di restituire al visitatore quella che è la realtà radicata, tra aspetti artistici e quotidiani. Proprio come un’oasi, un giardino, un frammento di natura, parla (più o meno tra le righe) di come sia importante coltivare il proprio-giardino ai fini di intrecciarsi con giardini-altri, esattamente come fanno le radici in natura. I cinque artisti restituiscono quindi un perfetto equilibrio di diversità valorizzante, mantenendo un legame stretto con la realtà naturale al di fuori della galleria.
L’aspetto più profondamente collettivo si può osservare proprio in mezzo allo spazio espositivo, occupato da un’ installazione realizzata a dieci mani dagli artisti utilizzando i rami e i frammenti degli alberi caduti nel corso del nubifragio milanese del 24 luglio scorso. Si tratta di una vera e propria pianta riportata in vita tramite l’arte e la collaborazione, trasformata in un simbolo visivo contemporaneo. Come un restauro Kintsugi, l’albero frammentato è un totem che svetta tra le opere presenti in mostra, dando un risvolto attento e potente sui temi più drammaticamente attuali.
Non perdere il sentiero per via degli alberi è quindi un racconto corale dove narrazioni personali, esperienze e riflessioni estetiche si intrecciano e si arricchiscono a vicenda, in un inedito connubio di colori, tecniche e dimensioni creative. Ma è anche un riassunto artificialmente poetico di quello che succede al-di-fuori, tra impressioni singole e collettive.