Print Friendly and PDF

L’artista iraniana Newsha Tavakolian vince la prima edizione del Photo Grant di Deloitte

Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in Tehran Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in TehranPortrait of a journalist in Tehran. During student protests in Tehran in 2017 many students were arrested and making recognizable images of people became almost impossible. From this moment on I began hiding the faces of people i'd photograph.
 Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in Tehran

Newsha Tavakolian, And they laughed at me, Portrait of a journalist in TehranPortrait of a journalist in Tehran.
During student protests in Tehran in 2017 many students were arrested and making recognizable images of people became almost impossible.
From this moment on I began hiding the faces of people i’d photograph.
L’artista iraniana Newsha Tavakolian si è aggiudicata il primo premio, con il progetto And they laughed at me, una personale visione dell’Iran contemporaneo e sarà protagonista, dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024 di una mostra al Mudec di Milano. Il riconoscimento per la Open call è stato assegnato alla brasiliana Fernanda Liberti.

L’artista iraniana Newsha Tavakolian (Teheran, 1981), con il progetto And they laughed at me, è la vincitrice, nella sezione Segnalazioni, della prima edizione del Photo Grant di Deloitte. Newsha Tavakolian, oltre a un premio di €40.000, si è assicurata l’opportunità di organizzare una mostra, in programma dal 13 dicembre 2023 al 28 gennaio 2024 al Mudec – Museo delle Culture di Milano

Newsha Tavakolian – recita la motivazione della giuria – ha presentato un progetto che ha colpito per la carica umana contenuta nelle immagini e per la maturità narrativa di queste. Forte è il messaggio raccontato da Newsha Tavakolian, che attraverso immagini d’archivio, scatti inediti e fotogrammi ha voluto testimoniare visivamente la sua personale visione dell’Iran, il suo Paese di provenienza. I soggetti ritratti sono il punto di accesso per una nuova modalità comunicativa, il cui fine ultimo è mostrare il volto drammatico dell’oppressione. Oltre che la qualità delle immagini, la giuria ha ritrovato nel progetto fotografico un evidente legame con il tema Connections: Newsha Tavakolian è riuscita a raccogliere nei suoi scatti attimi di comunione universale”.

Da quando ho iniziato a fotografare, all’età di 16 anni – spiega Newsha Tavakolian -, la società iraniana è stata ciclicamente spinta sull’orlo del precipizio, lacerata, spezzata e comunque costretta ad andare avanti nonostante le avversità. Ci sono stati così tanti eventi che la vita è diventata una continua corsa verso un avanti indefinito, dove anche il concetto di “ieri” è stato presto dimenticato. A 42 anni continuo a vivere e lavorare in Iran, determinata a testimoniare visivamente la mia versione della storia di questo paese”.

Newsha Tavakolian e Fernanda Liberti
Newsha Tavakolian e Fernanda Liberti

Il progetto And they laughed at me ruota attorno a una strategia di repressione militare finalizzata ad accecare le persone con proiettili di gomma. Una misura distopica, spesso utilizzata dalla polizia per impedire che le cose vengano letteralmente viste: in altre parole, per impedire alla popolazione di essere coscienti di ciò che accade nella contemporaneità. La sua posizione di fotografa le ha permesso di sostituirsi ai loro occhi seviziati e le immagini che ha prodotto riescono ad amplificare la voce, lungamente soffocata, di tutti i suoi connazionali.

Procedendo nel racconto e partendo da un’epoca precedente ai social media, Newsha Tavakolian ha deciso di combinare immagini d’archivio con scatti inediti e fotogrammi ritraenti altri cittadini per tratteggiare un quadro completo della condizione iraniana. La sua intenzione è di raccogliere queste storie in un manifesto editoriale per fare in modo che i sacrifici fatti fino ad oggi non vengano dimenticati.

La fotografa brasiliana Fernanda Liberti (Rio de Janeiro, 1994) si è invece aggiudicata il primo premio di €20.000 della sezione Open Call, con il progetto Dust from home e la possibilità di tenere una esposizione durante prossima edizione del Photo Grant di Deloitte.

Il progetto Dust from home di Fernanda Liberti è incentrato sulla diversità delle migrazioni. Di origine siriana, italiana e albanese, la storia della sua famiglia ricalca quella delle persone che hanno attraversato il mare per arrivare in Brasile, navigando verso un nuovo inizio. Il suo punto di partenza è stato proprio l’archivio fotografico di famiglia, con l’obiettivo di creare un ponte iconografico tra paesaggio, aderenza temporale, nostalgia, eredità e politica del territorio.

Newsha Tavakolian, And They Laughed At Me, Smoke inside a bedroom in Tehran
Newsha Tavakolian, And They Laughed At Me, Smoke inside a bedroom in Tehran
Part of a study exploring making meaningful images inside, when registering events outside becomes near impossible for photographers.

Commenta con Facebook