É la collezione del taiwanese Pierre Chen, che si compone di 25 mila bottiglie dal valore stimato di circa 50 milioni di dollari. Primo appuntamento il 23-25 novembre 2023 a Hong Kong.
Proprio come la grande arte, l’importanza di un vino viene spesso valutata in base a tre criteri: qualità, rarità e provenienza. Ed è proprio seguendo questi principi che Pierre Chen, tra le persone più ricche di Taiwan, ha assemblato le sue collezioni. Se quella dedicata all’arte – che vanta opere di Twombly, Warhol, Richter, Rothko – si muove per i musei di tutto il mondo (per ultima la Tate Modern di Londra, nella mostra Capturing the moment) attraverso l’intercessione della Yageo Foundation, parte della raccolta di vini si appresta invece a passare all’asta.
A partire da quest’autunno, in una serie di cinque aste dislocate in tutto il mondo e raggruppate sotto il nome di The Epicurean’s Atlas, Sotheby’s offrirà in vendita 25.000 bottiglie appartenenti a Chen. Sebbene esse rappresentino solo una frazione della sua vasta collezione, la loro vendita rappresenta comunque un momento decisivo per il mercato del vino, in un momento in cui l’interesse e la domanda per la bevanda alcolica è ai massimi storici. Tanto che la stima elevatissima di 50 milioni di dollari la rende già la collezione più preziose ad essere mai passata sul mercato.
Una leggendaria collezione di vini che, ricca di bottiglie rare e annate mitiche, è stata assemblata nel corso di circa quarant’anni con cura da Pierre Chen, epicureo ed esteta in egual misura, le cui collezioni di vino e arte sono tra le più grandi al mondo. E, in particolare, la passione di Chen si è espressa nei confronti di un luogo, di una zona celebre per la produzione vinicola e che lui ha contribuito a rendere ancora più grande: la Borgogna.
Di fatti alcuni dei pezzi pregiati della collezione provengono proprio da lì. Come le due bottiglie Methuselah di Rosso di Borgogna della Domaine de la Romaneé-Conti La Tâche, stimate 120-190 mila dollari l’una. Il Methuselah, contenente sei litri interi di vino, è la bottiglia di formato più grande disponibile in Borgogna. Se le bottiglie firmate La Tâche sono già estremamente rare, di Methuselah ne vengono prodotte solo una manciata ogni anno. Queste due, in particolare, provengono da una delle migliori annate degli ultimi 50 anni in Borgogna (1985) e saranno vendute insieme a un Jeroboam da 3 litri del 1971, tra le annate più ricercate e iconiche di La Tâche (stima 110-140 mila dollari).
Dalla cantina di Henri Jayer, conosciuto come il “Padrino della Borgogna”, in vendita 6 bottiglie magnum del 2001, stimate ognuna 50-70 mila dollari. Si tratta dell’ultimo Cros Parantoux prodotto da Javer prima del suo ritiro nel 2001. Una rarità assoluta. Anche il Petrus (1982) è considerato uno dei più grandi vini di Bordeaux. Le condizioni climatiche ideali del 1982, tra cui un’estate calda e una stagione di raccolta secca, hanno prodotto uve perfettamente mature, ricche di sapori e con un’acidità equilibrata. Oggi una sua bottiglia imperiale da 6 litri è in asta alla stima di 45-65 mila dollari.
Tra le eccellenze italiane 12 bottiglie di Sassicaia 1985, oggi quasi impossibili da trovare in casse complete, tanto che le troviamo valutate 26-36 mila dollari. 12 anche le annate diverse – dal 1995 al 2010 – proveniente dalla tenuta Masseto. Numero che ritorna anche nella quantità di bottiglie di Amarone della Valpolicella Classico Riserva 1990, stimate 17-22 mila dollari.
Il primo appuntamento di vendita è a Hong Kong dal 23 al 25 novembre 2023. A seguire, nel corso del prossimo anno, ulteriori vendite a Parigi, Bordeaux, New York e Londra, prima dell’evento di chiusura nell’autunno del prossimo anno a Hong Kong.