Joan Mitchell, pioniera dell’Espressionismo Astratto, arriva in asta da Christie’s con un “Untitled” da 25-35 milioni di dollari. Il suo record è fermo al 2018 e si assesta sui 16,6 milioni. Se l’opera verrà venduta alla cifra stimata, Mitchell infrangerà il suo top price in asta
Sarà battuto il prossimo 9 novembre nella 20th Century Evening Sale (l’ultima vendita newyorkese che sarà ‘orchestrata’ da Jussi Pylkkänen ) con «una delle stime d’asta più alte della storia per un’artista donna e la più alta mai vista per un’espressionista astratta donna. L’opera è pronta a stabilire un nuovo record» commentano da Christie’s.
«Come Sofonisba Anguissola e Artemisia Gentileschi, anche Joan Mitchell ha dovuto lottare per il riconoscimento che le spettava come artista donna in un’epoca a predominanza maschile – commenta Sara Friedlander (Deputy Chairman of Post-War and Contemporary Art, Christie’s)- Ci è riuscita con la sua forma lirica di astrazione gestuale fondata su ricordi e sentimenti del mondo naturale. Ricco di tonalità lussureggianti e libere, “Untitled” è un esempio di prim’ordine, dichiarativo della profonda comprensione del colore da parte di Mitchell e dimostrativo del coraggio con cui maneggiava il pennello».
Nel 1959, l’anno di realizzazione del dipinto in asta, Mitchell si sposta dalla grintosa New York alla scena più antica e tradizionale della Francia, trasferendosi definitivamente a Parigi e unendosi a una fiorente comunità intellettuale e artistica. Nella capitale francese vive l’appassionata storia d’amore con il collega Jean-Paul Riopelle e trova la morte nel 1992. Mitchell si colloca a metà strada tra la scuola astratta americana e l’impressionismo di Claude Monet (ricordiamo la grande e importante mostra che si è svolta alla Fondation Louis Vuitton a cavallo tra il 2022 e il 2023 che poneva a confronto i due artisti, solo all’apparenza lontani). Mitchell si è affermata come un’artista-cardine del XX secolo nonché come potente figura femminile accanto a Pollock, Motherwell, Kline, de Kooning e Rauschenberg.
«Joan Mitchell dipingeva con una “sensibilità atletica”. Usando tutta la portata delle sue braccia e spesso in punta di piedi, si avvicinava alle sue tele con una determinazione implacabile. La scala imponente dei suoi dipinti corrispondeva alla scala illimitata della sua ambizione» raccontano da Christie’s.
L'”Untitled” in arrivo in asta è un maestoso tour de force pieno di pennellate feroci e muscolose, «un’esibizione caleidoscopica dei colori più potenti del suo arsenale. L’opera vanta tutti i tratti distintivi delle sue immagini più celebri, rendendolo un vero e proprio capolavoro dei decenni più cruciali ed emozionanti della sua carriera – proseguono dalla maison -Il dipinto utilizza gli elementi lineari caratteristici di Mitchell noti come “colpi di frusta”. Nel corso degli anni Cinquanta, questi elementi lineari proliferarono e si moltiplicarono, dando vita ad una vera e propria esplosione, un’armoniosa cacofonia di colori, texture e forme».
L’attuale record d’asta di Joan Mitchell risale al 2018 quando il grande “Blueberry” del 1969 (200 x 150 cm) è stato venduto, sempre da Christie’s a New York, per 16.625.000 $. Risalgono a pochi anni fa anche il suo secondo e il suo terzo prezzo più alti battuti in asta: 14.130.000 $ per un “Untitled” del 1989, un dittico, venduto nell’edizione 2022 della “20th Century Evening Sale” della maison di Pinault e 14.462.500 $ per “La Grande Vallée VII” del 1983 venduto nella prima grande solo asta online dell’epoca “pandemica”, la “One: A Global Sale of the 20th Century” del 10 luglio 2020, ancora di Christie’s. Ad oggi, ma l’anno non è ancora terminato, il fatturato del 2023 è in calo rispetto al 2022 e si assesta sui 30.092.179 $.