Annunciato lo scorso luglio, Antonio Grulli (La Spezia, 1979), è il primo curatore del progetto torinese “Luci d’Artista“, sostenuto da Fondazione Torino Musei insieme a GAM, Palazzo Madama, MAO e Artissima. “Un eccezionale museo a cielo aperto, unico nel suo genere a livello internazionale”, come aveva rimarcato il Presidente della Fondazione, Massimo Broccio. Una nomina, quella di Grulli, che avrà durata biennale e che si struttura anche come un piano strategico che inneschi anche nuove relazioni con il territorio e le altre istituzioni torinesi.
In occasione di Artissima abbiamo conversato con Grulli sul futuro delle “Luci”.
Intanto complimenti per la tua nuova nomina! Dopo tanti anni, con te Luci d’artista prende un nuovo corso. È infatti la prima volta, se non erro, che l’iniziativa viene affidata a un curatore. Come hai lavorato al progetto?
Sì, è corretto si tratta della prima volta di un curatore alla guida di Luci d’Artista. Per me è un grandissimo onore e la sento anche come una grande responsabilità. Si tratta di una manifestazione dalla storia nobile, nata nel 1998, e la Città di Torino in questi anni è riuscita a mettere assieme una delle collezioni di arte pubblica più belle e di alto livello in Italia, ma non solo. Sono convinto, e nessuno lo può negare, che si tratti di una collezione all’altezza di esperienze simili molto blasonate all’estero. Ora stiamo lavorando a stretto contatto con la Città e la Fondazione Torino Musei per far evolvere ulteriormente Luci d’Artista, traghettandola dall’essere un grande evento stagionale al diventare una vera e propria istituzione dedicata all’arte contemporanea, un Museo di Luce diffuso e pubblico, e soprattutto una realtà viva tutto l’anno.
Quest’anno c’è una nuova installazione luminosa. Me la racconti?
Si tratta di una bellissima Luce creata dal maestro dell’arte povera Giovanni Anselmo. Non potevamo ambire a qualcosa di meglio. Quando siete in piazza Carlo Alberto, posizionatevi nel suo centro esatto. Da lì potrete vedere l’opera di Anselmo: quattro luci che recitano Nord, Est, Sud, Ovest, segnando alla perfezione i quattro punti cardinali della piazza. L’opera vi permetterà di andare oltre lo spazio geografico in cui vi trovate, ricongiungendovi con qualcosa di più ampio, di cosmico, eterno e immutabile. Una nota: dietro il nord vi è anche il palazzo in cui visse Nietzsche nel suo periodo torinese, un punto cardinale che quindi coincide simbolicamente con una delle stelle polari del pensiero del secolo scorso.
Come intendi portare avanti il progetto di Luci d’artista per il prossimo anno?
Una novità di cui posso già parlare è l’evento che realizzeremo nella settimana attorno al 21 e 24 giugno (solstizio d’estate e giorno di San Giovanni Battista, Patrono di Torino). Ho voluto “sdoppiare” Luci d’Artista, e creare un corrispettivo speculare ma opposto. Il nostro calendario è già impostato in maniera speculare, ed esattamente sei mesi dopo il Natale cadono delle festività comunque dedicate alla luce e al fuoco. In queste giornate realizzeremo un evento completamente effimero e giornaliero (il contrario dell’evento invernale legato al buio e all’illuminazione elettrica) e per farlo abbiamo invitato sei poeti a lavorare sul tema della luce con reading, incontri, performance, ecc.
Consigliaci un itinerario luminoso per Torino…
Immaginate di arrivare a Torino Porta Nuova, uscite e dirigetevi verso nord, verso il centro storico della città: incontrerete subito la suggestiva luce di Giorgio Griffa, nella quale potrete evocare un’idea sublimata di notte stellata; queste stelle in via Roma prenderanno la forma delle costellazioni di Carmelo Giammello, percorretela. Superata piazza San Carlo girate verso destra e dirigetevi verso piazza Carlo Alberto dove troverete i quattro puti cardinali di Anselmo, che vi metteranno in contatto con il mondo e le sue forze. Quindi dirigetevi verso piazza Carlina, dove terminerà il vostro viaggio al tempo stesso urbano e universale, e fatevi avvolgere dai nidi cosmici di Nicola De Maria.