La mostra Tomas Rajlich. Golden Times, che ha aperto a Genova il 26 ottobre 2023 (fino al 13 gennaio 2024) e che inaugura a Milano il 9 novembre 2023 (fino al 13 gennaio 2024), segna la prima personale dell’artista nella sede meneghina della galleria, oltre che il proseguimento di un rapporto di lunga data con ABC-ARTE.
Nel corso degli ultimi decenni l’ambizione di raggiungere una pittura assoluta ha appassionato e tormentato artisti di ogni tipo. La tendenza a riflettere sull’essenza del mezzo artistico si è sviluppata a partire dagli anni ’10 del Novecento, in concomitanza con la spinta avanguardistica che invitava i pittori a staccarsi da tutto ciò che era avvenuto in precedenza. Se qualcuno ha provato a scomporre la forma (Cubismo), qualcun altro a semplificarla (astrattismo geometrico), altri hanno provato a evidenziare sulla tela il gesto stesso di dipingere. E con esso la manifestazione pura, non mediata dal segno, del colore.
Tale istanze – che vedono importanti esempi in Malevich, Mondrian, Reinhardt e Klein – hanno giovato anche del fondamentale contributo di Tomas Rajlich (Jankov, Repubblica Ceca, 1940). L’artista ceco porta infatti avanti una ricerca sulla pittura da oltre cinquant’anni, la quale ha visto succedersi varie fasi che hanno determinato l’evoluzione della sua pratica. Superata la stagione più direttamente legata alla monocromia, consacratasi nella storica mostra del 1975 “Fundamentele schilderkunst: Fundamental painting” allo Stedelijk Museum Amsterdam, nei primi anni Ottanta l’artista ha abbandonato la primarietà del bianco e del nero della pittura sistemica aprendosi alla bellezza ineffabile dell’oro, agli aliti d’azzurro lontano e d’un rosso spossato e pudico.
Ed è proprio su questa fase che ABC-ARTE celebra in una doppia mostra nelle sue sedi di Genova e Milano, esponendo un nucleo di opere in cui l’oro è dominante visiva, accanto ad una selezione di lavori in cui esso è associato a colori. A confronto, è presente inoltre un sintetico gruppo di dipinti, pubblicati sul memorabile libro 100 SMALL PAINTINGS, in cui appare chiara la lucida determinazione che ha accompagnato Rajlich nelle varie fasi del suo lavoro.
Per approfondire l’arte e il mercato di Tomas Rajlich, abbiamo intervistato il direttore di ABC-ARTE Antonio Borghese.
ABC-ARTE collabora con continuità da anni con Tomas Rajlich. Come si è evoluto il suo mercato? Quanto hanno impattato le tante mostre organizzate in Galleria?
La collaborazione di lunga data tra ABC-ARTE e Tomas Rajlich ha avuto un notevole impatto sul mercato dell’artista, che ha visto una crescita costante negli ultimi anni. La sua prima personale in galleria, intitolata Tomas Rajlich. Fifty years of Painting, è del 2018 e ricordo con piacere il grande supporto divulgativo che abbiamo ricevuto da addetti ai lavori e da previdenti collezionisti. Il grande e trasversale interesse legato alla Pittura Fondamentale (in Italia meglio conosciuta come Pittura Analitica) ci ha da subito molto aiutato nel sostenere il mercato di questo grande artista.
Fifty years of Painting ha raggiunto un difficile obiettivo, ossia quello di rendere famigliare al pubblico italiano il lavoro realizzato nell’arco di cinque decenni da uno dei più influenti pittori europei. Poco dopo la nostra esposizione, è stata inaugurata la personale antologica realizzata nel grandioso Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam (10 Febbraio – 27 Maggio 2018) che, come tutti gli importanti Musei in cui Rajlich ha esposto, conserva in collezione i suoi lavori.
Nonostante una partenza inizialmente modesta in termini di adesione da parte del mercato italiano, con l’eccezione di alcuni collezionisti accorti che hanno deciso di sostenere il progetto, abbiamo comunque deciso di acquistare l’intera mostra. Una decisione necessaria, trovandoci a collaborare con un grande artista di intransigente integrità che occupa una posizione di primaria importanza tra i più significativi artisti viventi del secondo dopoguerra e tra i pittori contemporanei della sua generazione. Il suo successo sul mercato è quindi una sorta di conseguenza naturale. Poco dopo tempo, le opere che abbiamo presentato durante la personale del 2018 sono state quasi tutte sold out, con circa il 60% delle opere vendute in Italia.
Le mostre successive in Galleria, come Absolute Painting. Giorgio Griffa, Tomas Rajlich e Jerry Zeniuk nel 2019 e Black Paintings tra il 2020 e il 2021, hanno visto un forte apprezzamento delle opere di Rajlich, con la vendita di tutte le opere in mostra prima della conclusione delle esposizioni.
La mostra attuale, Tomas Rajlich. Golden Times, che ha aperto a Genova lo scorso 26 ottobre e che inaugura a Milano il prossimo 9 novembre, segna la prima personale dell’artista nella sede meneghina della galleria. L’ultima significativa ricognizione nella città di Milano è stata realizzata dalla galleria François Lambert nel 1974.
Oltre alle nostre recenti mostre in Italia, desidero con piacere ricordare un’esperienza recente e straordinaria per il grande sostegno ricevuto da grandi artisti italiani e/o dalle loro Fondazioni e archivi. Si tratta della vasta retrospettiva organizzata dal Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce nel 2021, in cui Tomas Rajlich ha dialogato con le opere di Getulio Alviani, Rodolfo Aricò, Agostino Bonalumi, Enzo Cacciola, Antonio Calderara, Nicola Carrino, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Dadamaino, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Paolo Icaro, Osvaldo Licini, Piero Manzoni, Fausto Melotti, Bruno Munari, Martino Oberto, Claudio Olivieri, Arnaldo Pomodoro, Mauro Reggiani, Antonio Scaccabarozzi, Paolo Scheggi, Turi Simeti, Atanasio Soldati, Giuseppe Uncini, Nanni Valentini, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini.
Nel complesso, il mercato di Tomas Rajlich in Italia si è evoluto con una crescita repentina e costante. Sicuramente le diverse mostre a lui dedicate mantengono alta l’attenzione contribuendo a coinvolgere un pubblico sempre più ampio, sia in Europa che negli Stati Uniti. I suoi prezzi, negli ultimi 5 anni e a parità di opera, sono più che raddoppiati. Nonostante ciò, i prezzi delle opere di Tomas Rajlich rimangono notevolmente accessibili, considerata l’importanza dell’artista, e ciò ci riempie di fiducia per il futuro.
In questo senso il mercato delle aste sta contribuendo? Il record per Rajlich è stato aggiornato proprio nel 2023, i fatturati sono in crescita, così come i lotti proposti; diminuiscono invece gli invenduti.
Non partecipiamo spesso alle aste. Abbiamo recentemente acquisito alcune opere d’arte per arricchire una futura iniziativa espositiva e abbiamo avuto molta difficoltà nel riuscire ad aggiudicarcele. Tuttavia, siamo certi che sul mercato secondario il lavoro di Tomas Rajlich guadagnerà sempre più apprezzamento. Infatti, possiamo analizzare la questione da un punto di vista puramente economico, rilevando notevoli vantaggi competitivi rispetto ad artisti con un prezzo simile.
Tomas è una figura di grande importanza nella storia dell’arte, poiché è stato lui che ha concretamente unito l’Europa, attraverso il movimento della Pittura Fondamentale, con la corrente artistica della Minimal Art proveniente dagli Stati Uniti. In questo senso, Rajlich può essere considerato il “campione europeo” di questo movimento, rappresentando l’essenza più profonda ed europea di tale corrente artistica. Questo è anche dovuto al suo costante viaggiare tra Parigi, Amsterdam, Praga e l’Italia.
Rispondendo alla sua domanda e immaginando un corretto “Hammer price,” potremmo aspirare a cifre simili a quelle raggiunte dai compagni del lungo viaggio di Tomas, aggiungendo notevoli zeri alle attuali stime. Tuttavia, è noto che il mercato non sempre apprezza immediatamente il valore dell’arte. Ma conserviamo una forte fiducia nell’andamento futuro.
C’è un periodo o una fase pittorica particolarmente apprezzata dai collezionisti?
In Italia sono sicuramente molto apprezzati i lavori più radicali e intransingenti realizzati negli anni Settanta. Ultimamente i lavori più richiesti sono quelli più liberi dalla costrizione della griglia e ricchi di forti colorazioni, ossia quelli recenti.
In Italia è molto amato? O i suoi compratori sono soprattutto esteri?
Tomas è molto amato sia dai collezionisti che dagli addetti ai lavori. Il suo lavoro entra in importanti collezioni italiane tramite la nostra galleria ma permane comunque un forte legame continuativo con collezioni internazionali.
Quali sono le ulteriori prospettive di crescita?
Il 16 Novembre inaugura alla Borzo Gallery di Amsterdam una sua personale e abbiamo allineato il prezzo pubblico di alcune opere similari con un rialzo di un ulteriore 20% rispetto all’ultima mostra.
Non saprei darle una precisa prospettiva di crescita perché non ci occupiamo di mercato nel senso stretto del termine, ma seguiamo e curiamo il lavoro di artisti che amiamo e di cui siamo certi che le valorizzazioni siano troppo basse rispetto al loro reale valore.
Rimanendo in Italia, possiamo citare l’amato Giorgio Griffa che, lavorando in maniera incessante da molti decenni, sta raggiungendo un successo di mercato che – seppur lieve rispetto alla qualità dei suoi lavori – è ormai evidente.
Un eventuale successo di mercato per Tomas sarebbe da legare alle valorizzazioni dei colleghi e amici che l’hanno accompagnato nella sua lunga carriera. Tra questi, Robert Ryman, Brice Marden, Robert Mangold, Agnes Martin.