Tutto nello stesso tempo, dal 9 al 12 novembre 2023: le fiere Art021 e Westbund Art & Design a Shanghai, che vi raccontiamo nel nostro report
La fiera Art021 ha inaugurato la sua undicesima edizione sotto la pioggia, ma la gente non si è lasciata intimorire, per entrare c’era una fila lunghissima soprattutto di giovani, che poi all’interno riempivano fino all’inverosimile i corridoi dello Shanghai Exhibition Center. Sono presenti 150 gallerie di cui il 30%, internazionali, che spesso, come ad esempio la Galleria Continua, espongono in entrambe le fiere: quest’ultima ad Art021 dedica un solo-show all’artista belga Jan Op De Beeck, il cui iperrealismo malinconico ricoperto di grigio meglio si addice al taglio popolare e vivace della fiera. Infatti la direttrice esecutiva Vivian Har della Tang Contemporary (4 sedi in Oriente) sottolinea questo carattere pop, che ha determinato la scelta di esporre solo a questa fiera con uno stand molto grande, pieno di quadri che si trova nel cuore prestigioso e internazionale della fiera: l’ambito settore C01-14 delle “main galleries”. Tang aveva provato quest’anno per la prima volta anche ad andare ad Artissima, con un’accoglienza sicuramente da coltivare.
Lo stand più arioso, ironico e accattivante di questa sezione (e sicuramente il meno sacrificato di tutta la fiera) è quello di GAGOSIAN che lo dedica interamente a Dan Colen, che qui – in accordo con lo spirito del tempo – presenta solo quadri (lo conosciamo anche come scultore ove utilizza uno stile ironico e caricaturale) ricavati dal mondo Disney.
Bello lo stand di Mennour (soprattutto il quadro di Liam Everett); interessante la serie di pitture astratto-minimaliste del tedesco Imi Knoebel alla White Cube; malinconico il quadro di Andro Wekua, mentre orientalleggiante il quadro di Rauschenberg del 1989, tutti da GLADSTONE Gallery, mentre l’installazione di Vivian Suter ricorda la sua presenza alla recente Biennale di Gwangiu (sempre della GLADSTONE); spiritosi i quadri di Jonni Cheatwood alla GalleryAll; accattivante il dipinto del provocatore Josh Smith da David Zwirner, dove nel cuore dello stand è stata fatta una raffinata micro-personale alla pittrice astratta Merril Wagner; eleganti i disegni a pastello e inchiostro di Anri Sala da Chantal Crousel, circondati dai big della galleria.
Da segnalare infine nella sezione W, dopo la Perrotin, all’ANTENNA SPACE la delicatezza dei dipinti di Yu Honglei e la malinconica figurazione di Owen Fu; le mani-fiore di Buddha, sculturine in foglia d’oro e il video di Peng Wei alla galleria Tina Keng. La fiera presenta inoltre un Forum spalmato lungo tutte le giornate su diversi argomenti patrocinato da Miss Dior, cui sono dedicate mostre ambitissime lungo il percorso.
Più composta, meno affollata, di taglio maggiormente curatoriale è la fiera Westbund (nello Xuhui Riverside). Questa fiera compie dieci anni e rispetto alla sua nascita ha moltiplicato gli espositori, all’inizio erano una trentina, mentre questa edizione conta 185 gallerie, metà nazionali e metà internazionali, e quelle internazionali sono le “big” mondiali. Le sedi sono dislocate tra il West Bund Art Center con due grandi hangar, il West Bund Dome e Orbit.
Tra le trenta “fondatrici” della prima edizione si trovano: ARARIO Gallery, Don Gallery Shanghai, Hive Center of Contemporary Art, Pearl Lam Galleries, Star Gallery, Gagosian, GLADSTONE, Lehmann Maupin, Leo Gallery, Lisson Gallery, MASSIMODECARLO, Perrotin, Almine Rech, Thaddeus Ropac, Esther Schipper, Timothy Taylor…
La fiera è arricchita da un convegno che ha come tema “Why art matters today” con curatori e artisti, tra cui conosciamo meglio Hou Hanru, ma ci sono anche, oltre che curatori ed artisti, collezionisti che hanno aperto al pubblico le loro collezioni, come Cao Jixiang co-fondatore di The Cloud Collection o il giovanissimo Vince Guo co-fondatore di The Soil Collection e fondatore della Gen Z Collection. Le collezioni private aperte al pubblico di giovani collezionisti stanno fiorendo in Cina, spesso con la finalità di sviluppare la conoscenza e diffusione dell’arte locale. Mentre nel West Bund Dome la sezione “perspective” presenta progetti speciali da quasi venti importanti istituzioni, tra cui Acne Paper, AD China, The Art Newspaper China, distribuito gratuitamente alle fiere.
La pittura in fiera la fa da padrona assoluta, punteggiata da qualche scultura e un paio di video in tutto. Una delle poche eccezioni è Wang Xi (1983) alla galleria De Sarthe una delicata opera multimediale, blandamente interattiva, intitolata The Labirinth of Mandala, con tablet, sistema interattivo a rotelle e filo da cucire, neon… oppure il video ironico After Chinatown, 2012, di Ming Won alla OTA Fine Arts.
Ho particolarmente apprezzato i solo-show, tra cui ricordo: lo spettacolare stand di Hauser & Wirth con Gary Simmons, la pittura sontuosa di Nikki Maloof (1985) da Perrotin; alla galleria Triumph invece, i quadri e le sculture pseudo-minimaliste di Fang Lijun, che avrà a breve una personale all’Ashmolean Museum di Oxford; l’Hive Center of Contermporary Art ospita i quadroni in “plein air” modernizzato con aria da pixel di Xia Yu; mentre alla Neuger-Riemschneider, bellissimi gli arazzi della storica artista israeliana Noa Eshkol e interessante il video con sue coreografie degli anni del dopoguerra; Bluerider Art espone con discrezione i quadri “silenziosi” di Cao Jigang; W.ONE Space infine ha solo tre anni di età ed è composto da tre giovani galleristi, fa una ricerca internazionale e presenta con cura e gusto l’installazione dei quadri dalle atmosfere sospese dell’artista italiano Robert Bosisio, discretamente noto in Oriente, con progetti che riguardano la Cina, dove tra un paio di anni farà una bi-personale con Wim Wenders.
Qualche particolarità: tra i miei pittori orientali favoriti Zhang Enli alla Rose Arts (che espone anche Qu Fengguo e Zhao Gang), Enli è presente anche nel ricchissimo stand di ShangART; invece alla Star Gallery, bello stand, dove ad esempio Kang Haoxian fa un quadro che sa tanto di dare-avere con l’intelligenza artificiale, mentre Zhang Wei sporca di pittura le pale di concettuale memoria.
Una nota campanilista: dalla Continua i due artisti di punta sono richiestissimi e sono ospiti di due importanti momenti, che mostrano la buona presenza della galleria in Cina: Antony Gormley ha una grandiosa mostra intitolata “Living Time” al Museo della città di Tsingao (noto anche per la famosa birra omonima) progettato da Jean Nouvel; e Carsten Höller dialoga con Mario Cristiani alla Fosun Foundation di Shanghai dove è in corso una mostra di Ugo Rondinone. Del 2016 invece è il Ponte dell’Arcobaleno di fronte all’Oriental Pearl Tower a Shanghai opera del 2016 dell’artista “cromo-optical”, rappresentato da Continua, Carlos Cruz-Diez.
Tra gli artisti italiani (pochi) presenti segnalo le tre preziose opere di Nicola Samorì da Rosenfeld, che ospita anche il giapponese Keita Miyazaki e la nigeriana naturalizzata inglese Ndidi Emefiele; Rudy Cremonini nella collettiva da Capsule, galleria vista anche ad Artissima; Elisa Sighicelli nella collettiva da Rossi&Rossi. E infine, l’immancabile Cattelan da Perrotin a 021 e da MASSIMODECARLO, nelle rispettive collettive, nella seconda fiera.