Ospiti a palazzo. Figure in posa e al naturale è la mostra che La Galleria BPER Banca presenta a Palazzo Martinengo di Villagana a Brescia. Dodici dipinti realizzati tra il XVI e il XVII secolo, testimonianze dei costumi del tempo e della società che lo abitavano. In esposizione dal 10 novembre 2023 al 20 gennaio 2024.
Dodici ospiti più uno. A Palazzo Martinengo di Villagana, a Brescia, arrivano una dozzina di ritratti di epoche e stili differenti. A rispondere ai loro sguardi, nelle sale del piano nobile del Palazzo, il visitatore, al centro dell’attenzione di occhi che lo avvolgono come fossero costellazioni nella notte. A comporre l’artistico firmamento, in particolare, dodici opere realizzate tra il XVI e il XVII secolo, testimonianze dei costumi del tempo e delle società che lo abitavano, ma anche scorci intimi di storie e sentimenti dei soggetti rappresentati.
La curatrice Lucia Peruzzi spiega così il tema della mostra: “Immagine parlante sospesa tra verità e illusione, tra somiglianza e idealizzazione, tra mimesi e introspezione, il ritratto rivela il desiderio di tramandare la memoria dell’individuo diventando specchio dei moti profondi dell’anima, riflesso del sentimento del tempo e dell’evoluzione del gusto e della moda. Le opere esposte in questa sede rendono conto di come questo genere artistico, partendo da uno spunto semplice e diretto della realtà, si trasformi e assuma significati diversi attraverso i secoli”.
Di ciò che li accomuna e di quel che li allontana discutono allora i personaggi invitati all’inusuale convivio, ritrovo inaspettato tra le opere della collezione di La Galleria BPER Banca, prevalentemente di scuola emiliana, e i ritratti lombardi provenienti dai depositi dell’Accademia Carrara di Bergamo raramente visibili al pubblico, con il dipinto della collezione di Fondazione Brescia Musei e con l’opera proveniente dal Museo Civico di Modena, ulteriore esempio di ritratto di scuola emiliana.
Il percorso si apre con il Ritratto di Gabriele Tadino (1538) di Tiziano e bottega. Qui l’ingegnere militare del Cinquecento è esaltato nella sua veste di condottiero, ormai quasi sessantenne, consapevole delle glorie della sua carriera militare ma anche del passare del tempo, con impressi in maniera indelebile sul proprio corpo i segni del suo sacrificio e con in volto un’espressione nobile ma insieme velata di malinconia. La stessa che sembra pervadere il Ritratto di giovane monaco di Giovanni Francesco Caroto. Qui il giovane chierico emerge nella sua umanità, con lo sguardo intenso e fermo, ma anche vulnerabile e intimamente fragile. Nonostante regga tra le dita il nimbo e la palma, utili a sottolinearne l’appartenenza all’ordine benedettino, ciò che emerge è sua picaresca giovinezza.
Il Ritratto di donna (1525 circa) di Bernardo Licinio inaugura un filone femminile che condurrà la mostra fino al Seicento. Il ritratto di Licinio, ancora legato alla sua epoca, è immerso in uno sfondo nero utile a risaltare il biancore del soggetto e le sfumature ocra dell’abito. Particolare il gesto con cui la donna tende verso il basso la collana con due dita. Nel passaggio di secolo la ritrattistica guadagna l’elemento naturale, che si insinua nel quotidiano e negli scenari in cui i soggetti vengono rappresentati. Ne sono un esempio Ritratto di gentildonna con bambino (sec. XVII) di Cesare Gennari e il Ritratto di fanciulla (1640 circa) di Carlo Francesco Nuvolone.
Il passaggio al Settecento lo segna invece Fanciulla con gabbietta vuota (1680-1689) di Lorenzo Pasinelli. A emergere, nel ritratto, è il suo contenuto simbolico e morale. La “testa di carattere”, genere a cui il dipinto si rifà, esalta il carattere dimesso e umile della fanciulla, che mostrando la gabbietta aperta e vuota suggerisce la perdita della sua pazienza, un bene prezioso e, per quello che suggerisce la dinamica dell’opera, forse mal custodito. Inconfondibile la fisica consistenza delle ombre bruciate del Giuseppe Maria Crespi nel suo David, che mostra il profeta nell’atto di comporre i salmi aiutandosi con l’arpa. Un lume dall’alta ne irradia il volto drammatico, in un chiaro rimando al baracco che stava iniziando a diffondersi.
Teatralità riscontrabile anche nel Vecchio con clessidra (1725 – 1749) di Antonio Cifrondi. L’anziano, posto di tre quarti, poggia sulle stampelle sfruttando le ascelle, mentre con la mano porta all’altezza degli occhi disperati la clessidra, segno del tempo che scorre inesorabile. Concludono la mostra due opere di Fra Galgario, che nel Ritratto dell’avvocato Giacomo Bettami de’ Baizini (1725 circa) e nel Ritratto di giovinetto (Il Cerighetto) (1730 circa) rivela una straordinaria abilità nella resa dei tratti fisici e caratteriali dei soggetti raffigurati, dall’aristocratico austero al giovane stralunato, evidenziando il valore penetrativo che un pennello può avere nell’anima dell’uomo.
Ospiti a Palazzo. Figure in posa e al naturale
Dal 10 Novembre 2023 al 20 Gennaio 2024
Giorni e orari:
– tutti i venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00
– tutti i sabati dalle ore 10.00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle ore 18.00
L’ingresso alla mostra è gratuito con prenotazione obbligatoria