Maria Cristiana Fioretti (1966, Cingoli, Marche), è una pittrice che dal 2010 ha coniugato il colore alla luce, in particolare negli ambienti multimediali, dando forma a paesaggi onirici terresti e marini, creando altri orizzonti e profondità spaziali. Il suo atelier è a Mentone, dove dipinge all’aria aperta nel suo giardino accarezzata al vento e dalla luce della Costa Azzurra, mentre a Milano è docente di Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera, e dal 2009 Direttrice della Scuola di Decorazione nell’istituzione milanese. L’abbiamo intervistata in occasione della nostra rubrica dedicata all’eredità di Italo Calvino nelle arti, a cento anni dalla nascita dello scrittore.
Ti consideri una erede di Italo Calvino, si o no, perché ?
Si, mi sento un’erede spirituale di Calvino, scrittore che amo moltissimo e in cui molti aspetti della mia vita si riconoscono nella sua molteplicità di interessi e visione surreale del mondo. Da Cosimo Piovasco di Rondò, protagonista de Il barone rampante che sceglie di vivere saltando con rapidità di albero in albero e senza mai scendere a terra, ho ereditato la necessità e possibilità di esplorazione di scenari diversi. Lui esplora i boschi e vive la possibilità di incontrare sempre nuove persone, io vivo in continuo movimento tra Milano, Mentone e Ancona, spesso sono a Lugano. Questo dinamismo alimenta anche la mia visione delle cose e il mio sguardo sul mondo, che ha trovato nella dimensione estesa del paesaggio un motivo di indagine estetica ed esistenziale. Di Calvino mi attira la sua fantastica visione della realtà e la restituzione in chiave allegorica delle cose, come la concezione dell’impotenza umana rispetto al divenire delle cose nel mondo. Nel mio lavoro prediligo colori cangianti, tonalità vivide, brillanti, dimensioni luminescenti quasi fiabesche dall’estensione orizzontale con le sue dilatazioni spaziali nei soggetti naturali terrestri, marini e sottomarini, ponendo al centro una ricerca di fluidità cromatica, al di là delle costrizioni e recinzioni. Il mio approccio al colore è emozionale in prende forma un qualcosa per qualcuno che si iscrive in un processo dinamico dello sguardo. Una delle mie città elettive è Mentone in Costa Azzurra posizionata in linea di continuità con la riviera Ligure, così presente nella fanciullezza e nell’immaginario dello scrittore cresciuto a Sanremo. Ho letto qualche giorno fa il racconto Gli avanguardisti a Mentone scritto nel 1953, e mi ha affascinata la restituzione del cambiamento di prospettiva tra la visione nelle strade di San Remo e le strade i negozi e le case di Mentone, vissute dal protagonista come un mondo altro in un periodo in cui la guerra stava alterando definitivamente le loro identità. Oggi siamo inseriti in un sistema storico-politico completamente cambiato eppure molto critico, ci troviamo nel mezzo di 170 conflitti sparsi per il mondo, quando l’umanità imparerà a tenere insieme le diversità senza contrapporle, allora non rischieremo di trovarci ancora una volta testimoni di drammi cui fu spettatore lo stesso Calvino.
Secondo te leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, le 5 categorie della modernità raccolte nel libro “Lezioni americane” (1988), nella nostra epoca connessa sono ancora attuali, come, dove e perché?
Ritengo che Italo Calvino abbia anticipato profeticamente in sole cinque parole la sintesi di ciò che nel mondo contemporaneo rappresenta una possibilità di orientamento nella frantumazione del presente; si tratta di categorie differenti che nel loro insieme definiscono esattamente i valori essenziali da preservare nel rapporto con la realtà. Sono categorie, o meglio attitudini che offrono ancora oggi un modus operandi necessario, aperto al confronto intellettuale con la complessità e anche con l’incomprensibilità del presente. Ho sempre osservato con uno sguardo indiretto le cose, come in genere fanno gli artisti, sentendo l’ordinarietà come un limite alla libertà di determinazione del pensiero e dell’immaginazione. Per Calvino la leggerezza si associa con la precisione e la determinazione, quindi, non con la genericità e la casualità. La leggerezza è a tutti gli effetti un esercizio che affina il pensiero umano in relazione al modo di vivere ed è in tal senso una forma d’intelligenza. Del resto intorno a noi tutto è in una incessante trasformazione; in questo il valore della rapidità ai fini letterari spiegato dallo scrittore mi fa pensare alla rivoluzione portata all’interno del linguaggio dell’arte dagli Impressionisti, quando decisero di annullare i lunghi tempi di riflessione in studio per seguire la dinamicità dell’esistente e cogliere in macchie di colore l’intensità della luce e i fenomeni della visione, trovando all’aria aperta una nuova grammatica rappresentativa. In questo l’arte ha spesso avuto un ruolo anticipatorio, si pensi a Impression soleil levant di Claude Monet, dove sembra di vedere rappresentato il criterio intellettuale di selezione e di eliminazione in itinere dei dati non necessari alla creazione. Credo che questo parallelo si relazioni bene anche l’ esattezza, intendendo non un rapporto verosimile del linguaggio (non importa se pittorico o letterario) con la realtà ma una forma di coerenza contro un uso approssimativo degli strumenti o delle parole. Del resto lo stesso Calvino a proposito della visibilità, parla dell’apparire nella mente di immagini fantastiche che solo dopo vengono trascritte nei racconti testuali, come a dire che l’intuizione visiva esiste prima della parola. La molteplicità delle visioni che costituiscono la letteratura moderna si relazionano alle coeve ricerche dell’arte, sono il prodotto del convergere e della contrapposizione di una pluralità di linguaggi e visioni.
Il nuovo chatbot ChatGPT, strumento di intelligenza artificiale generativa, rapidamente adottato dagli studenti per creare composizioni liceali o addirittura saggi accademici, già da tempo utilizzato nell’ambito artistico con Dall- E , strumento di A.I capace di riprodurre immagini a partire da un testo scritto, suscitando non pochi problemi di autorialità, secondo te, può contenere o superare le 5 categorie indicate da Calvino ? Perché?
Penso che non tutta la letteratura fantastica o fantascientifica che abbiamo letto da ragazzi sia destinata a realizzarsi. Comunque ci ha proiettato oltre l’ordinario. È vero, l’Intelligenza Artificiale ha raggiunto dei risultati straordinari anche nella creazione delle immagini a partire da testi scritti, eppure finché non ci sarà una totale integrazione tra l’ umano e la macchina, al punto da non poter più distinguere le due componenti, esisterà dietro la costruzione di questi nuovi strumenti sempre un progettista umano. Gli effetti dell’invenzione della fotografia e della cinematografia hanno generato il rinnovamento delle arti visive di alcuni generi, come ad esempio la ritrattistica o il paesaggio, non è sparita la figurazione, ma si è solo modificata attraverso la post-produzione. Tecniche tradizionali e chatbot possono dialogare, è un nuovo strumento che gli artisti sperimenteranno in maniera soggettiva. Gli artisti si servono e si serviranno di ChatGPT, Dall-E e altro ancora, molti continueranno a utilizzare pennelli e materiali tradizionali insieme a linguaggi tecnologici, come si è sempre fatto. Sappiamo che il futuro dipende dall’uso più o meno saggio che faremo della tecnologia. gli artisti adatteranno i nuovi strumenti di ricerca alle proprie poetiche e processi creativi. Riguardo all’autorialità, questa questione è stata da lungo tempo affrontata dall’arte ma non mi sembra questo il contesto per dilungarmi oltre. Le cinque categorie di Calvino sono forse già superate in un futuro già presente che vede integrarsi tradizione e innovazione territorialità e globalità, individualità e collettività, catastrofe e rinascita.