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Paris Photo, la fiera dei record. Ecco com’è andata

Panorama de la falaise de Bâmiyân, di Pascal Convert, polittico esposto a Paris Photo Panorama de la falaise de Bâmiyân, di Pascal Convert, polittico esposto a Paris Photo
Panorama de la falaise de Bâmiyân, di Pascal Convert, polittico esposto a Paris Photo
Panorama de la falaise de Bâmiyân, di Pascal Convert, polittico esposto a Paris Photo

65.000 visitatori, con un incremento del 7% rispetto al 2022, per la 26esima edizione di Paris Photo al Grand Palais Ephemere

Siamo lieti di vedere che Paris Photo sia diventato un evento imperdibile per professionisti e istituzioni internazionali, artisti, appassionati e collezionisti. Siamo inoltre entusiasti di raggiungere un pubblico così diversificato, con specialisti e neofiti attratti dai nostri diversi settori”. Con queste parole la direttrice Florence Bourgeois ha commentato i primi bilanci di Paris Photo, la fiera dedicata alla fotografia appena conclusasi a Parigi. E la risposta entusiasta si misura già dai numeri: 65.000 visitatori, con un incremento del 7% rispetto al 2022. Che ne fanno – da rassegna “settoriale” – una delle fiere più popolari al mondo, superata forse solo da Arco Madrid e dalle due Art Basel.

Ancora numeri: il numero di collezionisti e VIP arrivati al Grand Palais Ephemere per visitare e anche per acquistare è aumentato del 10%. Nel complesso il 40% dei visitatori proveniva dall’estero. Mirabolante la presenza di rappresentanti di istituzioni internazionali giunti a Parigi fra l’8 e il 12 novembre. Dal Getty Museum di Los Angeles al MALBA di Buenos Aires, dal messicano Museo Jumex fino alla National Gallery of Australia. E gli auspici sono i migliori in vista dell’edizione del prossimo anno, quando – dal 7 al 10 novembre 2024 – Paris Photo tornerà nei rinnovati spazi del Grand Palais.

 

Paris Photo 2023
Paris Photo 2023

Polittico fotografico da 17 metri

Cartina di tornasole del successi di questa 26esima edizione sono anche i commenti soddisfatti dei 191 espositori, confortati anche da importanti vendite. Due stand hanno addirittura venduto tutte le opere presentate: la galleria olandese Tegenboschvanvreden con l’intera personale di Paul Kooiker e la parigina Galerie Ruttkowski;68 tutte le sue opere di François Halard. Un’istituzione americana ha acquistato la serie fotografica di Grete Stern dalla Julian Sander Gallery per 250.000 euro. Vendite sostenute anche per Gagosian, con opere di fotografi come Richard Avedon, Sally Mann e Nan Goldin. Ottimismo anche in area italiana: la Galleria M77, per esempio, partecipante per la prima volta, ha venduto diverse opere tra i 50 e i 60.000 euro, tra cui un pezzo unico di Nino Migliori.

Nota conclusiva per una delle opere più belle viste in fiera. Un polittico fotografico di 15 pannelli di Pascal Convert, titolo Panorama de la falaise de Bâmiyân. Presentato come unica opera nello stand della galleria RX & SLAG, misure 1,10 x 17 metri. Soggetto: il sito archeologico afghano di Bamiyan, che – già logorato dall’erosione – nel 2001 subì la distruzione dei suoi due Buddha giganti da parte dei talebani. Nel 2016 Convert rispose all’appello dell’ambasciata francese in Afghanistan per commemorare il tragico attacco contro le statue dichiarate patrimonio mondiale dell’Unesco. La galleria ha venduto 7 pannelli per 22.000 euro ciascuno, ma un’istituzione americana è interessata all’acquisto dell’intera installazione da 22 pannelli.

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