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Luca Massimo Barbero show. Il critico e curatore dona il suo archivio alla Biennale di Venezia

Exhibition view: la mostra di Luca Massimo Barbero photo Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia
Exhibition view: la mostra di Luca Massimo Barbero photo Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia

Nel dinamico panorama dell’arte contemporanea, l’archivio di Luca Massimo Barbero, curato dal critico, storico e curatore stesso, trova una nuova casa nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale di Venezia. Questa mossa monumentale è commemorata con la mostra intitolata “Luca Massimo Barbero: Un Diavolo Amico,” pronta ad aprire le sue porte giovedì 16 novembre alle ore 12 a Ca’ Giustinian.

L’archivio di Barbero non è una collezione statica; respira vita, espandendosi costantemente con il suo lavoro in corso e l’uso personale, si configura come una risorsa proattiva, stimolando iniziative all’interno dell’archivio stesso della Biennale. 

L’impegno della Biennale nell’inventariare e mettere in mostra questa nuova acquisizione riafferma la sua dedizione nel ospitare archivi e fondi che si confrontano con temi legati alle arti contemporanee.

Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia, esprime gratitudine per quello che descrive come un profondo “gesto” di Luca Massimo Barbero, questo gesto, come nota Cicutto, va oltre la concezione convenzionale di archiviazione; è un atto di permettere a qualcosa di prosperare e crescere all’interno di un contesto che ne possa amplificare la risonanza per il pubblico più ampio possibile.

“Sono grato e onorato che la Biennale di Venezia abbia accolto il mio archivio. In questo momento storico di abbreviazione della memoria, consegnare alla Biennale materiali ancorati al presente e mettere a disposizione degli studiosi documenti che possono essere consultati nella loro versione originale assume una dimensione vitale”, dice Luca Massimo Barbero.

Exhibition view: la mostra di Luca Massimo Barbero photo Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia

La mostra, offre uno sguardo alla personalità caleidoscopica di Luca Massimo Barbero: una rotazione di materiali provenienti dall’archivio di Barbero sarà esposta nei mesi successivi, fornendo una panoramica completa della sua personalità, dei suoi metodi di studio e delle sue pratiche curatoriali.

Importante sapere che il Portego di Ca’ Giustinian presenta fotografie storiche che catturano momenti della Biennale dal 1948 al 1981, questa collezione funge da alfabeto della formazione di Barbero, sottolineando la sua profonda connessione con l’istituzione attraverso una vasta biblioteca fotografica.

La metodologia curatoriale di Barbero viene svelata attraverso due sale, partendo dalla mostra dedicata a Peter Greenaway al Museo Fortuny nel 1993 a un mosaico di immagini legate alle installazioni di artisti come Lucio Fontana, Carla Accardi, Anthony Gormley e altri, i visitatori hanno l’opportunità di dare uno sguardo dietro le quinte all’attenzione meticolosa di Barbero per i dettagli.

In quello che viene affettuosamente chiamato lo ‘spazio bimbi,’ viene presentato un mondo noto a pochissimi: Barbero come educatore, fotografo della nazionale di lotta greco-romana e creatore di un progetto fotografico decennale intitolato “Candidi come colombe astuti come serpenti.” Qui si entra in contatto con un lato inedito di questa figura così importante per il settore, un fotografo e narratore che ha svolto un ruolo cruciale nel suo lavoro di storia dell’arte.

Il percorso e la storia di Luca Massimo Barbero, da studente all’Università Ca’ Foscari a figura influente nella scena dell’arte contemporanea, si presenta attraverso questa ricca mostra. Il suo archivio, ora ospitato alla Biennale, diventa una testimonianza vivente del suo impegno per l’arte e l’istruzione, garantendo che le generazioni future possano esplorare e interagire con la ricchezza di conoscenze che ha accumulato.

Exhibition view: la mostra di Luca Massimo Barbero photo Andrea Avezzù, Courtesy of La Biennale di Venezia

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