Le dimissioni della commissione di Documenta 16. Non è mai troppo tardi…
Vero, non è mai troppo tardi…
Le ricadute della guerra tra Israele e il gruppo terrorista Hamas iniziano a scuotere il gotha del contemporary che, lentamente, si avvia sul sentiero del Golgota.
Dopo la defenestrazione del direttore di Artforum tocca a tutta la commissione di Documenta 16 dimettersi, rei tutti di antisemitismo e relative simpatie pro Hamas. Accusa peraltro non nuova per quel che concerne Documenta che già nella passata edizione aveva visto le dimissioni della direttrice Sabine Schormann per le stesse motivazioni.
C’è voluta questa tragica guerra per rivelare quello che era ed è sotto gli occhi di tutti, vale a dire che l’intero establishment intellettuale e culturale che governa il fab art world è totalmente sbilanciato, anzi, schienato su posizioni che vanno dal neo marxismo all’altero terzomondismo giù sino al post-umanesimo con tendenza trans-specie, fino ad arrivare all’auspicio di estinzione del genere umano, o perlomeno dell’uomo bianco. Tutti argomenti di cui vi ho già ampiamente informato nei miei pezzulli.
L’odio di sé e di tutta la propria cultura che pervade il povero occidente nostro, catalizzato dall’antisemitismo riemerso in tutta la sua virulenza, ha costretto gli intellò a riflettersi in uno specchio, magari di Pistoletto, tanto per sentirsi cool. Un odio, bisogna dirlo, temperato da un altrettanto e apparentemente contrario sentimento di amore per il danaro e tutta la comfort zone che esso garantisce. Ipocrisia in purezza.
Difficile dire se questa polarizzazione porterà cambiamenti di lunga durata o se, come spesso accade, la turbo comunicazione sposterà i suoi interessi su un altrove di maggior e stringente attualità e tutto rientrerà nei ranghi, tritato nel frullatore dell’eterno presente. Una cosa però si può certamente dire, la lobby ebraica (per gli amanti del “gomblotto” demo pluto e paperino giudaico) che governa gran parte dell’art world, si è incazzata di brutto e certamente non perdonerà. Curioso come improvvisamente una parte delle élites intellettuali che hanno fornito la corda che ora gli si stringe intorno al collo si rendano conto di quanto faccia male.
Ad ogni buon conto una questione non da poco si pone, la nuova commissione che presiederà Documenta su che basi e orientamenti configurerà il progetto visto che la gran parte dell’art-system è sostanzialmente omologo al pensiero della commissione uscente? Mah, vaste programme…
Occidentali saluti
L.d.R.