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L’Aquila. Tiziana Fusari tra MAXXI e Fondazione de Marchis

La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L'Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L'Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis
La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L'Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis
La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L’Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis

La Project Room del MAXXI l’Aquila e la Fondazione de Marchis accolgono una retrospettiva dell’artista Tiziana Fusari, visitabile fino al 7 gennaio 2024

Un carosello d’immagini per soli adulti bambini. Così si presenta La Comédie Humaine, una suggestiva retrospettiva di Tiziana Fusari (1951-2012), inaugurata negli spazi del MAXXI L’Aquila e della Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre Onlus. Sono più di 100 le opere in mostra, realizzate tra il 1976 e il 2012, che ripercorrono le tappe dell’artista, vissuta per anni nel capoluogo abruzzese e interessatasi alla ricerca pittorica sin da giovanissima. Accompagnano il percorso 21 fotografie scattate da Mauro Mattia, che la ritraggono tra studio e allestimenti.

La creatività di Fusari, artista autodidatta, emerge anzitutto dalla varietas dei supporti: veline in trasparenza, carta intelata e cartamodelli, ex libris e disegni con filo da ricamo su cotone, piccole sculture e cartoncini entro teca. Abbandonata ben presto la vena astrattista, Fusari vira il suo tratto verso la resa di figure misteriose, generando un mondo effimero e comicamente disturbante. Solo a un primo sguardo ogni sagoma appare innocua. Eppure le silhouettes di quasi tutte le donne dipinte sono senza testa. Alla generosa sinuosità dei corpi si accostano minimi e ingombranti dettagli che, come leve, fanno scattare, in chi osserva, la vertigine del sospetto.

 

La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L'Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis
La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L’Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis

Rovesciamento di senso

All’acefalia infatti si affiancano arti mancanti, braccia e gambe femminee sostituite da protesi poco rassicuranti. L’eleganza di una fémme in bianco è turbata dal pericoloso uncino che svetta al posto di una mano. La staticità delle pose è spezzata dall’affannarsi di mani che frugano in alcune borse. Dai seni e sotto la gonna di piccoli modelli plastici spuntano chiodi. Le ali di una scultura sono pezzi di vetro conficcati in una schiena. E quello che dovrebbe essere un cocktail party di una donna e un caimano è in realtà un convito tra impiccati. Il mondo costruito o decostruito da Fusari – con una riflessione continua sul corpo, sul feto, sul non sense, il lato oscuro e il paradosso estremo – è anfibio, proprio come i verdi coccodrilli che ritornano e si richiamano da un’opera all’altra.

Se quaderni, foglietti, giochi di parole, frasi eco dell’infanzia e cromie sgargianti sembrano parlare la lingua dei piccoli e quasi far parte di un corredo d’illustrazioni per fiabe, ferite, coltelli, lacci e insidie sussurrano qualcos’altro. Anche la prospettiva concorre al dispettoso rovesciamento di senso. Nella Project Room del Maxxi i piccoli disegni, che sarebbero meglio fruibili in verticale sono pensati per un’esposizione orizzontale: in piedi le figure tratteggiate sarebbero fuori pericolo, da “sdraiate” appaiono invece legate ad una corda mortale.

 

La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L'Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis
La Comédie Humaine di Tiziana Fusari, Maxxi L’Aquila e Fondazione Giorgio de Marchis

È una formidabile parabola della commedia umana, dove niente è come sembra, ogni cosa è collegata, non tutto va preso sul serio e talvolta una risata si muta in un sorriso a denti stretti. Non è detto che vi sia un messaggio, una risposta, una soluzione che l’artista offre. Ma forse, in filigrana, si legge un pensiero: la vita è ricca di variabili e spesso c’è qualcuno in agguato.

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