Print Friendly and PDF

Il vuoto, lo spazio, la montagna, il colore. Chiara Gambirasio “penserà” e abiterà la Val Seriana

Chiara Gambirasio
Chiara Gambirasio

Chiara Gambirasio (Bergamo, 1996) sarà una delle protagonista (dal 17 maggio) di Pensare la montagna, un programma diffuso sul territorio della Provincia di Bergamo, che coinvolgerà in modo partecipativo le comunità locali riflettendo sui temi della sostenibilità e della collettività, insieme ad artisti internazionali. L’artista presenterà un intervento partecipativo in collaborazione con la Fondazione Dalmine, nata per iniziativa di TenarisDalmine con l’obiettivo di promuovere la cultura industriale a partire dalla conservazione e valorizzazione dell’archivio storico dell’impresa attraverso mostre e eventi, seminari e momenti formativi che interessano famiglie, studenti e istituzioni educative, appassionati ed esperti del territorio.

Il 16 maggio l’opening dei progetti di Sonia Boyce, Lin May Saeed, Studio Ossidiana in collaborazione con Frantoio Sociale,Chiara Gambirasio e Mercedes Azpilicueta.

Il tempo vacuo, di fronte cui la montagna inevitabilmente ci pone, sarà uno dei punti di riflessione condivisa con i partecipanti per creare un ponte tra il mondo del fare e il mondo dell’essere. L’esito di questo percorso condiviso sarà presentato a Castione della Presolana, in alta Val Seriana, nei pressi dell’ex colonia di TenarisDalmine. L’opera potrà qui dialogare con il contesto naturale in cui sarà inserita, e in particolare con la luce e le condizioni atmosferiche, elementi imprescindibili con cui i lavori di Chiara Gambirasio entrano costantemente in relazione, sottolineandone la mutevolezza.

Vuoto e colore costituiscono il focus della ricerca di Gambirasio, tanto che l’artista ha coniato il termine Kenoscromìa (dal greco Kenos, vuoto, e Kromìa, colore) per descrivere la vibrazione cromatica del e nel vuoto, laddove il vuoto è lo spazio delle potenzialità e il colore è il mezzo attraverso cui percepire intuitivamente e soggettivamente il mondo. Vuoto e colore diventano quindi per l’artista due condizioni in cui “risiedere” per imparare a sentire oltre l’immediatamente percepibile: il cosmo e l’interiorità, ma anche il tempo geologico inafferrabile dalla memoria.

Commenta con Facebook