La mostra L’altra Pompei, appena aperta alla Palestra Grande del Parco Archeologico, è dedicata alla vita delle persone ignorate dai tragitti calcati per visitare le domus più celebri. Un percorso, a cura di Silvia Martina Bertesago e Gabriel Zuchtriegelin (fino al 31 dicembre 2024), lungo sette sezioni e circa trecento reperti, in cui sono integrato tre ambienti multimediali che evocano storie minime, quotidiane di artigiani, servitori, schiavi, liberti… di coloro che costituivano la reale tessitura sociale della città. Si percorre idealmente il corso dell’esistenza di queste persone dalla nascita fino alla morte, indagandone le attività quotidiane, l’alimentazione, i rapporti personali, i costumi e gli svaghi, ma anche il rapporto con il mondo esterno, con la fede religiosa e l’aldilà. Il progetto multimediale è a cura di Studio Azzurro.
All’ingresso i passanti dell’antica Pompei si soffermano a raccontare le loro abitazioni e il loro mestiere; tra gli straordinari reperti della vita di tutti i giorni due inserti video evidenziano la pratica dei graffiti legati alle attività quotidiane. In chiusura, ci si trova avvolti dall’atmosfera di un rito funerario. I tre momenti sono Indizi di un mondo che si riaccende di gesti semplici e di una nuova consapevolezza delle condizioni di vita dei più, come spiegano i curatori.