Scompare uno degli storici animatori del gruppo coordinato da Germano Celant, presente fin dal 1968 alle mostre dell’Arte Povera
“I particolari sono indispensabili per completare un’idea”. Poche parole, tratte da un’intervista rilasciata al Castello di Rivoli. Ma che dicono già molto dell’approccio creativo di Giovanni Anselmo, storico protagonista dell’Arte Povera morto oggi all’età di 89 anni. Nato a Borgofranco d’Ivrea nel 1934, Anselmo – pittore autodidatta – aveva esordito nel 1967 in una mostra collettiva alla Galleria Sperone di Torino. Ma la notorietà sarebbe giunta abbastanza presto, l’anno successivo, 1968, con la partecipazione alle mostre del gruppo dell’Arte Povera, guidato dal critico Germano Celant. Insieme – fra gli altri – a Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi, Gilberto Zorio.
Stesso anno, 1968, e stesso luogo dell’esordio, Galleria Sperone, per la sua prima esposizione personale. E solo un anno dopo eccolo in importanti eventi internazionali, come la mostra di Berna When Attitudes Become Form del 1969, invitato da Harald Szeemann. Sono l’avvio di una serie continua di successi, con diverse partecipazioni alla Biennale di Venezia, nel 1978, nel 1980, e nel 1990, anno in cui vince il Leone d’oro per la Pittura. L’ultimo, una vera consacrazione, non riuscirà a vederlo: sarà infatti nel febbraio 2024 che al Guggenheim Museum di Bilbao si inaugurerà la mostra Giovanni Anselmo: Más allá del horizonte.