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Lippo di Dalmasio e le arti a Bologna tra Trecento e Quattrocento

Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al 1410)
Madonna del velluto
Tempera su tavola, cm 80 x 57
Bologna, Museo di San Domenico

È in corso sino al 17 marzo 2024 al Museo Civico Medievale di Bologna (Lapidario) la prima mostra monografica dedicata a Lippo di Dalmasio, uno dei più importanti pittori bolognesi, documentato a Pistoia e a Bologna dal 1377 al 1410

Pittore di tavole, tele e affreschi, Lippo di Dalmasio si porta dietro tutto il fascino di quel tardo medioevo che sfocia nel gotico internazionale. Si porta dietro anche l’incanto di due terre, l’Emilia e la Toscana, con la sua attività che si svolge a cavallo dell’Appennino, raccordando due diverse tradizioni di stile e cultura, la neogiottesca fiorentina e quella bolognese di Vitale da Bologna. Con un carattere tutto personale, come testimoniano le sue Madonne (Madonna allattante dell’umiltà, in affresco, firmata e datata 1397 e la Madonna dell’umiltà e angeli, tempera su tela, del 1400-1405) con quei Bambini, curiosi e giocosi, che, anziché bere il latte materno, si volgono a guardare l’ideale spettatore.

Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al
1410)
Madonna allattante dell’Umiltà, 1397
Affresco strappato, cm 140 x 105
Bologna, chiesa di Santa Maria della Misericordia

Si tratta di una interessante riscoperta di un maestro, molto amato in clima di controriforma, proprio per le sue Madonne, tanto che fu soprannominato “Lippo delle Madonne” (ma non dipinse solo Madonne), ma poco considerato, per la stessa ragione, nell’Ottocento e Novecento. Il progetto si inserisce come capitolo conclusivo di un ciclo di mostre dedicato ai protagonisti della pittura gotica bolognese, che con le loro attive botteghe animarono la scena cittadina tra ‘300 e ‘400. Le tappe precedenti videro alla ribalta Vitale da Bologna (2010), Simone dei Crocifissi e Jacopo di Paolo (2012) e Giovanni da Modena (2015).

La mostra presenta 32 opere, tra dipinti su tavola e tela, affreschi, sculture e manoscritti, e si articola in tre momenti, il primo riguardante la formazione tra Bologna e Pistoia e i rapporti con l’arte toscana; il secondo, il ritorno a Bologna a fine anni ottanta del Trecento; il terzo, l’attività dal 1400 al 1410, verso il tardogotico. Accanto ai dipinti e agli affreschi del pittore, sono esposte opere di artisti contemporanei, come Simone dei Crocifissi, Jacopo di Paolo, Giovanni di Fra Silvestro, Don Simone Camaldolese, Lorenzo Monaco, Jacobello e Pierpaolo Dalle Masegne scultori, giunti da musei, biblioteche, chiese italiane e collezioni private.

Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al 1410)
Madonna dell’Umiltà, 1400 ca.
Affresco trasportato su tela, cm 120 x 72
San Martino di Soverzano, collezione Michelangelo Poletti

Figlio del misterioso pittore Dalmasio, bolognese vissuto dal 1315 al 1374 e nipote di Simone dei Crocifissi (al secolo Simone di Filippo Benvenuti), Lippo, nato dopo il 1350 e morto nel 1410, apparteneva alla prestigiosa famiglia ghibellina degli Scannabecchi. Comincia con tutta probabilità l’attività in Toscana, a Pistoia in particolare, rea il 1380 e il 1387, al seguito del padre ottenendo le prime commissioni. In un ambiente che la mostra sottolinea con presenze toscane come Antonio Vite (Madonna dell’umiltà e donatore, 1390 circa) e Graduali miniati, Antifonari, Statuti di confraternite, di pittori toscani e bolognesi.

La seconda tappa riguarda il rientro di Lippo di Dalmasio a Bologna nel 1387 e il suo lavoro a partire da quei primi anni Novanta rappresentati da un piccolo trittico, firmato e datato 1394 (Trittico Lambertini), con la parte centrale con Incoronazione della Vergine (Bologna, Pinacoteca Nazionale), esposta per la prima volta a fianco dei laterali giunti dal Museo Stibbert di Firenze. Inedita anche una Croce dipinta a fondo oro, del 1395, recentemente attribuita al pittore. Anche in questa sezione il contesto di scambio e influenza è rappresentato dal mondo della miniatura e da pittori bolognesi come Simone dei Crocifissi e Jacopo di Paolo.

Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al
1410)
Anta laterale con San Petronio, San Giovanni Battista, Sant’Agostino (parte del trittico con Ver-
gine col Bambino e santi)
Tempera e oro su tavola, tavola sinistra: cm 169 × 64
Bologna, Pinacoteca Nazionale, inv. 718 (deposito Pii Istituti Educativi)

Poi, l’ultimo tratto dell’attività del pittore, dal 1400 al 1410, ormai affermato non solo come artista, ma in ambito sociale, con una brillante carriera di notaio, giudice e cavaliere. Il cantiere di San Petronio avviato intorno al 1390 con un’intensa attività artistica, offriva al pittore un’infinità di stimoli. Lui stesso fu coinvolto in importanti lavori oggi perduti. È il momento del gotico fiorito, documentato dalla bellissima Madonna del velluto (1400-1408), in cui all’eleganza dei tessuti e degli ori, e all’originalità dei dettagli, si unisce la gentilezza del sentire tra Madre e Figlio. Un bel catalogo a cura di massimo Medica, Fabio Massaccesi e Silvia Battistini (Dario Cimorelli Editore) correda la mostra.

Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al 1410)
Tavola centrale di trittico con Incoronazione della Vergine, 1394
Tempera e oro su tavola, cm 63 x 27
Bologna, Pinacoteca Nazionale, n. inv. 1092
Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al
1410)
Santi Andrea, Giovanni Battista e Pietro, 1405-1410 ca
Tempera e oro su tavola, cm 130 x 105
Bologna, collezione privata Savelli
Lippo degli Scannabecchi detto Lippo di Dalmasio (Bologna e Pistoia, documentato dal 1377 al
1410)
Croce dipinta, 1395
1/2
Tempera e oro su tavola, cm 162 x 116
Firenze, Museo Casa Rodolfo Siviero, n. inv. 29G
Lippo di Dalmasio e le arti a Bologna tra Trecento e Quattrocento

Bologna, Museo Civico Medievale (Lapidario),
via Manzoni 4,
dal 18 novembre 202 3al 17 marzo 2024
A cura di Massimo Medica e Fabio Massaccesi con un comitato scientifico
Promossa dai Musei Civici di Bologna e altri Enti in collaborazione con la Pinacoteca Nazionale di Bologna
www.museibologna.it/arteantica 

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