È in corso sino al 7 aprile 2024 alle Gallerie d’Italia a Napoli, la mostra Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del Golfo
La mostra è dedicata al pittore viennese Joseph Rebell e all’atmosfera culturale vivace e vibrante della città di Napoli negli anni dal 1808 al 1815, periodo del regno di Gioacchino Murat (generale francese e re di Napoli) e Carolina Bonaparte (la più giovane delle tre sorelle di Napoleone), che furono sovrani molto amati nella città partenopea. Fu un periodo di progresso e di rinnovato splendore per il Regno, segnato da straordinarie trasformazioni sociali, economiche, urbanistiche e da una particolare attenzione per il territorio.
La cultura dei coniugi Murat e il loro gusto moderno formatosi a Parigi diedero un grande impulso alle arti, dividendosi tra le regge ufficiali di Napoli e Caserta, e la prediletta residenza privata di Portici: furono i mecenati di grandi pittori come François Gérard (1770-1837), Antoine-Jean Gros (1771-1835) e Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). Una particolare attenzione fu rivolta per le vedute e la pittura di paesaggio, chiamando alla loro corte maestri francesi del genere, tra cui Simon Denis (1755-1813), Alexandre Dunouy (1757-1841) e Louis de Forbin (1777-1841), e riservando una particolare protezione per l’artista viennese Joseph Rebell (1787-1828), protagonista della mostra Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del golfo, allestita nelle di Gallerie d’Italia-Museo di Intesa Sanpaolo, in via Toledo 177, a Napoli, curata da Sabine Grabner, Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca e Gennaro Toscano, fino al 7 aprile 2024.
Le sue vedute della città, del golfo e dei magnifici dintorni, sono stati i soggetti prediletti e hanno alimentato in Europa il mito dell’unicità di quel territorio incantato celebrato dai pittori del Grand Tour.
LA CONQUISTA NAPOLEONICA
La presentazione di Rebell alla regina Carolina si deve al suo Ministro degli Interni monsignor Giuseppe Capecelatro (1744-1836), che aveva conosciuto l’artista a Milano alla corte del viceré d’Italia Eugène de Beauharnais (1781-1824), figlio dell’imperatrice Josephine, per il quale l’artista aveva realizzato una serie di paesaggi con la rappresentazione delle celebri battaglie con le quali l’esercito di Napoleone aveva conquistato l’Europa, di cui sono visibili in mostra tre dipinti della leggendaria battaglia di Wagram. Anche Murat, che aveva sempre avuto un ruolo di primo piano nelle campagne napoleoniche grazie al suo valore e al suo coraggio, volle che venisse celebrato il suo genio strategico, e per questo motivo appare spesso nei dipinti che rievocano le grandi vittorie dell’Imperatore. Nel periodo napoletano, invece, Murat venne rappresentato con particolare frequenza in un evento decisivo ed emblematico per la conclusiva definizione del Regno, ovvero, la conquista dell’isola di Capri, del 4 ottobre 1808, che era stata occupata dagli inglesi nel 1806.
LA CORTE DEI MURAT A NAPOLI
Con la nomina a sovrani di Napoli, il re e la regina dovettero rinunciare alla straordinaria collezione e alle fastose residenze parigine che passarono al patrimonio imperiale. Non era tuttavia venuta meno la loro sincera passione per l’arte che continuarono a sostenere sul versante privato e su quello pubblico, chiamando architetti e decoratori francesi per aggiornare al gusto moderno le residenze reali. I coniugi Murat vollero che la loro immagine venisse celebrata dai maggiori pittori dell’epoca, e ne sono un esempio, Ritratto di Carolina Murat, granduchessa di Clèves e di Berg, con sua figlia Letizia, di Élisabeth Vigée Le Brun (1755-1842) e Gioacchino Murat, comandante della Guardia dei Consoli, di François Gérard, che fu il ritrattista ufficiale prediletto da Napoleone. L’artista ha rappresentato il sovrano con sfarzose vesti e con gli attributi del potere.
I DIPINTI DI REBELL PER CAROLINA MURAT
Rebell, insieme a Dunouy, fu il pittore di paesaggio preferito dalla regina Carolina. Tra il 1813 e il 1815 realizzò per lei tredici vedute di Napoli e dintorni, caratterizzate da una resa meticolosa dei luoghi, indagati con straordinaria fedeltà documentaria. Queste tele ci restituiscono anche l’immagine delle residenze di Napoli, di Portici e della Favorita. Il pittore austriaco realizzò questi dipinti en plein air, allestendo una tenda “a padiglione”, un vero e proprio laboratorio all’aperto provvisto di cavalletto, sedia e ombrellino parasole, essenziali per studiare e riprendere il paesaggio dal vero.
Quando la regina lasciò Napoli, queste opere finirono nella collezione di Leopoldo di Borbone (1790-1851), principe di Salerno, per poi passare a quella di Enrico Eugenio Filippo Luigi d’Orléans, duca d’Aumale (1822-1897), che alla fine dell’Ottocento, collocò dieci dipinti della serie nel castello di Chantilly, l’attuale Musée Condé. Alcuni di questi celebri paesaggi furono replicati per l’imperatore d’Austria Francesco I (1830-1916) e per il re Ludovico di Baviera (1845-1886).
VESUVIO E NOTTURNI
Simbolo identitario di Napoli, nella seconda metà del Settecento, il Vesuvio è raffigurato da Pierre Jacques Volaire (1729-1799), specializzato in questo tipo di vedute, e da Michael Wutky (1739-1822), entrambi ideatori dei modelli che influenzarono la produzione di Rebell quando giunse a Napoli nel 1812. Il Vesuvio, con la sua costante attività eruttiva condizionò l’osservazione della natura tanto da diventare punto centrale nella visione romantica dell’artista. Ne Il Porticciolo del Granatello a Portici, la sagoma imponente del vulcano sullo sfondo azzurro del cielo richiama una forza rassicurante, diversamente dai notturni al chiaro di luna, dove il Vesuvio e la rappresentazione del mare in tempesta generano turbamento emotivo, secondo una percezione del sublime e romantica del paesaggio sconvolto dagli elementi naturali. Nell’Eruzione del Vesuvio di notte con vista sulla Scuola di Virgilio, che ricorda la violenta esplosione del 1822, i bagliori incandescenti evocano la tremenda furia del vulcano sotto la suggestione della luna che si riflette sulle onde del mare.
NAPOLI E PANORAMI DEL GOLFO
Durante il soggiorno a Napoli, dal 1812 al 1815, Rebell ha esplorato le zone collinari della città, alla scoperta di angoli insoliti e particolarmente pittoreschi, dove poter rappresentare dal vero il paesaggio. Il promontorio di Posillipo, coperto da frutteti e vigne, costituiva, oltre ad essere il polmone verde più vicino al borgo di Chiaia, uno dei punti panoramici più suggestivi dal quale ammirare a perdita d’occhio l’incanto del golfo.
Un esempio significativo è la veduta di Sant’Antonio a Posillipo, raggiungibile attraverso una serie di rampe che scandiscono il percorso di una strada costruita in epoca vicereale, vicino alla celebre Grotta. Anche la collina dello Scudillo, tra le pendici dei Camaldoli e il colle di Capodimonte, destò l’interesse del pittore, che esplorò e rappresentò la discesa attigua allo stretto vallone in tufo giallo, attraverso il quale si arriva alla strada delle Fontanelle. Si trattava di un pittoresco sentiero frequentato solo dai contadini che portavano i raccolti dall’entroterra alla città. Di questo affascinante itinerario fanno parte anche i due dipinti della Österreichische Nationalbibliothek di Vienna, con il panorama del golfo dal Fortino del Granatello e dello spiazzo antistante la Reggia di Portici.
LA COSTA AMALFITANA E LE ISOLE.
Rebell, alla ricerca di nuovi stimoli artistici, si spinse lungo la costa amalfitana per perlustrare i dintorni di Vietri e di Atrani esclusivamente dal mare. Ispirato dall’emozionante scoperta di una natura romantica nel cuore del Mediterraneo, raggiunse i suoi obiettivi grazie alle commissioni ricevute da Carolina Murat nel 1813.
Il paesaggio della spiaggia dei Cappuccini ad Amalfi ritrae quel lembo di mare incantato con la veduta dell’antico monastero e l’impervio percorso che conduce alla misteriosa grotta stalattitica di San Cristoforo. Il pittoresco borgo di Atrani è rappresentato dal vero durante le prime ore del mattino, quando l’umidità dell’atmosfera è restituita da una tenue luce velata. Questo dipinto venne commissionato, insieme ad altre sei vedute, dal principe Aloys von Kaunitz-Rietberg (1774-1848), futuro ambasciatore austriaco a Napoli.
Inoltre, il Tramonto sui Campi Flegrei con le isole di Procida e di Ischia, commissionato da Francesco I per la Pinacoteca Imperiale di Vienna, rivela la sensibilità e l’emozione del pittore di fronte alla natura particolare di quei luoghi, ripresi nella luce dorata del tramonto.
VERSO IL ROMANTICISMO
Con il trasferimento a Roma, dopo la caduta di Gioacchino Murat, Rebell cambiò il suo stile aggiornando la sua percezione del vero alle istanze della nuova sensibilità romantica. Frequentando Villa Malta, conobbe artisti belgi, inglesi e tedeschi, sperimentando nuovi effetti della luce all’alba e al tramonto, in particolare lo studio della natura sconvolta dalla furia della tempesta.
In questa fase artistica, egli rivolse le sue ricerche luministiche in direzione di forti contrasti chiaroscurali, dedicandosi alla rappresentazione di paesaggi dominati dalla furia delle onde e resi con tonalità plumbee, che restituiscono un senso sublime di terrore e di emozione nello spettatore.
I DISEGNI
Una parte del percorso espositivo è dedicata al rapporto fra Rebell e i disegni. Oltre al contesto geografico, attribuiva grande importanza alla caratterizzazione delle persone e alle loro attività. Portava con sé un blocco di carta e matita, dove disegnava uomini, donne, pescatori in movimento e l’incontro fra i vari personaggi. Le figure sono disegnate in fretta, con forti tratti di matita, talvolta sfumate con seppia, che conferisce un tocco di vivacità. I contorni si accendono brillanti grazie alle lumeggiature che indicano una forte luce solare incidente.
ATELIER BIENNAIS E ORAFI NAPOLETANI
A chiusura della mostra, l’ultima sezione è dedicata all’arte orafa. Preziosissimo è il Collare dell’Ordine delle Due Sicilie che rappresentava l’insegna cavalleresca più importante indossata da Gioacchino Murat e dai dignitari durante le cerimonie di corte. Costituito da medaglioni in oro e smalti bordati da corona d’alloro, con coppie di sirene, rappresenta gli emblemi delle 15 province del Regno: Provincia di Napoli, Terra di Lavoro, Principato Citeriore, Basilicata, Calabria Citeriore, Calabria Ulteriore, Terre d’Otranto, Terre di Bari, Capitanata, Molise, Principato Ulteriore, Provincia di Chieti, Provincia dell’Aquila, Provincia di Teramo e Regno di Sicilia. Completa il collare l’insegna dell’Ordine, una stella a cinque punte in smalto rosso sormontata dall’aquila, in oro, con ali spiegate e corona reale. Al centro un medaglione con il cavallo sfrenato, emblema di Napoli.
NAPOLI AL TEMPO DI NAPOLEONE. REBELL E LA LUCE DEL GOLFO
Gallerie d’Italia – Napoli, museo di Intesa Sanpaolo
Dal 23 novembre 2023 al 7 aprile 2024
A cura di Sabine Grabner, Luisa Martorelli, Fernando Mazzocca e Gennaro
Toscano