Il 2024 sarà l’anno di una delle altre due grandi mostre volute dal ministro Sangiuliano: “Il tempo del Futurismo”, una mega celebrazione per i 115 anni dalla nascita Movimento (1909) che vuole “onorare l’identità italiana”. La mostra è programmata per il prossimo ottobre a La Galleria Nazionale di Roma e sarà curata da Gabriele Simongini con Alberto Dambruoso.
Dopo il centenario futurista del 2009 con epicentro espositivo Milano (Palazzo Reale), a 115 anni dalla sua fondazione, il futurismo torna a fare la voce grossa nella Capitale. Sarà una mostra ricchissima di, si dice, almeno 500 opere, che si propone di indagare a 360 gradi una delle prime avanguardie europee in tutte le sue declinazioni ed espressioni: pittura, scultura, letteratura, teatro, musica, architettura, fotografia, cinema. Dalle anticipazioni che abbiamo sarà profondamente messo in luce il Secondo Futurismo, cui saranno dedicati vari focus tematici.
La denominazione del movimento si deve al letterato italiano Filippo Tommaso Marinetti, che nel Manifesto Futurista, pubblicato sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, espose i principi base del movimento. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla e Gino Severini firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e nell’aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della pittura futurista dove la guerra era definita la “sola igiene del mondo”.