Pesellino: A Renaissance Master Revealed è la prima mostra museale dedicata a Francesco Pesellino, pittore talentuoso che in vita ottenne il plauso di committenti e colleghi, ma che la peste portò via a soli 35 anni e i posteri hanno troppo velocemente dimenticato. In mostra alla National Gallery di Londra fino al 10 marzo 2024.
Sappiamo bene che Firenze è la culla del primo Rinascimento italiano, ma quanti dei talenti che l’hanno resa tale conosciamo? Ci sono Masaccio, Filippo Lippi, Beato Angelico. E poi? E poi un’ampia schiera di pittori considerati minori, ma che nella pratica hanno contribuito a rendere la città un’eccellenza in campo pittorico. Tra questi c’era anche Francesco Pesellino.
Nato nel 1422, Pesellino fin da ragazzino fu preso sotto la protezione del nonno Giuliano Pesello, anch’egli pittore. All’età di vent’anni si era già guadagnato una certa reputazione, costruita sulla sua abilità di produrre dipinti delicati e su piccola scala. In particolare, era un abile disegnatore, narratore visivo e pittore di animali, abile nel saturare le sue composizioni con dettagli meravigliosamente intricati. Una specialità particolarmente apprezzata dai suoi committenti, sempre alla ricerca di nuove opere per decorare gli interni domestici o da destinare alla devozione privata.
Anche i Medici non mancarono di affidarsi a lui per nutrire la loro collezione. Così la sua fama crebbe rapidamente e attirò l’attenzione dei grandi pittori a lui contemporanei. Su tutti Fra Filippo Lippi, con cui strinse una proficua collaborazione. Tanto che quando Pesellino morì tragicamente di peste nel 1457, a soli 35 anni, Lippi completò un dipinto su tavola che il giovane pittore aveva lasciato incompiuto e che era l’altare maggiore della chiesa della Santissima Trinità, nella vicina città di Pistoia.
Proprio da quest’opera, che appartiene alla collezione della National Gallery, prende avvia la mostra che il Museo dedica al pittore. Un’iniziativa che vuole stimolare la conoscenza di un artista che ebbe molta fama in vita, ma a cui la morte prematura ha impedito di creare quell’ampio corpus di opere che gli avrebbe permesso di essere maggiormente ricordato anche dai posteri. Una sensazione condivisa anche da Vasari, che di lui scrisse: “Da quello che sappiamo di lui, se fosse vissuto più a lungo, avrebbe ottenuto molto di più di quello che ha fatto“.
Tra gli altri highlight della mostra ci sono i pannelli raffiguranti la vita di David, sempre appartenenti alla National Gallery, restaurati per l’occasione. Si tratta di un’opera esemplificativa del talento di Pesellino nel costruire scene narrative complesse, piene di animali esotici, abiti decorati e simbolismi araldici contrapposti a paesaggi invernali dall’atmosfera suggestiva. Insieme ai due capolavori, una serie di prestiti completano la mostra che riporta all’attenzione del pubblico la vicenda di un pittore talentuoso ma tragicamente sfortunato.