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Goya, Caravaggio, Fidia: le meraviglie invernali dei Musei Capitolini

Il Parasole, Francisco Goya, 1777 Il Parasole, Francisco Goya, 1777
Il Parasole, Francisco Goya, 1777
Il Parasole, Francisco Goya, 1777. Goya e Caravaggio: verità e ribellione, Musei Capitolini, 2024

Due opere iconiche, Il Parasole di Goya, proveniente dal Prado di Madrid, e la Buona Ventura di Caravaggio, dialogano all’interno dei Musei Capitolini a Roma, grazie alla politica dei prestiti mirati. E numerose opere in prestito sono esposte anche nella mostra sul padre della scultura, Fidia, che prosegue fino a maggio.

La Buona Ventura (1597) di Caravaggio è parte della collezione dei Musei Capitolini di Roma. Al famosissimo quadro (nel quale il Merisi ritrae un’indovina che, con la scusa di leggere il futuro, sottrae l’anello a un personaggio maschile) è stato affiancato Il Parasole (1777) di Goya (collocato al posto di un’altra tela di Caravaggio, ora in prestito in Giappone), proveniente dal Museo del Prado di Madrid.

Buona Ventura, Caravaggio 1597, Musei Capitolini
Buona Ventura, Caravaggio 1597, Musei Capitolini

Il progetto espositivo

L’esposizione (fino al 25 febbraio 2024) si chiama “Goya e Caravaggio: verità e ribellione”. Entrambe le opere segnano una svolta nella pittura della loro epoca e mostrano alcune analogie. La curatrice dell’allestimento, Federica Papi, spiega l’accostamento delle due tele: “Entrambe sono relative al periodo giovanile dei due autori e segnano una svolta nella pittura successiva. Caravaggio crea la pittura di genere, basata su scene e personaggi di vita reale; Goya, che ha visto le tele di Merisi durante il soggiorno a Roma, rappresenta il suo tempo attraverso due figure del popolo che hanno lo sguardo effimero della seduzione”. Le similitudini tra i due quadri sono anche formali: entrambi rappresentano un uomo e una donna; Caravaggio dipinge direttamente sulla tela, senza quasi l’ausilio del disegno e in questo caso Goya usa la stessa tecnica.

Il Museo del Prado e i Capitolini

Questo prestito del Prado arriva dopo il gesto analogo dei Capitolini, che lo scorso anno inviarono a Madrid la maestosa Anima Beata per la mostra su Guido Reni. Per chi di recente ha visitato il Prado, la Pinacoteca Capitolina, al confronto, può apparire un tantino polverosa. L’illuminazione non risulta sempre efficace, gli spazi sono spesso ricavati nelle nicchie delle pareti e le opere sono un po’ affastellate. Un ritratto firmato da Velasquez è collocato fra molti altri, senza troppo rilievo. Alcune aree dei Musei più importanti di Roma Capitale sono già in fase di ristrutturazione; la speranza è che anche per la Pinacoteca, ricca di capolavori, giungano progetti analoghi.

Fidia, la mostra a Roma

Ben esposta e narrata è la mostra dedicata a Fidia all’interno dell’ala di Villa Caffarelli. Inaugurata a fine novembre, l’esposizione rimarrà aperta fino al 5 maggio e presenta molteplici motivi di interesse.

Fidia, Villa Caffarelli, 2024. Ph Monkey Video Lab
Fidia, Villa Caffarelli, 2024. Ph Monkey Video Lab

Lo scultore legato al Partenone, osannato dai suoi successori di ogni epoca (“Nessuno supererà mai Fidia”, disse August Rodin nel 1911), è una figura misteriosa, della quale ci sono pervenute poche notizie. Tuttavia, nella mostra dei Capitolini, si riesce a far luce sui fondamenti della sua opera: dalla creazione delle numerose versioni monumentali della statua di Atena, alla ricostruzione del Partenone com’era in origine e poi nelle varie fasi della sua storia travagliata. Fino ai bozzetti di Duilio Cambellotti per le coreografie delle Panatenee e al “Fidia italico” ottocentesco, Antonio Canova. Tra rari fregi del Partenone (giunti eccezionalmente da Atene) e ricostruzioni fisiche e virtuali, la visita restituisce un’immersione nel mondo di Fidia e della Grecia antica, con le sue suggestioni senza tempo.

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