Gli autoritratti di Rubens e Van Dyck sono i pezzi forti della Masters Week 2024 di Sotheby’s, in scena a New York dal 26 gennaio al 3 febbraio. Ma non mancano alcuni lotti sorprendenti.
Undici aste in nove giornate per Sotheby’s, che a New York porta in scena la sua Masters Week 2024. Dal 26 gennaio al 3 febbraio si accendono i riflettori sugli incanti old master, ovvero il settore di mercato dove le opere sono più care e ricercate. L’offerta è inevitabilmente limitata, impossibilitata ad aggiornarsi, e dunque destinata ad esaurirsi a meno che il mercato secondario non giovi di qualche importante lascito o dismissione.
Per questa ragione c’è sempre più attesa e curiosità di capire come le case d’asta, in particolare le grandi major, gestiranno questi appuntamenti, storicamente prestigiosi ma sempre più difficili da allestire. Per esempio, Sotheby’s alle vendite consolidate come Master Paintings & Sculpture Part I (1 febbraio) affianca formule di recente ideazione come The One (2 febbraio), che mette insieme oggetti (anche non strettamente artistici) dall’importante valore storico e simbolico.
Il top lot, per intenderci, è un set di 6 sneakers indossate da Michael Jordan nelle finali (vinte) dei campionati NBA del 1991, 1992, 1993, 1996, 1997, 1998 (stima 7-10 milioni di dollari). Subito dopo troviamo invece un vaso in oro, smalto e pietra dura realizzato da Jean-Valentin Morel, a Parigi, nel 1855 (stima 1,8-2,5 milioni di dollari) e una grande figura in bronzo dorato del Buddha Shakyamuni, Tibet, XIV secolo circa (stima 1,8-2,5 milioni di dollari). Un’offerta eterogenea, insomma.
Più classica la proposta che segna l’altro grande appuntamento, Master Paintings & Sculpture Part I. A spiccare sono in particolare i pittori spagnoli, tra cui uno dei primi dipinti di El Greco, recentemente scoperto (Martyrdom of Saint Lawrence, stima 400-600 mila dollari); la lussureggiante natura morta di Luis Meléndez (Still Life of Artichokes and Tomatoes in a Landscape, stima 2-3 milioni di dollari); e le opere di Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto (Saint James the Greater, stima 200-300 mila euro) e Bartolomé Esteban Murillo (Holy Family with a Young Saint John the Baptist, stima 400-600 mila euro).
Preziosa le selezioni di dipinti italiani su fondo oro di artisti come Nardo di Cione e Lo Scheggia, in asta rispettivamente con Madonna Annunciate; Archangel Gabriel (stima 600-800 mila dollari) e Triumph of Lucius Aemilius Paullus after the Battle of Pydna (stima 1-1,5 milioni di dollari). Spicca poi The Western Wall di Gustav Bauernfeind (stima 2-3 milioni di dollari), appena di ritorno sul mercato; così come i due autoritratti riscoperti di Peter Paul Rubens (stima 3-5 milioni di dollari) e Anthony van Dyck (stima 2-3 milioni di dollari), che mettono in dialogo diretto questi due titani dell’arte barocca.
Da segnalare infine il gruppo di cinque opere d’area britannica e italiana che il Metropolitan Museum of Art ha deciso di vendere per finanziare nuove acquisizioni. Tra questi spicca Portrait of Nancy (née Parsons) Horton di Sir Joshua Reynolds (stima 600-800 mila euro). Un artista che forse ricorderete per il Ritratto di Omai (1776), opera che la National Gallery di Londra acquistò per 50 milioni di sterline (61,9 milioni di dollari) nel 2023. Arrivare a tanto pare difficile, ma di certo se c’è un momento buona per provare a vendere un’opera di Reynolds, questo è quello giusto.