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Screen Test: i ‘ritratti viventi’ di Andy Warhol in mostra da Christie’s a Los Angeles

Andy Warhol, Edie Sedgwick [ST312], 1965 16mm film, color, silent, 4.4 minutes at 16 frames per second © The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, PA, a museum of Carnegie Institute. All rights reserved. Film still courtesy The Andy Warhol Museum
Andy Warhol, Edie Sedgwick [ST312], 1965
16mm film, color, silent, 4.4 minutes at 16 frames per second
© The Andy Warhol Museum, Pittsburgh, PA, a museum of Carnegie Institute. All rights reserved.
Film still courtesy The Andy Warhol Museum

“Andy Warhol. Screen Tests” è la mostra presentata insieme all’Andy Warhol Museum da Christie’s a Beverly Hills che presenta una selezione curata di otto film muti del re della Pop Art. L’esposizione si apre durante la Frieze Week a Los Angeles, che si terrà da martedì 27 febbraio a giovedì 14 marzo

Non solo serigrafie. Gli iconici ritratti di Andy Warhol dei divi di Hollywood sono stati realizzati anche in formato di film:  i cosiddetti “ritratti cinematografici”, meno noti ai più e che Warhol chiamava “i suoi provini”. Ora arrivano in mostra nella Città degli Angeli, da Christie’s, durante la Frieze Week.

«Le opere in questa mostra offrono collettivamente uno sguardo raro sull’intersezione tra ritrattistica, celebrità e Hollywood che affascinò Andy Warhol negli anni ’60 e notoriamente arrivò a definire gran parte della sua pratica. Figure importanti ritratte nelle opere in mostra includono le icone del XX secolo Dennis Hopper, Bob Dylan, Edie Segwick e altri» spiegano da Christie’s.

Gli “screen test” di Warhol sono ritratti di centinaia di individui diversi, girati tra il 1963 e il 1966. In questi cortometraggi, Warhol ha immortalato superstar e non solo: i soggetti erano “attori” abbastanza interessanti da portare avanti un film da soli, senza interpretare un ruolo particolare ma semplicemente essendo se stessi e  includevano sia visitatori anonimi  che personaggi famosi che passavano dallo studio, tra i quali si ricordano il poeta Allen Ginsberg, l’attore Dennis Hopper e l’artista Salvador Dalí.

I soggetti venivano illuminati e Warhol li filmava con la sua Bolex da 16 mm su rullini di pellicola. Muti e in bianco e nero. La creazione di ogni “screen test” richiedeva esattamente tre minuti, durando quanto il rullino. La formula standard secondo cui soggetto e macchina da presa rimanevano quasi immobili per tutta la durata del film, si traduceva in un “ritratto vivente”. Quando Warhol mostrava i film, li rallentava leggermente, estendendone la durata a circa quattro minuti ciascuno, conferendo un effetto sognante alle opere finite e al rallentatore.

L’esposizione è realizzata insieme al Museo Andy Warhol di Pittsburgh il cui direttore Patrick Moore ha commentato: «Hollywood è stata una fonte di infinito fascino e ispirazione per Warhol, quindi è giusto che i suoi film ora servano a ispirare nuove generazioni di artisti e registi». Prosegue Sonya Roth, vicepresidente di Christie’s: «Andy Warhol, un’icona artistica, e le sue opere con immagini in movimento degli anni ’60 hanno influenzato per sempre il panorama dell’arte contemporanea. Questa mostra rappresenta una convergenza di film, arte e storia».

La mostra mira anche a far luce sulla Film Initiative dell’Andy Warhol Museum, un progetto che preserva l’eredità di Andy Warhol e il cinema sperimentale attraverso il trasferimento digitale delle opere con immagini in movimento dell’artista, molte delle quali attualmente esistono solo come originali della fotocamera e al momento non visionabili.

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