Vinili, testi delle canzoni e vecchie poesie, fotografie, l’accappatoio con il quale si presentò la Festival di Sanremo del 1978 e tante altre testimonianze della vita di Rino Gaetano, conservate con cura dalla sorella Anna: apre la prima mostra dedicata al grande cantautore scomparso nel 1981. Al Museo di Roma in Trastevere, fino al 28 aprile 2024.
Rino Gaetano (1950-1981) viveva a Montesacro, ma frequentava e amava i rioni del centro di Roma. Fra questi, Trastevere del Folkstudio, il locale dove l’artista si esibiva insieme a tanti talenti che emergevano in quel periodo. In una saletta dedicata del Museo, scorrono le immagini Rai degli interventi di Gaetano nelle più importanti trasmissioni televisive degli anni settanta. Perché Rino ha faticato non poco a trovare spazio, ma da un certo momento in poi tutti hanno apprezzato la sua genialità e il suo anticonformismo. Al punto da essere conosciuto anche ora, perfino dagli adolescenti. Canzoni come “Ma il cielo è sempre più blu”, “Gianna”, “Aida”, “Berta filava”, “Nuntereggae più”, sono capolavori di ironia e acume, con strofe poetiche valide ancora oggi.
Racconta Riccardo Cocciante, uno che l’ha conosciuto bene e che con lui andò in tournée insieme ai Pandemonium: “Ci accomunava la difficoltà del vivere; l’artista non è come gli altri, somiglia a Quasimodo, il protagonista di Notre-Dame de Paris. Rino, come me, cantava in modo aggressivo e con la necessità di esprimersi tipica del vero artista: in quanto tale, corre il rischio di non essere capito”. Un altro grande musicista, Sergio Cammariere, ha confessato di aver saputo, tanti anni dopo aver lavorato con lui, di avere un legame di parentela con Rino Gaetano.
La vita di Rino nel percorso della mostra
Uno degli aspetti più interessanti dell’esposizione romana (organizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare insieme a Roma Capitale e curata da Alessandro Nicosia e Alessandro Gaetano, nipote di Rino) è il racconto della vita di Rino Gaetano, narrata attraverso i pannelli esplicativi e materializzata nei suoi oggetti personali.
La storia professionale del cantante inizia a Roma, dove i genitori erano approdati da Crotone, ma la sua vita di bambino si svolge nella natura della sua terra d’origine. Per poi trascorrere la seconda infanzia e la prima adolescenza a Narni, in un collegio religioso dove i genitori lo avevano mandato per permettergli di avere una migliore istruzione.
Nel percorso dell’esposizione, attraverso libri e altri reperti, emergono le passioni letterarie e teatrali di Rino Gaetano: da Jack Kerouac a Peter Kolosimo, da Ettore Petrolini a Carmelo Bene. E le sue radici musicali che spaziano dai Beatles a David Bowie, da Elvis Presley a Fabrizio De André. Ma quella di Gaetano è una poetica scevra da intellettualismi: “Io cerco di scrivere canzoni ispirandomi ai discorsi che si possono fare sui tram, in mezzo alla gente, dove ti rendi subito conto dell’andazzo sociale”, spiega Rino Gaetano in una citazione riportata all’interno della mostra.