Fino al 25 febbraio Riccardo Minasi dirige Idomeneo di Wolfang Amadeus Mozart al Teatro Carlo Felice di Genova, quinto titolo in cartellone della Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice
Comporre un’opera è stata una costante ambizione nella vita di Mozart. “Invidio chiunque ne scriva una” scrisse il giovane compositore al padre nel 1778 e quando l’estate di due anni dopo (1780) il Duca di Baviera Carl Theodor di Wittelsbach- Sulzbach gliene commissiona una da presentare durante la stagione del carnevale a venire, Mozart è al settimo cielo. Lavora all’opera a tempo pieno e a stretto contatto coi cantanti ingaggiati, ritagliando la musica sulle loro capacità musicali e attoriali e richiedendo numerose modifiche al libretto. Nasce così Idomeneo il primo del magnifico gruppo del catalogo teatrale mozartiano. Un’opera che si rifà al tema aulico di una precedente tragèdie lyrique di Antoine Danchet, Idomènèe, messa in musica da Andrè Campra e rappresentata a Parigi nel gennaio del 1712.
Idomeneo è un’opera abitata da dèi, voci mitologiche e personaggi altolocati in cui la resistenza inconscia è però così umana quando si trova davanti a trepidanti decisioni. C’è un guerriero che torna in patria, a Creta, dopo la guerra di Troia, Idomeneo, che nel momento in cui la sua nave finisce in balia di una tempesta per avere salva la vita non trova di meglio che fare un voto al dio del mare, Nettuno. Sacrificherà la prima persona che incontra quando toccherà terra. Destino vuole però che questa prima persona sia il figlio Idamante. Da qui nascono tutte le sventure sul suo popolo in quanto il re fa di tutto per non uccidere il figlio. Nettuno per questo gli starà letteralmente addosso con le sue crature implacabili, demoniache, creature che tengono il re in balia precludendogli ogni via d’uscita, fintanto che si arriverà ad un esito positivo grazie all’intervento di Ilia, la principessa troiana innamorata di Idamante.
Quest’opera, in cui per la prima volta si fanno palesi quegli ideali illuministi che troveranno pieno sviluppo nel Zauberflote, è il quinto titolo in cartellone della Stagione Lirica 2023-2024 dell’Opera Carlo Felice ed ha debuttato per la prima volta a Genova venerdì 16 febbraio alle ore 20.00. Il dramma mozartiano su libretto di Gianbattista Varesco, vede tornare sul podio Riccardo Minasi, direttore musicale del Teatro, mentre la regia è quella di Matthias Hartmann con le scene di Volker Hintermeier, i costumi Malte Lübben, le coreografie di Reginaldo Oliveira e le luci di Mathias Märker e Valerio Tiberi.
La regia di Matthias Hartmann si rifà in particolare agli elementi Sturm und Drang dell’opera. Hartmann e Hintermeier propongono una scena unica per tutti i tre atti con in primo piano lo scheletro della carena arrugginita della nave naufragata che, muovendosi su se stessa, mostra una gigantesca testa metallica a forma di toro (chiara allusione al Minotauro); in proscenio, due grandi ancore conficcate nel terreno e grandi conchiglie che sottolineano la presenza ossessiva del mare nell’opera. Un mare dalle onde insidiose realizzate efficacemente da bravissimi mimi danzatori, quasi sempre presenti in tutta l’opera coi loro movimenti fluidi, insinuanti e inquietanti. Fondamentali sono le luci di Mathias Marker che delineano le atmosfere e trasfigurano i vari momenti soprannaturali contenuti nell’ opera, anche se si poteva fare a meno di quegli abbaglianti verso il pubblico nell’ultimo atto.
L’opera ricca di effetti spettacolari e adatta proprio per questo al gusto della corte di Monaco non manca di approfondire i caratteri dei personaggi, con un Idomeneo smarrito davanti a un destino avverso, con il figlio scattante e fiero che diventerà re al suo posto, ma che alla fine, prima che il sipario si chiuda per sempre, accoglie vicino a sé. Ben delineata anche Elettra (qui interpretata da una seduttiva Lenneke Ruiten), appartenente alla categoria delle eroine tragiche soggette ad una passionalità istintuale, incontrollata e violenta, in contrasto con la figura melanconica ma ferma di Ilia. Un cast eccellente quello proposto al Carlo Felice, dal tenore Antonio Poli (Idomeneo) a Giorgio Misseri (Arbace) anche se strappa un po’ negli acuti, e ancora Blagoj Nacoski (Gran Sacerdote), Ugo Guagliardo (Voce di Nettuno), Lucia Nicotra, Maria Letizia Poltini (Due cretesi), Damiano Profumo , Franco Rios Castro (Due troiani). Ma soprattutto notevoli le voci delle due protagoniste donne: Cecilia Molinari (Idamante) nel ruolo scritto per il giovane castrato Vincenzo dal Prato, e Benedetta Torre (Ilia), soprano genovese classe 1994, che ha intrapreso appena ventenne una carriera internazionale. Quest’ultima senza dubbio quella dal timbro più mozartiano di tutto il cast.
Le coreografie di Reginaldo Oliveira caratterizzano bene le note tragiche che si manifestano nell’ouverture, meno si intonano le danze finali, per noi fuori contesto e qui eseguite dagli allievi del Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS. Siamo dell’idea che in un’opera il cui cast canoro e orchestrale è formato da professionisti lo stesso dovrebbe essere anche per la danza.
Lo spettacolo sarà ancora in replica venerdì 23 febbraio alle ore 20.00 e domenica 25 febbraio alle ore 15.00 (direttore Simone Ori).