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Trionfo per Mariella Devia al Teatro Carlo Felice di Genova

Mariella Devia al Carlo Felice di Genova
Mariella Devia al Carlo Felice di Genova

Opera in due atti dalle fortune alterne di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).
Composta in meno di tre mesi, nel 1831, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832. Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea, il quale viene trasposto in chiave romantica. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce ed eliminando il famoso ”concertato”, creando scandalo tra i melomani dell’epoca. Delle dieci opere composte dal compositore di origini siciliane Norma è una delle opere più amate del suo repertorio, dal taglio profondamente drammatico e curata in modo quasi maniacale in tutti i suoi particolati, ancora oggi risulta fra le migliori e le più importanti opere della storia della musica lirica, rappresentata nei più grandi teatri di tutto il mondo.

Mariella Devia al Carlo Felice di Genova
Mariella Devia al Carlo Felice di Genova

« Casta Diva, che inargenti
Queste sacre antiche piante
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel»
(Norma – Atto I)

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“Tifo da stadio” è l’espressione giusta per definire la risposta del pubblico alla prima di Norma andata in scena a Genova il 24 gennaio. Il titolo mancava dal teatro novarese da tredici anni ed è stato riproposto in una versione moderna, atta a mettere in luce la modernità del dissidio di Norma e la mediterraneità della tragedia: temi antichi e musica ottocentesca che ancora ci parlano, con un allestimento proveniente dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo – Arena Sferisterio di Macerata. Il cast è stato molto applaudito anche perché uniforme nella resa, con qualche punta di eccellenza nel secondo atto, anche se ha iniziato a mostrare il suo entusiasmo già dalla prima aria del tenore. La protagonista è ovviamente Mariella Devia, in grado di donare al pubblico del teatro genovese una grande prestazione al limite della perfezione vocale, brava nel gestire l’equilibrio tra interpretazione vocale e attoriale.  È lei la vera superstar della serata, applauditissima da tutto il pubblico genovese, il quale, come sempre, le dimostra grande affetto.

Mariella Devia al Carlo Felice di Genova
Mariella Devia al Carlo Felice di Genova

Buona anche la prova di Annalisa Stroppa nel ruolo di Adalgisa, mezzosoprano dalla bella voce, omogenea in tutti i registri, capace di interpretare con una bella gamma di colori il ruolo della giovane allieva sacerdotessa sedotta e illusa. Il ruolo di Pollione era invece affidato a Stefan Pop, che ha colpito per squillo, potenza di voce e sicurezza negli acuti. Positiva la prova di Riccardo Fassi come Oroveso, sia dal punto di vista vocale (voce ben proiettata e di sufficiente volume) che interpretativo, anche se la sua presenza in scena era quasi sempre accompagnata dal coro. Apprezzato dal pubblico anche il direttore d’orchestra, Andrea Battistoni, che ha condotto l’orchestra del Carlo Felice con entusiasmo e dinamiche sfumate.

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Teatro Carlo Felice di Genova
da mercoledì 24 gennaio 2018, repliche 27,28,30,31 gennaio
www.carlofelicedigenova.it

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3 Commenti

  • mi scusi ma che opere ha visto? come fa a descrivere Pollione e Oroveso così: “Pollione rispondendo visivamente all’immagine del guerriero romano, con capelli rasati a zero e pizzetto nero che facevano da contraltare ai capelli e alla barba, lunga e canuta, del vecchio barbaro Oroveso”. Ci ha riso tutta fb, e non solo, su questa descrizione che ho subito pubblicato. Se non è andato a teatro e ha solo sentito della prova magnifica della Signora Devia, poteva almeno guardare le foto che avete voi stessi pubblicato e magari si sarebbe reso conto che descriveva altri interpreti. E ancora: “Positiva la prova di Riccardo Fassi come Oroveso, sia dal punto di vista vocale (voce ben proiettata e di sufficiente volume) che interpretativo, anche se la sua presenza in scena era quasi sempre accompagnata dal coro” Lo vuol dire a Bellini che le parti di Oroveso avrebbe dovuto scriverle a cappella?.Recensioni come questa non hanno credibilità. Tuttaltro, fanno male a chi ha veramente visto lo spettacolo e anche al povero Bellini che il coro sapeva come e quando usarlo, a dispetto dei suoi commenti.

    • Buonasera,
      la ringrazio per il commento e mi scuso per la svista, provedderò subito a correggere il pezzo. Mi dispiace che la recensione non sia stata di Suo gradimento, spero che comunque rimanga una nostra lettrice e magari di incontrarla in modo di avere il piacere di fare la sua conoscenza.
      Mattia

      • Grazie Mattia, mi dispiace essere stata così decisa, ma di certo non volevo offendere il suo scritto. Sono contenta se corregge la recensione, perché ammiro le persone oneste come dimostra di essere e perché non vorrei che queste sviste rimanessero, visto che Internet non cancella niente! A presto leggerla ancora.

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