“Da bambina, mio nonno portava noi nipoti a fare avventure nei campi e nei boschi, in cui raccoglievamo fiori e catturavamo grilli e lucertole. Questi momenti sono sempre rimasti impressi nella mia memoria come qualcosa di magico e separato dalla quotidianità. In un certo senso dipingere mi fa ritornare a quei momenti di meraviglia, potenziandoli di un esotismo che li spinge ancora più lontano”; è quello che Eleonora Rinaldi, giovane artista in mostra alla Edge art space di Torino, ci ha raccontato per la sua personale dal titolo: “Spumes of Flowers”.
Ho trovato da subito che l’aver iniziato raccontandoci di questo ricordo fosse la mossa giusta per entrare in relazione con il pubblico, per parlarne approfonditamente. Di questi tempi con mostre di ogni genere trovare un artista così giovane e così impegnata nel raccontare la poesia dietro alla memoria ed al gesto umano come un ricordo credo sia un ottimo biglietto da visita.
La pittura di Eleonora Rinaldi è un invito alla libertà della mente, un’esperienza visiva che permette agli spettatori di liberarsi da ogni costrizione retorica e immergersi in un dialogo immaginario tra l’umano e la natura, lontana da ogni forma di leziosità o arroganza, offre uno spazio dove lo sguardo può vagare liberamente sulla superficie della tela, superando i confini convenzionali dell’osservazione artistica.
Il fulcro delle opere di Rinaldi sembra essere un’interazione sottile e complessa tra l’umano e la natura, esplora la connessione intrinseca tra l’essere umano e l’ambiente circostante, rivelando qualcosa di apparentemente semplice ma distorto, (quasi) in procinto di subire una metamorfosi.
Questo dialogo pittorico enfatizza alcune caratteristiche in modo quasi surreale, onirico oserei dire andando oltre la consapevolezza ordinaria.
Le opere in mostra sono il ritratto di un paesaggio interiore, un territorio unico come lo è ogni essere umano, irrisolto e carico di tensione uno sguardo nel profondo dell’Io, richiamando alla mia mente in alcuni punti il lavoro di Carl Gustav Jung, con la sua attenzione alla psiche e alla ricerca di una possibile riconciliazione tra opposti.
Il tema del ricordo emerge come un elemento chiave nella poetica di Rinaldi, agisce come un filo conduttore che intreccia le diverse opere, aiutando a collocare i vari territori visivi nel “navigatore sensoriale” dello spettatore. Eleonora abbraccia la memoria non come una mera riflessione sul passato, ma come un punto di partenza positivo, un ponte tra ciò che è stato e ciò che è. Nella sua pittura, la memoria diventa una fuga verso momenti di meraviglia, un’esplorazione di un esotismo che spinge oltre i confini della realtà quotidiana; diventa un mezzo attraverso il quale il pubblico può vivere la capacità umana di andare oltre, oltrepassando i confini ordinari della visione e sperimentando la ricchezza di un dialogo intimo tra l’individuo e il vasto mondo che lo circonda. Avete tempo fino al 24 marzo per visitare questa bella pagina di poesia pittorica in quel di Torino.