Portal è la nuova sezione di Miart, che debutterà nel corso dell’edizione 2024 della fiera, in programma dal 12 al 14 aprile, l’11 l’anteprima. Curata da Abaseh Mirvali e Julieta González, sarà “una finestra per guardare il presente attraverso dimensioni parallele e prismi non convenzionali”.
Tra le novità che Miart propone nel 2024 c’è Portal, sezione che si propone di avvicinare universi e pratiche artistiche solo apparentemente distanti tra loro. In tal senso le curatrici Abaseh Mirvali e Julieta González hanno selezionato nove gallerie che propongono in fiera piccole mostre distribuite all’interno della sezione principale. I protagonisti sono:
- Anna Boghiguian, presentata dalla Galleria Franco Noero, Torino;
- CATPC da KOW, Berlino;
- Birgit Jürgenssen da Galerie Hubert Winter, Vienna;
- Francesco Gennari da Ciaccia Levi, Parigi – Milano e Zero…, Milano;
- Maria Lai da Nuova Galleria Morone, Milano;
- Bertina Lopes da Richard Saltoun Gallery, Londra – Roma;
- Turiya Magadlela e Senzeni Marasela da Kalashnikovv Gallery, Parkhurst;
- Franco Mazzucchelli da ChertLüdde, Berlino;
- Gresham Tapiwa Nyaude e Troy Makaza da First Floor Gallery, Harare – Victoria Falls.
Dando un’occhiata alle personalità coinvolte, è evidente la prospettiva internazionale della sezione, che coinvolge artisti che provengono da Brasile, Sudafrica, Zimbabwe, Egitto, Repubblica Democratica del Congo, Libano e Mozambico. Non a caso, al centro delle opere troviamo temi politici e sociali. Flussi migratori e tratte commerciali si intrecciano nei lavori di Anna Boghiguian; il pensiero liberale, antifascista e anticoloniale convergono nelle opere di Bertina Lopes; l’esperienza di instabilità politica, l’oppressione, la migrazione forzata, i conflitti, la violenza razziale e di genere sono interpretati dai giovani artisti Troy Makaza e Gresham Tapiwa Nyaude; la storia del colonialismo e le sue disastrose conseguenze in ambito sociale, economico, politico e culturale sono al centro della pratica di CATPC.
Alle nuove generazioni si affiancano le riflessioni di artisti del passato. Ne è un esempio la ricerca attuata da Maria Lai sull’arte della cucitura e della tessitura, che si riflette nella pratica di Senzeni Marasela oppure alle opere tessili di Turiya Magadlela. Entrambe esplorano temi che spaziano dalla politica all’erotismo. Tre artiste che, in generale, indagano il tema del femminile sovvertendo gli stereotipi a esso legati.
Di attivismo femminista parla anche Birgit Jürgensen, che usa il suo stesso corpo per realizzare disegni, sculture e fotomontaggi dove l’ordinario si trasforma improvvisamente in visioni di esseri ibridi, creature a metà strada tra il feticismo e il mondo animale. Forme inquietanti e destabilizzanti che ritroviamo nelle silhouette delle sculture gonfiabili di Franco Mazzucchelli, le quali oscillano tra il tecno-futurismo e l’estraniazione. Più metafisico l’approccio alla realtà di Francesco Gennari.