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Sardelli fa rivivere il barocco a Genova

foto: Marcello Orselli
foto: Marcello Orselli

Il ciclo sinfonico Mozart l’Italiano della Stagione Sinfonica 2023-24 al Carlo Felice di Genova, col bellissimo concerto di giovedì 22 febbraio si è concentrato sul rapporto tra Mozart e la Scuola Barocca Italiana. Ciò è stato sia attraverso il concerto in sol minore RV 157 di Vivaldi che con le due partiture di Federico María Sardelli

Il Maestro Sardelli, livornese classe 1963, è direttore d’orchestra,  musicologo, compositore, flautista, ma non solo. Come tutti gli artisti è molto eclettico pertanto non si diletta solo con la musica ma è anche caricaturista e autore satirico, dotato di un evidente senso dell’umorismo e di una squisita psicologia. Nel 1984 ha fondato l’ensemble medievale Modo Antiquo, divenuto orchestra barocca nel 1987. Grande appassionato di Jean-Baptiste Lully ci ha insegnato a riscoprire il compositore italiano (il suo vero nome infatti è Giovanni Battista Lulli) alla corte di Luigi XIV che seppe unire, in senso armonioso ed armonico il suono, la parola ed il gesto.

Il concerto in do maggiore che ha presentato al Carlo Felice è stato composto nel 2014 e riprende la forma del concerto vivaldiano. Il Salmo Domine ad adjuvandum, invece, è stato composto l’anno precedente, nel 2013, e ritorna a una raffinata scrittura ritmica e armonica, dove ampio spazio è dato al virtuosismo della linea vocale. Per questo si è avvalso di Roberta Mameli. La soprano è nata a Roma, si è diplomata al Conservatorio Nicolini di Piacenza, per poi proseguire la sua formazione con Bernadette Manca di Nissa, Ugo Benelli, Claudio Desderi e Enzo Dara. E’ molto apprezzata per il suo lavoro canoro vivaldiano, ma eccelle anche nel repertorio mozartiano. Si distingue in Così fan tutte (Dorabella) e Don Giovanni (Donna Elvira) sotto la direzione di R. Terakado all’Hokutopia Festival, Tokyo, e Le nozze di Figaro (Susanna) all’Opernhaus di Kiel. Anche al concerto del 22 febbraio la Mameli ha dimostrato grande agilità in tutto ciò che ha eseguito. Insomma un fine soprano, con un fiato adeguato e una sensibilità speciale nel repertorio, per altro in latino, con una dizione una volta tanto comprensibile.

Foto: Marcello Orselli

Sardelli, coi suoi lunghi capelli grigi, vestito elegantemente, ma con calzini rossi atti a rompere una possibile sobrietà convenzionale, ha diretto l’Orchestra del Carlo Felice con grande passione, competenza e abilità ottenendo dai vari componenti il meglio, malgrado il black out che ad un certo punto si è presentato sia sul palco che in platea. Per fortuna nessun panico. Dopo pochi minuti tutto è ripreso da dove si era interrotto. Alla fine ha concesso un bis con cui ha ripetuto l’”Amen” di Domine ad adjuvandum me, dopo aver detto beffardamente al pubblico “Non aspettatevi di sentire niente di nuovo”.

Foto: Marcello Orselli

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