De Grandi prende spunto dalla mostra Narrativa, appena conclusasi alla Rizzuto Gallery di Palermo, per una disamina sul ruolo della pittura oggi
“La pittura per un lungo periodo ha visto la narratività, cioè quella capacità di raccontare nei minimi particolari una storia, come qualcosa di negativo. In realtà, secondo me, l’idea di una narrazione come quella pittorica, che conserva una sua presenza e quindi di conseguenza una sua verità, credo sia importante per il momento storico che stiamo vivendo”. È uno degli artisti della “generazione di mezzo” riconosciuto fra i migliori interpreti della pittura in Italia, capace di grande indipendenza di ispirazione e portatore di uno spessore culturale che prescinde dalle mode o dagli influssi esterni. Francesco De Grandi porta avanti la sua ricerca che metabolizza agevolmente un percorso che va dai fiamminghi ai romantici nordici, tenendo sempre fisso il principio etico dell’artista.
“C’è anche l’idea di un côté culturale, che è quello dove vivo, Palermo, che è intriso di storie e di racconti. Dall’opera dei pupi al cunto, ai cantastorie”. Ed è Palermo lo scenario dell’ultimo episodio della strutturata storia pittorica di De Grandi, con la mostra Narrativa, appena conclusasi negli spazi della Rizzuto Gallery. “Quadri narranti, storie che appartengono alla memoria collettiva dell’uomo”, si legge nella nota di presentazione. “Miti, leggende, novelle arrivate a noi attraverso la testimonianza e il racconto. Che hanno attraversato il tempo e lo spazio e sono ancora urgenti e capaci di creare mondi”. L’artista prende spunto da questa esposizione per raccontarci la sua visione dell’attuale stato dell’arte della pittura in Italia…