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TEFAF 2024: Kandinsky è l’opera più cara della fiera, Landau chiede tra i 50 e i 60 milioni, la storia del quadro

Murnau mit Kirche II

TEFAF 2024 (dal 9 al 17 marzo) non è ancora cominciata, ma già sappiamo quale sarà il pezzo più desiderato (e costoso) di tutta la mega fiera di antico e antiquariato di Maastricht. Si intitola Murnau mit Kirche II (1910), capolavoro giovanile di Kandinsky, e solo lo scorso anno era volato in asta a 44,9 milioni di dollari. Ora è si è materializzato nei corridoi di Tefaf, da LANDAU.

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LA STORIA DEL CAPOLAVORO – Kandinsky, Murnau mit Kirche II, 1910

L’origine dell’astrazione, il punto in cui la figura è precipitata nel dirupo dell’astrazione, oppure ascesa alla sua trascendentale natura. Qualsiasi sia la metafora che preferite, Murnau mit Kirche II (1910) è un’opera cruciale nella carriera di Kandinsky. Nonché dell’intera storia dell’arte. Perché? Per il ruolo seminale avuto, per le grandi dimensioni, per il formato quadrato (usato, negli stessi anni, anche da Monet e Klimt), per le cromie contrastanti. E anche per la travagliata narrazione che lo accompagna. E dopo essere passata in un incanto da record a marzo 2023 a Londra, ora è nel cuore del Limburgo, nel booth di Landau.

Murnau mit Kirche II

Subito dopo essere stato dipinto (1910), il quadro fu acquistato da Johanna Margarete Stern (nata Lippmann, 1874–1944) e Siegbert Samuel Stern (1864–1935). Co-fondatori di un’azienda tessile di successo, Johanna Margarete e Siegbert erano al centro della vita culturale della Berlino degli anni ’20, con un circolo di amicizie che includeva Thomas Mann, Franz Kafka e Albert Einstein. Ma soprattutto hanno collezionato oltre 100 dipinti, diversi per epoca e stile. Da Pierre-Auguste Renoir a Lovis Corinth, da Odilon Redon a Max Liebermann, da Edvard Munch a Max Pechstein. A cambiare radicalmente la loro vita fu l’ascesa nel nazismo. Siegbert morì per cause naturali nel 1935, Johanna Margarete fu costretta a fuggire dalla Germania e la collezione fu dispersa. Tra le opere a lungo perdute, dunque, c’era anche Murnau mit Kirche II di Kandinsky. Fino a quando non fu riconosciuto dai discendenti della famiglia Stern alle pareti del Van Abbemuseum di Eindhoven, nei Paesi Bassi, dove era appeso dal 1951 (e che hanno portato in asta lo scorso anno).

Kandinsky e Gabriele Münter (sua amante, anche lei artista) visitarono il villaggio bavarese di Murnau, e le montagne circostanti, nell’estate del 1908. Rapiti dal luogo, vi acquistarono una casa dove trascorsero lunghe estati felici, da soli o in compagnia di amici. Nelle lunghe passeggiate nei dintorni i due artisti trovarono inoltre i paesaggi soggetto di tanti dipinti. Quei dipinti che avrebbero mutato per sempre il corso dell’arte. In essi Kandinsky sintetizza ciò che ha appreso tra il 1906 e il 1907 a Parigi: la decostruzione della forma di Paul Cézanne, la vibrante tavolozza di colori dei Fauves e il linguaggio paesaggistico unico di Vincent van Gogh. Il risultato è un’esplosione di forme e colori, lontano dal naturalismo e sempre più vicino a quella tensione spirituale che l’anno successivo l’artista avrebbe teorizzato (Lo spirituale nell’arte).

Murnau mit Kirche II

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