Palazzo Reale a Milano inaugura la Primavera 2024 con una temporanea dedicata a Cézanne e Renoir. Curata da Stefano Zuffi insieme a Cécile Girardeau e Alice Marsal, rispettivamente curatrice e responsabile degli archivi e documentazione de l’Orangerie, presenta 52 opere provenienti da l’Orangerie e dal Musée D’Orsay di Parigi. L’esposizione sarà aperta fino al 30 giugno.
In Renoir (1841-1919) si notano i nudi delicati, dalle pennellate vivaci, leggeri e solari. La vita rappresentata, seppur effimera, era raggiante. Una joie d’exister. Cézanne (1839-1906) si orientò verso un impiego più pronunciato della figura con contorni marcati, caratterizzati da un tratto decisamente più austero. Le 52 opere provenienti dai due musei parigini delineano un confronto graduale, partendo dai primi lavori fino al rapporto con la famiglia, culminando in uno “confronto scontro” Cézanne vs Renoir. Questo confronto mette in luce sia le affinità che le divergenze nel metodo di lavoro dei due, offrendo un’analisi approfondita delle loro scelte artistiche, dagli inizi nell’atelier di Charles Gleyre, ai loro stili distintivi.
Seppur impressionisti, ci dialogarono – entrambi – solo nella prima embrionale fase delle loro carriere. Cézanne è spesso associato più correttamente al post-impressionismo e iniziatore di una certa geometria che sarà di forte influenza per gli studi di Pablo Picasso, universalmente riconosciuto come padre del Cubismo. L’Italia, terra che Cézanne non vide mai, fu una svolta per Renoir, che grazie a questo viaggio (1881 e 1882) scoprì i grandi maestri rinascimentali, avvicinandosi al neorinascimento. E diventando anticipatore del Ritorno all’ordine (rappel à l’ordre). L’allestimento accompagna il pubblico con un alternarsi di due cromatismi eleganti, evocando il rigore e la serenità associati a Cézanne e Renoir. Una narrazione accessibile sia per studiosi che per giovani curiosi o desiderosi di avvicinarsi al mondo dell’arte. Ma è la luce che domina, enfatizzando con forza i cesti di frutta o i ritratti dei familiari in primo piano. La luce protagonista in tutte le arti, apparsa con ancor più forza nel ‘900 con i fratelli Lumière nel cinema.
Il punto di luce culmina nella Sale Atelier, in cui prendeva forma il loro lavoro tra sudore, impegno e creatività, allestiti e ricostruiti con un perfetto stratagemma di gioco luce che trapassa attraverso una finestra interna. Il modus operandi di curare lo storytelling nelle mostre consente di amalgamare idee e motivazioni per esercitare una maggior comprensione dello stile degli artisti, nonché delle loro condizioni di vita personali e dell’epoca, le quali hanno influito positivamente sulla vita di alcuni e meno su quella degli altri. Cézanne / Renoir offre una chiara testimonianza degli insegnamenti che l’arte del loro tempo, pervenuta fino a noi, fornisce riguardo ad abitudini di vita economico-sociali dell’epoca.