In particolare, le tecniche di lavorazione del cuoio, tramandate per generazioni fino a diventare parte integrante dell’espressione culturale della comunità messicana, giocano un ruolo significativo nella sua produzione. Un patchwork di pelli compone la base delle opere, a volte teso su telai artigianali, a volte appeso alla parete a mo’ di arazzo. La loro superficie è attraversata da collage iconografici che, incisi sulla pelle, richiamano l’estetica del Rasquachismo e i tatuaggi tipici della Lowrider Culture. Con la mostra Esteban Ramón Pérez presenta un progetto composto da 9 opere inedite in grado di aprire uno scorcio sui nessi tra la cultura visuale chicana e la storia dell’arte italiana. Ho iniziato a indagare sulla pittura e la scultura del primo e massimo Rinascimento, intorno al tempo in cui Cristoforo Colombo stava arrivando nel nuovo mondo per caso. Ho trovato un dipinto di Tommaso del Mazza dell’Annunciazione, con l’angelo che porta notizie a Maria della sua gravidanza, e la sua importanza. Ho messo a confronto una figura della morte, o una falce dietro l’angelo che porta cattive notizie, come un simbolo di presagio di ciò che verrà a causa di questo intervento divino e della diffusione della religione e della cultura occidentale.
Chance Encounters (The Annunciation) (2024) richiama esplicitamente l’Annunciazione di Tommaso Del Mazza, artista toscano del XIV secolo, conservata J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Pérez reinterpreta la scena eliminando la figura della Vergine, con l’Arcangelo Gabriele armato che alza la mano a benedire qualcuno fuori dal nostro campo visivo. Elementi dell’immaginario cristiano tornano in Corona (Heavy Is the Head) (2024), dove un volto simile a una maschera tribale appare sulla superficie dell’opera quasi fosse un sudario, circondato da una corona di spine. Ho cominciato a riflettere su come le entità coloniali abbiano strumentalizzato la religione e l’autoattribuzione di una chiamata divina per la diffusione del cristianesimo nel mondo, giustificando in tal modo guerre e atrocità nei confronti dei non credenti, il tutto alimentato da una compulsione radicata nella fede. Il continuo gioco di rimandi tra le due tradizioni culmina con l’opera di grandi dimensioni The Blood of Christ on Their Hands (Nepantla) (2024). Nepantla è un’antica parola nahuatl che significa “nel mezzo”. Alcuni attribuiscono il concetto direttamente agli Aztechi colonizzati, altri all’antropologo Miguel Leon-Portilla (1926–2019) che fu il primo a scriverne. Nell’uso contemporaneo, il termine si riferisce spesso all’essere tra due culture, in particolare la propria cultura d’origine e quella dominante. In questo senso il Nepantla può essere inteso come uno spazio liminale, dove molteplici forme di realtà sono viste contemporaneamente e la multiculturalità è intesa come un prezioso strumento di cambiamento politico.
L’espressione “Sotto il tuo destino” che dà il nome alla mostra richiama l’idea di essere “Sotto il tuo incantesimo” o “Sotto il Suo occhio vigile”. Questa associazione ha ispirato la mia riflessione sull’idea del destino come conseguenza della convinzione di un credente che sia la volontà predeterminata di Dio far sì che certi eventi accadano in un modo specifico. Credo che questa fede nel destino possa influenzare in modo significativo la sorte di qualcun altro, specialmente di coloro che non condividono la stessa convinzione, considerandolo un elemento di sfortuna.