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L’Odissea Cancellata riporta in vita il teatro: il paradosso di Emilio Isgrò

Emilio Isgrò
Emilio Isgrò

Artista concettuale e pittore – ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista – Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, 1937) torna con un testo drammaturgico sconfinato e «poliglotta» come il genio creativo che lo contraddistingue. Un testo «che riflette la volontà di fare un teatro non spendibile solo sul luogo dove nasce, che parli una lingua che va dritta allo spettatore, senza sofisticazioni eccessive. Io credo in una cultura non escludente.

Al pubblico bisogna portare il meglio della propria esperienza culturale e umana, sennò accompagniamo questa società nel buio». Lo dice Emilio Isgrò, motivando il neonato spettacolo di cui è autore, «Odissea Cancellata» che vede alla regia Giorgio Sangati e che aprirà le danze alla settima edizione di Pompeii Theatrum Mundi 2024. La rassegna estiva, frutto della collaborazione tra il Teatro di Napoli, il Teatro Nazionale Roberto Andò e il Parco Archeologico di Pompei, presenterà al Teatro Grande del Parco archeologico fino al 13 luglio quattro spettacoli d’autore, firmati da importanti registi e artisti della scena nazionale e internazionale.

Emilio Isgrò

Ogni rappresentazione sarà replicata per tre sere alle 21, dal giovedì al sabato. Il programma della manifestazione, presentato al Mic (sponsor della rassegna assieme al Comune di Napoli, alla Regione e alla Città Metropolitana), vede, oltre all’originale della penna del «poeta della cancellatura», in scena dal 13 al 15 giugno, il De Rerum Natura di Fabio Pisano con la regia di Davide Iodice (dal27 al 29 giugno), Edipo Re di Sofocle con la regia di Andrea De Rosa (dal 4 al 6 luglio) e Fedra di Euripide con la regia Paul Curran (dall’11 al 13 luglio).Un festival dedicato al classico, a ciò che Roberto Andò definisce «quello che torna ad essere contemporaneo appena posiamo lo sguardo su di esso». Un’eredità che esprime l’urgenza di essere riletta e abitare nuovamente il teatro, abbracciandone i valori atemporali.

Lo scorso anno, a seguito del taglio dei fondi della Regione, l’infelice eventualità dell’annullamento della manifestazione è stata scongiurata dal contributo ministeriale di 500mila euro. Sostegno che il ministro Sangiuliano riconferma per il 2024 al fine di sopperire alla mancato apporto della Regione Campania. Inoltre,nel mese di settembre, Pompei sarà teatro d’incontro internazionale, ospitando l’evento d’apertura del G7 della Cultura. La sinergia fra Napoli e Pompei per questa iniziativa «èfrutto di una grande sintonia istituzionale – spiega il sindaco del capoluogo campano Gaetano Manfredi – ed è anche il modo concui il teatro stabile dà un contributo all’offerta teatrale classica, un patrimonio che va alimentato e proposto soprattutto alle nuove generazioni». Pompeii Theatrum Mundi 2024 rappresenta «un intreccio particolare tra la cura e tutela del patrimonio, la sua fruizione e l’arte contemporanea – sottolinea Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico – che esprime il teatro come arte totale». Intendere l’arte nel senso più poliedrico del termine, mescolando il teatro a discipline coreutiche quali la danza e la musica,  amplierebbe il bacino di utenza, mitigando quel timore reverenziale che coglie dinanzi al «pathos» sublime della tragedia classica.

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