Una volta si diceva che i musical all’italiana non avevano nulla a che spartire con quelli che si vedevano a Broadway o nel West End di Londra ed era vero, ma col passare degli anni, grazie all’esplosione produttiva, nasce anche da noi la figura dell’artista a tutto tondo che comprende nel proprio bagaglio artistico le tre discipline fondamentali per il genere: canto, danza e recitazione. Di pari passo, diventano sempre più diffuse la nascita di scuole o accademie per la formazione del performer da Musical. Questo fa sì che i nuovi artisti, diciamo multidisciplinari, siano anche da noi preparatissimi e pronti ad affrontare i grandi titoli dei musical americani.
Il nuovo allestimento del musical Chicago, prodotto da Stage Entertainment e Matteo Forte con la regia di Chiara Noschese e le coreografie di Franco Miseria (a Genova al Teatro Politeama venerdì 12 e sabato 13 aprile) ne è un esempio. Scritto da John Kander, Fred Ebb e il grande Bob Fosse, Chicago è uno dei grandi classici del musical. Debuttò a Broadway nel 1966, vincendo innumerevoli premi e venendo rappresentato in 36 paesi, e nel 2002 con l’uscita del film omonimo (vincitore di 6 premi Oscar) interpretato da Renée Zellweger, Catherine Zeta-Jones, Richard Gere e John C. Reilly, aumentò la sua fama.
Grazie ad un mix unico fatto anche di tanto jazz, canzoni spettacolari e coreografie sorprendenti, Chicago rimane uno dei più celebri e longevi musical. In Italia questo titolo mancava dai teatri da diciannove anni e ci volevano l’intraprendenza e la genialità di Chiara Noschese per rimetterlo in scena e dargli anche un volto nuovo. La Noschese infatti ha voluto ambientare la storia di Roxie Hart e la cantante jazz Velma in un circo. Quando sale il sipario infatti il primo che appare sul palco è una specie di Caronte che ci traghetta dentro la storia, un personaggio sempre in contatto con il pubblico. E così tra lustrini e paillettes va in scena un’umanità variegata, accomunata dalla ricerca spasmodica della visibilità. Essere sulla prima pagina dei giornali è per tutti i personaggi indistintamente la cosa più importante in assoluto, non importa se per raggiungere lo scopo si è diventati degli assassini, o meglio assassine, perchè qui sono le donne che uccidono gli uomini. Il proprio ego è anteposto a tutto il resto, e chi non condivide questo fine e pensiero, viene considerato un pagliaccio, un signor nessuno, come nel caso di Amos, il marito di Roxie. Uno spettacolo che vuole amaramente vincitore chi la fa peggio, sembra quasi che sia il crimine il mezzo unico per raggiungere lo status più alto nella società. Attraverso le sbarre del carcere femminile vengono narrate attraverso canzoni e danze una serie di efferati delitti da parte di quelle ragazze che si sono sentite tradite dai loro uomini. Ecco perchè tutto sembra avere, se non un perdono, almeno una giustificazione.
Il personaggio di Mama Morton, interpretato dalla stessa Noschese, è fondamentale nella storia. E’ lei a muovere le fila di tutto ciò che accade nel carcere. Irriverente, doppio giochista, ma assolutamente simpatica, la Noschese non sbaglia un colpo. E non sbaglia neppure con la sua visione dello spettacolo: le storie si intrecciano con sapienza e tutto è una metafora dei difficili giorni d’oggi. Forse calca troppo la mano sul linguaggio, esageratamente scurrile anche quando non serve, ma il suo personaggio è quello, una donna di vita, non certo una signora.
Bravissima Giulia Sol nel ruolo di Roxie Hart che riesca a calibrare perfettamente canto, danza, recitazione. Indubbiamente una ragazza di talento. Lo stesso vale per Vittoria Sardo, anche lei fonde abilmente le competenze acquisite nella danza, nel canto, nella musica e nella recitazione, regalandoci una convincente Velma. Del resto la Sardo è nel mondo del musical da quando aveva undici anni, partecipando, fin da tenerissima età, a diverse produzioni di questo genere.
Brian Boccuni è l’avvocato Billy Flynn, un personaggio non certo simpatico: opportunista, falso, ma il solo capace di far ottenere alle colpevoli la completa soluzione. L’interpretazione di Boccuni è perfetta. Anche lui è un cantante e ballerino dalla capacità indiscutibile, con tempi scenici da grande attore.
Straordinario Luca Giacomelli Ferrarini nel ruolo en travesti della giornalista Mary Sunshine. Dotato di una notevole estensione vocale, nonchè limpidezza del timbro sa essere tanto bravo quanto seducente, del resto la sua formazione artistica viene dall’opera lirica. L’attore cantante è figlio di Alida Ferrarini, grande soprano italiano rivelata nel 1974 dal Concorso Toti Dal Monte di Treviso.
Ma non è certo da meno Cristian Ruiz . Il suo Amos è infinitamente tenero, una vittima dell’anonimato, e una pedina della moglie o di chiunque voglia di lui approfittarsi. Ruiz è infatti uno dei più affermati e completi performers di teatro musicale in Italia. Per i suoi studi si è trasferito negli Stati Uniti avendo così la possibilità di essere vicino a maestri internazionali di prim’ordine, a New York ha studiato recitazione presso il NY Movie Center, e si vede.
Insomma, il prodotto di Stage Entertainment e Matteo Forte è uno spettacolo di pregio che immerge veramente nelle calde atmosfere di una Chicago maledetta e affascinante, uno spettacolo da non perdere e che non ha nulla da invidiare a quelli americani.