Torino è Flashback, Flashback è Torino. E Flashback Habitat Ecosistema per le Culture Contemporanee grazie alla direzione artistica di Bulgini ne è dimostrazione. La nuova epopea espositiva è il trittico Insurrezioni. Fotografie di una protesta: tre modi di fare e raccontare rivoluzioni e proteste in un’unica mostra, fino al 2 giugno negli spazi di corso Giovanni Lanza 75. I protagonisti della tripersonale sono Chris Suspect con Path to Insurrection, progetto curato da Jacopo Buranelli; Enrico Gili con Yellow Movement, curato da Patrizia Bottallo e Angelo Quattrocchi con WOUNDED KNEE Indiani alla riscossa, curato da Lapo Simeoni. L’allestimento della mostra è stato pensato a stanze alternate per far sì che i tre racconti si contaminino a vicenda andando formare un racconto più complesso e sfaccettato. Sono più di centocinquanta le fotografie in esposizione
Dalla street photography di Chris Suspect che documenta le proteste politiche a Capitol Hill, alla rivoluzione pacifica degli ombrelli gialli ad Hong Kong di Enrico Gili fino alla resistenza degli Indiani d’America negli anni 70 raccontata da Angelo Quattrocchi: una mostra che diventa dunque stimolo per riflessioni importanti sulle proprie responsabilità come membri di una comunità.
Chris Suspect, pluripremiato fotografo americano, narra attraverso i suoi scatti quella che fu la rivolta di Capitol Hill, avvenuta il 6 gennaio 2021. La selezione in mostra è divisa in stanze tematiche che seguono un percorso cronologico, come una saga a capitoli: Election Night, 4 Years of Protest, Biden Wins, January 6, Epilogue (Biden inauguration). Suspect è specializzato nella street photography, con la rivolta si è trovato al momento giusto nel posto giusto, essendo lui di Washington. Un momento perfetto che poteva trasformarsi in tragedia, morte e distruzione, per un evento che mai era avvenuto prima nella storia degli Stati Uniti. Gli scatti in bianco e nero della mostra Path to Insurrection raccontano questo periodo storico, una situazione politica fortemente destabilizzata e un occhio che, magistralmente, racconta tutta l’America nella sua volontà espressiva priva di controllo. In queste foto, che sembrano vari backstage di film hollywoodiani, c’è la Guerra Civile fascista senza Capitan America, l’action movie con le forze speciali, la narrazione politica della rivolta con tonalità che ricordano le pellicole di Coppola, Stone e Tarantino, tutti registi che hanno raccontato a loro modo quella complessa matassa di situazioni, ideologie, tentativi politici e rivoluzionari che compone la storia americana.
Enrico Gili è un fotografo italiano vissuto molti anni a Hong Kong. In Yellow Movement documentata la “rivoluzione degli ombrelli”, avvenuta in due diversi periodi, nel 2014 e nel 2019. Cosa significa un ombrello giallo a Hong Kong oggi? È il simbolo di una protesta pacifista che diventa un atto rivoluzionario. I cittadini di Hong Kong, ex colonia britannica, chiedevano a Pechino di rispettare la promessa di mantenere un sistema politico pienamente democratico con diritto di voto alle elezioni.
Decine di migliaia di manifestanti hanno occupato per giorni la metropoli asiatica al grido di: “Vogliamo la democrazia e il suffragio universale”. La risposta del governo di Pechino alle proteste pacifiste durate mesi è stata la repressione. I manifestanti hanno usato degli ombrelli per proteggersi dallo spray al peperoncino e dai gas lacrimogeni della polizia, l’ombrello icona mondiale di questa protesta è diventato così un simbolo politico di resistenza.
I cittadini bloccarono le arterie principali del centro finanziario di Hong Kong. Stampa, tv e social media trasmettevano in diretta immagini surreali di immensi viali deserti e piazze puntinate di tende da campeggio, brulicanti di persone munite di ombrelli e cartelli. Defraudati dai mezzi legali per esprimere la propria voce, i cittadini inventarono un nuovo linguaggio di protesta, fatto di simboli e colori. Gili vivendo questi episodi sul campo, è riuscito a catturare alcuni momenti salienti utilizzando uno sguardo giornalistico, senza pregiudizi, ma con l’intento di lasciare una traccia di quello che è sicuramente diventato un momento storico da ricordare.
Queste fotografie raccontano con garbo ed eccezionale sensibilità la genesi di una lotta per l’emancipazione democratica e più in generale contro l’oppressione.
Angelo Quattrocchi è stato giornalista e attivista. WOUNDED KNEE-Indiani alla riscossa è il racconto attraverso fotografie, documenti e testi dell’occupazione, dell’assedio e della difesa di Wounded Knee, villaggio sperduto nella riserva Indiana.
Nel 1973, Quattrocchi viveva a San Francisco, dove lavorava per L.A. Free Press e per The Barbour, un giornale anch’esso della città. L’ambiente era underground, ricco di scrittori, musicisti e artisti, caratterizzato da una vivacità straordinaria. Nei primi mesi di febbraio, venne a conoscenza che i nativi americani della riserva di Wounded Knee volevano ribellarsi agli abusi subiti. Decise così di recarsi subito nel Nord America, fino alla riserva indiana, per documentare giorno per giorno gli eventi. Presto, questo si trasformò in un’occupazione contro l’assedio degli americani. Furono settanta giorni di guerra, in cui pochi guerrieri, con qualche vecchio fucile, combatterono contro mille agenti della FBI, la polizia Indiana, la CIA e i carri armati. Il grande momento (tutti i giornali del mondo ne parlarono) in cui gli indiani voltarono pagina e storia, buttandosi alla riscossa.
Chris Suspect Filippine, 1968
Chris Suspect è uno street photographer e documentarista originario dell’area di Washington, DC. È specializzato nel catturare momenti assurdi e profondi nel quotidiano. Il suo lavoro sulla fotografia di strada è stato riconosciuto a livello internazionale ed è stato esposto a Miami, Belgio, Germania, Messico, Italia, Romania, Georgia, Emirati Arabi Uniti e Regno Unito. Nel 2022, Suspect è stato nominato vincitore dello Zeitgeist Award da Abbey Road Studios (Regno Unito) per la fotografia che ha definito la musica nel 2021. Nel 2021, WhiteWall ha sponsorizzato un’ampia retrospettiva del lavoro di Suspect al Photopia di Amburgo, in Germania. Nel 2020, Suspect è stato relatore di spicco per il London Street Photography Festival. Nel 2019 è stato espositore ospite a Xposure negli Emirati Arabi Uniti, il più grande festival di fotografia del Medio Oriente. Il suo lavoro documentario sulla scena musicale underground di Washington, D.C., è conservato negli archivi Leica Galerie e nella Biblioteca pubblica DC. Suspect ha pubblicato quattro libri fotografici acclamati dalla critica, tra cui Gratuity Included (2020), Old Customs (2020), Leather Boyz (2020) e Suspect Device (2014). Il suo lavoro è stato presentato su Rolling Stone, Vice, Huffington Post, Photo District News, LFI Magazine e sul Leica Camera Blog. Ha anche pubblicato fotografie sul Washington Post, Washington City Paper, CNN, The Atlantic, Forbes e molti altri media negli Stati Uniti, Germania, Canada e Brasile. Il suo ultimo libro TRULY BLESSED è disponibile per King Koala Press.
Enrico Gili Torino, 1973
Appassionato di fotografia sin da ragazzo, utilizza la macchina fotografica iniziando a scattare reportage di viaggio. Si laurea nel 2002 in Scienze della Comunicazione e approfondisce i suoi studi nel campo della Semiotica, definita come la “scienza generale dei segni”. Durante gli anni di studio, lavora, ma la sua indole lo porta a viaggiare per il mondo, trascorre all’estero più di vent’anni. Oltre a sviluppare la sua passione per la fotografia, lavora nella ristorazione prima a New York, poi in Spagna e Australia e infine ad Hong Kong, qui riesce finalmente ad aprire il suo ristorante italiano che coltiva per otto anni. Nel 2011 scopre di essere affetto dal morbo di Parkinson e decide in seguito di sottoporsi a due interventi chirurgici al cervello per contrastare i sintomi della malattia. Spronato dalla sua passione e creatività inizia a lavorare professionalmente con la fotografia nel 2014 a Hong Kong. Eclettico nel suo approccio all’arte lavora nel campo della moda per Prada, MiuMiu, SCRAMBLE ad Hong Kong. Nella fotografia relativa all’ambito della ristorazione ha lavorato per Four Season Hotel, Peninsula Hotel, Shore Hospitality, la Piola, per lo chef stellato Bombana e Dine Art. Coopera con riviste tra cui Spirito di vino Asia, Peninsula magazine ed altre edizioni locali di food and lifestyle.
Enrico esibisce i suoi lavori di “Fine Art” in mostre presso la galleria NOVALIS che ha sedi a Hong Kong, Parigi, Milano, presso la Galleria Damina Gallery a Hong Kong, e vende alcune sue opere tramite la casa d’aste Phillips de Pury a New York. Si dedica inoltre a progetti artistici di beneficenza per aiutare i meno fortunati, un esempio è la mostra GEIKO e MAIKO of Kyoto, curata dalla Galleria Damina a Hong Kong, i cui proventi vengono devoluti ad un ospedale in Cambogia per bambini e a progetti con l’associazione delle donne italiane di Hong Kong e l’associazione delle donne Coreane ad Hong Kong per sostenere la ricerca per il cancro al seno. Nel 2017 collabora con lo street-artist newyorkese Stern Rockwell ideando una collezione a due mani “MEDIUM SURFACE” che presenta ad art Basel Hong Kong e Shanghai.
Ora è rientrato in Italia e vive a Torino dove lavora nel campo della fotografia e della comunicazione.
Angelo Quattrocchi Cantù, 1941 – Roma, 2009
È stato un attivista, scrittore, giornalista ed editore italiano. È stato una figura centrale del beat, della contestazione e della controcultura italiani; considerato una figura storica dell’underground italiano, un vero simbolo dell’Italia alternativa degli anni ’70, ha rappresentato tutte le peculiarità̀ dei movimenti underground in Italia. Viaggia molto negli anni ’60 e ‘70, soprattutto prendendo parte all’underground e ai movimenti londinesi e californiani. A Londra collabora alla rivista di controcultura OZ, mentre pubblica a Parigi nel 1968, a ridosso del maggio francese, il suo primo libro The Beginning of the End, poi ristampato in Italia con il titolo E quel maggio fu: rivoluzione! In California, nei primi anni ‘70 continua la collaborazione con l’ambiente culturale underground. Rientra a Roma, dove fonda la rivista di controcultura Fallo!, Nel 1972 è il promotore con Marcello Baraghini e Matteo Guarnaccia della Lista ippi, o “Partito ippi”, che si presenta alle elezioni politiche per rappresentare gli hippy italiani. Il programma della lista elettorale prevede, tra le altre cose, l’abolizione degli asili, delle scuole, delle chiese, delle caserme, la legalizzazione di hashish e marijuana e il rendere gratuiti i trasporti, le case, le medicine e i concerti rock. Nel 1976 pubblica Italia alternativa, così recensito su La Stampa: «E’ uno strumento indispensabile a chi tra i giovani si richiama all’underground, alla psichedelia, a chi è andato ai concerti rock o ha fumato marijuana (senza farne un bene di consumo), a chi si richiama comunque a un’alternativa».
E’ stato uno dei collaboratori di Frigidaire. E’ autore di una ventina di libri, tra cui Wounded Knee: indiani alla riscossa, Come e perché difendersi dalla tv, il romanzo Ultimi fuochi e La battaglia di Genova sulle giornate di contestazione e di repressione in occasione del G8, nel luglio del 2001.
Insurrezioni. Fotografie di una protesta
1° marzo 2024 – 2 giugno 2024
Flashback Habitat
Ecosistema per le Culture Contemporanee
Corso Giovanni Lanza 75, Torino
flashback.to.it
info@flashback.to.it
- +39 393 64 55 301
Orari
Venerdì, sabato e domenica – orario 11- 19
(il bar / bistrot ll Circolino: venerdì, sabato e domenica – orario 11-21)
Prezzi Insurrezioni. Fotografie di una protesta
Ingresso: 10 €
Ridotto: 8 €
Ridottissimo: 5 € (con Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card)
L’accesso alla struttura è consentito solo ai possessori della tessera Amic* di Flashback Habitat
Ideata da Alessandro Bulgini
Con la curatela di
Patrizia Bottallo
Jacopo Buranelli
Lapo Simeoni